7 consigli per fare un podcast

Guida pratica all'autoproduzione di un podcast

1. “Come fare un podcast” è la seconda domanda. La prima è: perché?

È il nuovo strumento di auto espressione, ha caratteristiche di democraticità e facilità di diffusione. Ma questo non significa che là fuori ci sia un mondo di ascoltatori che non aspettano altro che scaricare e riprodurre il vostro podcast. Quindi, la prima domanda alla quale dovrete trovare una risposta è: perché farlo?

Tranquilli, non vi trasformeremo in marketer dell’ultim’ora, un podcast può essere realizzato semplicemente per appagare un bisogno individuale di espressione, o semplicemente per assecondare la passione verso qualcosa che viene creato attraverso il suono e le parole. Non bisogna per forza essere profeti di un nuovo messaggio o men che meno scrittori dai cassetti pieni di soggetti per romanzi mai pubblicati da riadattare in longform di racconto. L’importante è che abbiate perfettamente chiaro il motivo per il quale volete realizzare un podcast.

Riempire un vuoto di contenuti, raccontare la propria storia, trattare un argomento con un taglio mai sentito prima, appagare la propria passione per il racconto…

Una volta che avete risposto a questa domanda, è utile passare alla seconda. Quale format per il mio podcast? Ovvero: qual’è il mio progetto di podcast?

2. Il format del mio podcast

Format è l’insieme di regole ed elementi caratteristici che rendono il vostro podcast unico e distinguibile rispetto agli altri. Risponde a un insieme di indicazioni di forma e di contenuto. La forma di un podcast attiene al tipo di struttura, recitata, narrativa, in forma di reportage, o semplicemente raccontata a voce da un cosiddetto host, che potreste essere voi stessi. La sostanza di un podcast attiene ai suoi contenuti: di cosa vorrete parlare?

Ed eccoci a un altro bivio: vogliamo realizzare un podcast condotto a braccio o abbiamo necessità di un testo preciso sul quale appoggiarci durante la registrazione?

Il nostro consiglio è quello di avere sempre ben presente la struttura dei vostri contenuti. PIù scrivete, più sarete critici verso voi stessi, più genererete podcast di qualità che verranno apprezzati dal vostro pubblico.

Vi sembrerà di entrare in una fase interminabile di revisioni al vostro testo, di ricerche per supportare le vostre tesi, una fase frustrante perché vi porta sempre più lontano dal momento più eccitante, quello della produzione davanti al vostro microfono ma, credeteci, è un momento cruciale. Scrivere il vostro contenuto per un podcast sta al progetto di una casa per un architetto. Inziereste mai la costruzione della vostra dimora prendendo in mano mattoni e cemento? Certo che no.

Per essere un po’ più concreti provate a rispondere a queste necessità: 

  • di che cosa voglio parlare?
  • sarò io l’host del podcast? In questo caso sono abbastanza disinvolto al microfono? Quali sono i miei difetti principali nel parlare che posso migliorare?
  • Il mio podcast ha bisogno di una sigla? Avrà delle musiche di accompagnamento? Ci saranno dei documenti sonori a supportare il mio racconto?

Ricordate che più complicato sarà il vostro progetto, più lunga sarà la fase di produzione del podcast.

E qui veniamo a un ulteriore aspetto fondamentale.

3. Ho sufficienti risorse mentali e fisiche per realizzare il progetto di podcast che ho immaginato?

Magari questa considerazione vi avrà fatto sorridere. Tuttavia non sottovalutate il concetto di “sostenibilità”. Avrete abbastanza tempo per realizzare il vostro podcast, dopo l’entusiasmo del primo episodio? Avete tutti gli strumenti tecnologici che vi servono?

Uno degli aspetti alla base del successo di un podcast è la continuità. Ovvero la regolarità nella pubblicazione dei vostri contenuti. La comunità di ascoltatori è come una piantina che per crescere deve essere curata quotidianamente con attenzioni, cure, e nutrimento. Siete pronti? Bene.

Più complicato sarà il vostro progetto, più difficile la sua realizzazione. Tenetelo bene in testa quando iniziate a progettare. “Keep it simple” è spesso la parola d’ordine più appropriata, soprattutto se si è alle prime armi.

4. Quale progetto di diffusione voglio associare al mio podcast?

Convinti dell’obiettivo di raggiungere un pubblico il più vasto possibile e appurato quanto la continuità sia il primo elemento chiave per generare ascolti verso il vostro podcast, dovrete individuare qual’è l’emento distintivo del vostro podcast rispetto alla massa i podcast disponibili nelle varie piattaforme. In cosa si distingue, a quale esigenza risponde? Non fatevi spaventare da questi quesiti: le risposte più giuste sono quelle più semplici. Siete esperti di una materia a tal punto che potete considerarvi autorevoli? Le informazioni che porgete sono preziose e interessanti? Vi ritenete degli abili storyteller? Ecco fatto!

