La musica e il podcast. Questione di feeling… e di diritti.

I podcast musicali sono potenzialmente tra i più richiesti. Ma anche quelli che hanno più limiti alla loro diffusione.

Memphis, aka Roger Mantovani nello studio degli Ascoltabili, durante le registrazioni di Vinyl Nights

Noi de Gliascoltabili.it abbiamo da tempo una gran voglia di cimentarci con un podcast di musica. Eppure abbiamo sempre qualche resistenza al riguardo, prevalentemente dettata dalle ferree regole che dominano il diritto d’autore e la gestione dei diritti di riproduzione delle opere.

Beninteso, non che avessimo intenzione di creare un podcast che non rispettasse la normativa. Al contrario, ci siamo informati e scoperto che, ahinoi, non esiste la possibilità di realizzare un podcast che, oltre che parlare di musica, possa anche fare ascoltare dei brani correlati. Il vuoto normativo, a nostro parere, è dato dalle due massime autorità al riguardo, ovvero la SCF, società che gestisce la raccolta dei compensi dovuti ad artisti e produttori per l’utilizzo di musica registrata, e la Siae, società italiana autori ed editori, che gestisce i diritti.

A quanto pare le due società hanno regolato la tematica dei podcast in modo incompleto, permettendo l’utilizzo di brani per realizzare un podcast unicamente quale derivazione di un programma radiofonico.

In conclusione, un podcast di argomento musicale contenente musica che non sia stato precedentemente oggetto di un programma radiofonico, non potrebbe essere depositato in rete, proprio perché non è letteralmente previsto nelle normative pensate da Siae e Scf: se non hai una radio – o una web radio – non potresti realizzare un podcast musicale.

Aggiungiamo che una web radio musicale, oltre ai costi di gestione tecnica, richiede anche qualche migliaio di euro di costi annuali per Siae e SCF, il che allontana i produttori di podcast dall’idea di occuparsi di musica suonata e ascoltata.

La musica e i podcast. Le novità arrivano dall’estero, ma non solo…

Abbiamo come al solito aperto una finestra nell’immenso panorama di podcast in lingua inglese e ci siamo imbattuti in una produzione americana realizzata indipendentemente da un ex pubblicitario e musicista, Jake Brennan.

Come spesso accade a chi racconta storie (lo posso confermare avendolo vissuto sulla mia pelle), questa vocazione per il podcast storytelling nasce anche per Jake in un momento di crisi personale e professionale. Jake chiede al suo migliore amico per quale motivo lo assumerebbe. E questi gli risponde: ti assumerei per raccontarmi una storia davanti a un microfono.

Jake si carica di entusiasmo e inizia a documentarsi e scrivere su ciò che ama di più: la musica. Disgraceland nasce così. Un podcast sulle vicende torbide e criminose che ammantano le vite di alcuni dei musicisti più famosi che hanno calcato le scene internazionali del rock and roll. 

Da Sid Vicious a John Lennon, da Frank Sinatra a Marvin Gaye.

Disgraceland è un podcast di narrazione perfetto, e non ha una canzone al suo interno. Le musiche originali sono scritte e suonate dallo stesso host (il conduttore), risolvendo in un colpo solo i rigidi limiti della riproduzione musicale all’interno del podcast diffuso in rete.

Un racconto coinvolgente, caratterizzato da una ritmica che tiene viva l’attenzione. Ma anche dal tono scanzonato e autoironico del conduttore. Da sentire.

Come fare un podcast di musica italiano?

E qui veniamo alle notizie di casa nostra. I podcast musicali che è possibile ascoltare su Itunes sono molti, ma emanazione diretta di altrettanti programmi radiofonici (Radio1, Radio2, Radio Dee Jay, ecc.).

Un tentativo di realizzare qualcosa di nuovo è venuto lo scorso anno da Alessio Bertallot, notissimo DJ e conduttore radiofonico, che ha realizzato un progetto insieme allo scrittore Alessandro Baricco.

Questi ha letto brani del suo romanzo più conosciuto, Novecento, alternando la lettura a scelte musicali effettuate dallo stesso Bertallot. Il problema del divieto di associare parole e musica in un unico contenitore, per le già citate questioni di diritti d’autore, è stato superato dall’utilizzo della piattaforma Spotify che ha gestito le parole lette da Baricco e le canzoni di Bertallot, come singoli eventi di una vera e propria playlist.

Certamente quello di PlayNovecento, questo il nome del progetto, è un esperimento geniale, che resta tuttavia un caso isolato.

Noi de GliAscoltabili intanto, registriamo tutti questi stimoli e siamo pronti ormai a scendere in campo con un progetto di narrazione a sfondo musicale in formato podcast.

Una serie di podcast di racconto che ha a che vedere con i vinili che hanno fatto la storia della musica.

Nasce Vinyl Nights, il podcast che racconta la vita che scorre nei solchi di un vinile!

Ed eccoci all’ultimo nato in casa Gliascoltabili.it. Un podcast di narrazione interpretato da Roger Mantovani che insieme a Giacomo Zito è l’autore del format, scritto sapientemente da Giuseppe Paternò Raddusa. Se ancora ci fosse qualcuno con dei dubbi sulla possibilità di realizzare un podcast a tema musicale senza… musica, ecco la risposta! In Vinyl Nights si raccontano le vicende umane, i moventi, le passioni che animano artisti, manager produttori a realizzare progetti ai quali sono in pochi a credere e che si trasformano in successi planetari. Il vinile dona un carattere di autenticità alla storia, immergendoci in un universo produttivo nel quale il click di una puntina sul vinile è musica esso stesso e capace di rievocare atmosfere affascinanti. Nel Podcast Vinyl Nights Memphis, aka Roger Mantovani, racconta come lui sa fare, supportato da una voce della coscienza che lo incalza, lasciando alla voce di wikilady, ovvero la splendida Adele Pellegatta, il compito di spiegare gli aspetti meno conosciuti e forse più tecnici delle storie. Un podcast da ascoltare tutto d’un fiato che vi aspetta sulla piattaforma gliascoltabili.it