I video podcast: un paradosso o una realtà?

Cosa sono i videopodcast?

Che gli ascoltatori abituali di podcast siano in costante aumento, non solo negli USA ma anche in Europa e in Italia, ce lo dimostrano molti dati. Proprio nell’epoca in cui si pensava che il video avrebbe trionfato, i fruitori di contenuti puramente audio crescono costantemente. Perché, allora, soprattutto negli Stati Uniti, diversi tra i più popolari podcast vengono pubblicati su YouTube corredati da contenuti video? Non solo: sulle piattaforme podcast – Apple, in particolare – i videopodcast si fanno più numerosi: CNN 10, per esempio, che, quotidianamente, riassume in dieci minuti le notizie più importanti del giorno; oppure il seguitissimo TED, che non si limita, come si potrebbe credere, a trasformare in podcast le sue già note conferenze, ma crea dei contenuti nuovi appositamente concepiti. Resta YouTube, però, il luogo in cui questo formato si trova in abbondanza. Perché? Qual è, allora, la differenza tra un podcast e un comunissimo video in streaming?

I videopodcast, quel qualcosa in più.

Andiamo con ordine. Un video podcast, come si può intuire, non fa altro che aggiungere, all’elemento audio, l’elemento video. Provate a guardare, per esempio, il nostro @Home – Tecniche di sopravvivenza, il video podcast nato per superare bene la quarantena. L’elemento video, si diceva, può essere di vario tipo e diversa complessità: semplici immagini o filmati di accompagnamento, motion graphics, oppure – come più spesso accade – i volti di chi parla, anche ripresi in studio di registrazione e variamente montati. Già, i volti; tra poco torneremo sull’importanza di questo elemento. Intanto, come si può aver intuito, in un video podcast resta comunque l’audio l’elemento più importante. Per quanto la complessità video possa variare, alla fine un video podcast può essere anche solamente ascoltabile (esatto: come i nostri podcast). Il contrario, invece, non è possibile.

YouTube. Ovvero Dove ti ascolto i podcast

Sia come sia, si pensi che, secondo un studio di Futuri Media/University of Florida citato da The Verge, YouTube è attualmente il podcast player dominante sul mercato: il 43% degli ascoltatori di podcast mensili afferma di aver utilizzato, nell’ultimo anno, la nota piattaforma video per ascoltare podcast; più di Apple (34%) e Spotify (23%). Certo, si potrebbe obiettare, i contenuti su YouTube possono anche essere formati, di fatto, di solo audio (qualche foto e due scritte in sovrimpressione non fanno un video podcast). Tuttavia, se si fa una ricerca, si può empiricamente notare come i podcast di maggior rilievo abbiano in genere un vero elemento video. In alcuni casi, addirittura, podcast di successo già esistenti hanno deciso di offrire, tramite YouTube, i loro programmi in un nuovo formato video podcast, differenziando i contenuti per spingere gli ascoltatori che vogliono approfondire l’ascolto verso il tradizionale formato. Come ad esempio hanno fatto Joe Rogan con il suo  Joe Rogan Experience e H3.

Il podcast H3, in particolare, utilizza uno dei take più popolari nel formato “YouTube podcast”. Vi sono, infatti, tre canali: H3H3 Productions (6 milioni di iscritti), H3 Podcast (2 milioni) e H3 Podcast Highlights (1,3 milioni). Il canale principale viene utilizzato per commenti più lunghi, le collaborazioni speciali e gli sketch comici. Gli ultimi due, invece, sono dedicati esclusivamente al podcast. Il principale canale Podcast H3 ha oltre 208 milioni di visualizzazioni totali, ma il canale secondario dedicato alle clip di ogni episodio ne ha oltre 388 milioni. La creazione di un canale separato per le clip consente ai podcaster di sfruttare l’algoritmo di raccomandazione di YouTube, che mostra i contenuti su argomenti specifici a cui uno spettatore è già interessato.

Perché un videopodcast?