Ora viene il bello. Posto che non c’è la fila là fuori di persone che vogliono ascoltare la vostra produzione podcast, occorrerà comprendere come maometto (il podcast) andrà alla montagna (il pubblico). Innanzitutto un sito web dedicato è sempre da consigliare. Correlare una pagina facebook o instagram pure. Creare un piano editoriale di contenuti per tenere viva l’attenzione del vostro pubblico sulle nuove uscite, altrettanto essenziale. Insomma. Dopo il podcast c’è tanto altro lavoro!

5. Comunicare il mio podcast all’esterno

Un podcast non necessità di immagini, ma la sua comunicazione si! Pertanto il tuo podcast dovrà avere un’immagine, un marchio, un logo, insomma tutto ciò che ne rende possibile l’identificazione nell’universo di informazioni che offre il web. Ogni piattaforma di diffusione, da itunes a Spreaker, passando da Soundcloud, richiede il caricamento di un’immagine. Pensa anche ai vari blog che potranno recensire il tuo programma, anche loro troveranno un’immagine a corredo utile per pubblicare un articolo: tu al microfono, un selfie con un personaggio intervistato, ogni immagine è utile allo scopo. E non dimenticare che tutti i social che utilizzerai richiederanno un’immagine per la copertina. 

6. Quale strumentazione tecnica è necessaria per realizzare il mio podcast?

La cosa bella dei podcast è che possono essere realizzati con gli strumenti più disparati. E questo non ne inficia il successo. Ci sono podcast che vantano una grande diffusione realizzati con un microfono collegato a un computer (vedi il caso di Caffé Design) e podcast poco ascoltati con alle spalle una produzione di altissimo livello. Diciamo che il minimo di risorse che vi servono sono un microfono, magari USB, un computer con un software di registrazione, e un minimo di dimestichezza con i programmi di editing audio.

Se registrate a casa sceglietevi un luogo tranquillo. Di solito le due ante invernali dell’armadio aperte sono lo sfondo ideale per chi inizia con un podcast. Altrimenti piazzatevi in salotto e avvisate i vostri genitori di non fare troppo casino!

Per crescere non ci sono limiti ma ricordatevi il tip #3 sulla sostenibilità!

7. Come distribuire un podcast. Serve ancora il feed RSS?

Posto che chi scrive non è un nerd e non conosce granché del codice necessario a distribuire un feed ogni volta che pubblicate un nuovo podcast sul vostro sito, il consiglio che vi diamo è tanto semplice quanto pratico: affidatevi a una piattaforma di contenuti. I tutorial di Itunes, di Spotify, Spreaker e Soundcloud sono molto semplici e vi rendono la vita  facile. Perché trasformarsi in esperti del coding quando se ne può fare a meno?

Se avete un’idea per realizzare un podcast ma non volete mettere su una macchina infernale per la sua produzione, provate a parlarcene. Magari il vostro progetto potrebbe trovare spazio su Gli ascoltabili


Con Gli ascoltabili il podcast si impara all’università

Parla Giacomo Zito, cofondatore della piattaforma di podcast e docente alla NABA di Milano

Quando il coordinatore didattico dell’università mi ha proposto il progetto, non ci ho creduto. Insegno elementi di giornalismo e storytelling per futuri comunicatori da più di cinque anni, con un percorso dedicato ai progetti più disparati. Mai avrei pensato che l’offerta mi sarebbe giunta lo stesso anno in cui abbiamo lanciato la piattaforma di podcast dalla quale ci state leggendo.
Fare un podcast, per un giovane specialista di comunicazione, rappresenta una vera sfida con se stessi, mettersi alla prova, comprendere come migliorare le proprie capacità comunicative. Per il resto, anche in un podcast, il primato è sempre dell’idea e del progetto.
È arrivato il momento di studiare seriamente il fenomeno podcast. Oltre cinquanta studenti si sono cimentati nell’impresa.
Due classi di studenti alla vigilia della laurea specialistica di Design della Comunicazione si sono quindi immerse nell’analisi del grande successo dei podcast sia negli Stati Uniti che in Italia e hanno provato a ideare un format pensato apposta per questo medium. A fare del podcast uno strumento di arricchimento personale è stata la sua straordinaria adattabilità a riempire i tempi una volta morti delle nostre giornate. Complice lo smartphone, che funge anche da device di riproduzione di suoni, musica e, appunto, podcast.
Nessun limite alla forma di linguaggio, allo scopo, se di servizio o di intrattenimento. I podcast sono stati presi in considerazione in tutte le loro forme, analizzando stili di vita e modalità di ascolto del pubblico sempre crescente dei podcast addicted italiani. Da docente non immaginavo che il percorso didattico del creare un podcast sarebbe stato così entusiasmante per gli studenti. Questi ultimi, facilitati dalle loro conoscenze in ambito marketing e comunicazione, hanno lavorato non solo sull’idea creativa e il suo sviluppo, ma soprattutto nel progetto di valorizzazione del podcast e della ricerca di uno sponsor che trovi in questo strumento, un valido veicolo di comunicazione.