Ora resta la domanda principale: perché? Inutile girarci intorno: YouTube dà accesso a una platea di due miliardi di utenti registrati (sì, avete letto bene). Spotify ha “solo” 230 milioni di utenti mensili. Inoltre, grazie alla funzione che genera in automatico i sottotitoli, la piattaforma può far arrivare il proprio contenuto in tutto il mondo. Insomma, non c’è storia. Ma YouTube è pensata per il video, non per il podcast. E sono pensate per il video anche tutte le funzioni di marketing e monetizzazione che la stessa piattaforma offre. Si interfaccia bene, poi, con i social network; anche questi pensati per il video più che per i podcast. Se è vero, infatti, che sui social è possibile condividere anche delle clip audio, è altrettanto vero che le clip video sono di maggiore e più immediata presa sugli utenti, grazie soprattutto alle modalità di anteprima, fruizione e condivisione che gli stessi social offrono.

Scienza e podcast

Approfondiamo un altro aspetto. Poco sopra abbiamo fornito un dato curioso: in genere, nei video podcast, l’elemento video è formato dai volti degli speaker o degli ospiti. In più – si diceva –, il video si può anche ignorare e mantenere la fruizione classica di solo audio senza perdere fondamentali elementi di significato o narrazione. Perché, allora, investire tempo e denaro per creare contenuti video? Qui la risposta ci viene dalle scienze cognitive. «Because half of the human brain is devoted directly or indirectly to vision». Queste le parole del professor Mriganka Sur del MIT’s Department of Brain and Cognitive Sciences. Noi esseri umani siamo tendenzialmente animali “visuali”. Recuperiamo più facilmente informazioni tramite le immagini, apprendiamo più facilmente, ricordiamo meglio. Insomma, un podcast corredato di volti riesce ad arrivare a un pubblico più ampio e a risultare più memorabile, e genera maggiore desiderio di serialità e ripetizione. Molto più di quanto possa fare il solo audio. Una caratteristica sorprendente della memoria umana, infatti, è che le immagini sono ricordate meglio delle parole. I test di riconoscimento evidenziano come le persone riescano a ricordare più di due mila immagini con almeno il 90% di accuratezza, per un periodo di diversi giorni, anche con tempi di presentazione molto brevi durante l’apprendimento. Questa eccellente memoria per le immagini supera la nostra capacità di ricordare le parole. Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che le immagini vengano associate automaticamente e con più facilità ad altre conoscenze sul mondo. Il che si traduce in una codifica più elaborata di quanto si verifichi con le parole.

Guardiamoci in faccia su… youtube!

Ma non solo: la nostra attenzione è particolarmente sensibile ai volti, alla loro ricerca e indagine, alla loro memorizzazione. Tale attitudine diventa più importante man mano che si invecchia, a causa della ricchezza di informazioni che si possono ottenere dai volti. Secondo alcuni psicologi, le caratteristiche facciali ci forniscono addirittura più dati della stessa lingua parlata. Noi umani siamo “progettati” per far gravitare la nostra attenzione sui volti di altri umani. Usiamo le espressioni facciali di altre persone per sviluppare il contesto emotivo. La tua battuta è stata una freddura? I tuoi manicaretti hanno deliziato o no gli ospiti? Devi osservare i volti delle persone per scoprirlo. Gli umani hanno circuiti neurali specifici dedicati al riconoscimento facciale. Vivono nel lobo temporale mediale e si scatenano ogni volta che vediamo una faccia. Questi circuiti fanno sì che un volto balzi subito in primo piano nella nostra attenzione, anche quando è in competizione con altri stimoli. Quindi il nostro cervello reagisce in modo diverso ai volti. Dà a questi la priorità rispetto ad altri stimoli visivi. 

E poi? E poi niente

Il video, insomma, offre al pubblico un motivo in più per scegliere un podcast anziché seguire il flusso di altri stimoli a cui sono quotidianamente soggetti. Un podcast video propone un diverso tipo di attrattiva che l’audio da solo non può offrire.