Un’università internazionale e multiculturale per approcciare il podcast senza barriere linguistiche.

In effetti non ci avevo pensato. In ciascuna classe del biennio specialistico della Naba sono presenti nutrite schiere di studenti stranieri, in particolare cinesi. Come avrei potuto farli cimentare in un progetto di podcast italiano? Semplice, facendogli fare dei podcast in cinese! Al di là della battuta, l’aspetto più importante dello studio è stato quello dell’analisi del mercato dei podcast, delle figure professionali che ruotano attorno al mondo della produzione audio, della capacità di ideare, progettare e realizzare tutti gli elementi che rendono un podcast memorabile.
Sviluppare lo storytelling efficace per un podcast è un obiettivo indispensabile per giovani studenti con poca esperienza alle spalle. Naturale che quasi tutti si siano appoggiati alla loro esperienza autobiografica per rendere i lavori convincenti, credibili e ingaggianti.
Restando in tema Cina, gli studenti della terra del Drago hanno evidenziato quanto fosse utile per loro parlare in un podcast dei loro problemi in un Paese straniero. Abbiamo scoperto che gli studenti cinesi fuori sede sono più di cinquecentomila, un numero pazzesco! E tutti vivono le stesse difficoltà, oltre che un’esperienza davvero fuori dal comune. Condividerla con i loro coetanei in Cina è diventato estremamente facile con i podcast da loro ideati. Il primo si intitola Hot Water e il secondo World China. Il nome Hot water nasce dal fatto che un luogo comune per i cinesi è essere considerati dei bevitori di acqua calda. Al contrario di noi europei che prediligiamo le bevande fresche. In questo stereotipo sta tutto il significato del podcast Hot Water. Il format, condotto dalle studentesse Yuan Joe e Zhang Han, racconta il bello e il brutto di un’esperienza formativa certamente esclusiva, ma che riserva anche diversi disagi. Interessantissimo podcast per chi parla cinese, da distribuire, oltre che su GliAscoltabili.it, anche sulla piattaforma di podcast cinese Himalaya.
Come Hot Water anche World China si concentra sulle differenze culturali. questa volta però il podcast è realizzato anche in inglese per raggiungere un pubblico di ascoltatori internazionali.

Lo studio del mercato alla base del percorso per produrre un podcast di successo.

L’immersione nel già variegato mondo dei podcast ha permesso di ottenere diverse informazioni. Soprattutto dal paese guida di questo crescente fenomeno dei podcast: Gli Stati Uniti d’America. Seguendo le orme dell’incredibile successo dei crime podcast, anche gli studenti Naba hanno elaborato un format dedicato alle storie inquietanti, scegliendo un taglio più glamour. È nato così Noir, the dark side of fashion, un format dedicato al lato oscuro delle stelle della moda. Da Versace a Gucci passando per Alexander McQueen, si scopre in ogni puntata come la moda non sia solo prestigio, stile e passerelle, ma presenti spesso un duro conto di dolore.
Sempre per restare in tema, Neverland, il podcast dedicato alle inquietudini delle grandi rockstar. Il pubblico dei podcast non è interessato unicamente alle crime stories, ma anche ad informarsi e ad arricchire la propria cultura. Ed ecco che dalla fervida fantasia degli studenti della Naba nascono alcuni podcast veramente originali. Bonifake 8 è un format che indaga con sarcasmo ed ironia nell’universo delle fake news. Un podcast che farà parlare di sé sicuramente, Linea 97 è un podcast di servizio che aiuterà gli studenti fuori sede a Milano a scoprire gli eventi più interessanti della città. Serendipity è il format che esalta il pensiero laterale come forma di massima creatività. Megané è uno squarcio di poesia per parlare in podcast dei temi che più ci interessano, dal tema della sostenibilità, la pace, la guerra, i rapporti umani, attraverso il filtro dell’opera cinematografica di Hayao Miyazaki.

Il sesso nei podcast poteva mancare?

Un gruppo di studenti si è infine cimentato nel tema del sesso in podcast. Naturalmente in chiave autobiografica, sette studenti si ritrovano nell’appartamento condiviso per raccontarsi le esperienze sessuali senza vincoli e tabù. Sono Quelli della 405, la vita come viene.
Alcuni di questi podcast realizzati dagli studenti saranno prodotti dalla nostra piattaforma di podcast e li potrete trovare a partire dalle prossime settimane su GliAscoltabili.it. Naturalmente fino al prossimo anno accademico in Naba che, vi assicuriamo, sarà dedicato nuovamente ai podcast pensati e creati dai giovani.