A questo punto, però, è bene tirare le fila. Abbiamo visto come, di fatto, in un video podcast l’elemento video – almeno per il momento – non va a intaccare l’elemento audio. I podcast restano quello che sono: degli ascoltabili. Il video, tuttavia, permette di arrivare a platee molto più ampie, di utilizzare più facilmente gli algoritmi di promozione e diffusione dei social, di rendere più memorabili i propri contenuti. Insomma, non ci troviamo di fronte a una rivoluzione. I creatori di podcast sanno che YouTube è uno strumento prezioso per lo sviluppo e la crescita di podcast, ma YouTube non ha innescato alcun cambiamento nei prodotti che possa arrivare a trasformarli. Piuttosto, la crescita comune che stanno avendo i podcast  di qualità deriva dalle iniziative dei loro autori e dalla qualità dei loro contenuti; oltre che dall’intuizione di come utilizzare YouTube a loro vantaggio.


I 5 podcast de Gli Ascoltabili da non perdere

Per orientarsi nella proposta podcast

Fino a pochi anni fa, fare podcast era un’attività pionieristica, di nicchia, e pochi nel nostro paese conoscevano il significato di questo termine. Oggi c’è ancora confusione riguardo questo formato straordinario, spesso scambiato con l’audiolibro. Il panorama però è cambiato: soprattutto nel 2020, l’offerta di podcast italiani si è arricchita vertiginosamente, tra prodotti amatoriali e di alto livello, audio e video, gratuiti o a pagamento, brandizzati o no-logo. Persino molti vip si sono lanciati di recente nel settore, da Alberto Angela a Fedez, da Alfonso Signorini a Diletta Leotta.

A influenzare tale svolta è stato sicuramente il periodo di lockdown, che ha spinto molti a esplorare i più svariati mezzi di intrattenimento: su tutti, per l’appunto, il podcast. Anche Gli Ascoltabili può contare ormai su un’ampia proposta di contenuti che si adattano a gusti ed esigenze diverse.

Per aiutare coloro che si sono appena avvicinati al mondo podcast a orientarsi in questo “mare magnum”, segnaliamo qui una piccola selezione (non una classifica) dei nostri podcast di qualità… posto che, naturalmente, tutte le nostre serie sono imperdibili!

Viaggi fisici…

Nella stagione più afosa, perché non viaggiare almeno con l’immaginazione verso cime fresche e innevate? E perché non farlo con professionisti dell’alpinismo? Nei sei episodi del podcast Il peso dell’aria, ci spostiamo tra le epoche e le montagne del mondo per ripercorrere imprese straordinarie di scalate al cielo. Storie di donne, uomini e montagne, storie di vittorie o fallimenti, di avventure pericolose ma sempre rispettose della severità di pareti e ghiacciai. Attraverso queste vicende, scopriamo inoltre ritratti di personaggi che hanno segnato la storia dell’alpinismo e, a volte, della società e del costume. La serie è tratta dal libro “Nel castello delle storie” di Marco Albino Ferrari, e raccontata dalla voce dello stesso autore, che si alterna alla narrazione con l’attrice Roberta Federici. Questa serie in podcast schiude le porte di un mondo magico ed emozionante, trasportando gli ascoltatori negli ambienti rarefatti dove “il peso dell’aria” si fa più sottile.

…e viaggi letterari

C’è chi ama le gite fuori porta, e chi invece preferisce starsene tranquillo in compagnia di un buon libro. Per tutti questi ascoltatori, il podcast di riferimento è Scaffali Roversi: ultimo arrivo sulla nostra piattaforma, dedicato agli amanti della letteratura. Ne abbiamo parlato poco tempo fa qui. In questo podcast realizzato in collaborazione con il giallista Paolo Roversi, raccontiamo le vite e le opere di alcuni tra i più grandi nomi della letteratura.

Una selezione fatta proprio da Roversi, nella quale lo scrittore noir individua i suoi personali maestri. Autori irrinunciabili per chiunque voglia avvicinarsi alla scrittura, o semplicemente ami scoprire vite e personalità straordinarie. Sapevate ad esempio che Giorgio Scerbanenco, prima di diventare il padre del noir italiano, curava una popolarissima rubrica su una rivista femminile con lo pseudonimo di Adrian? E conoscevate il mistero della scomparsa di Agatha Christie durata undici giorni (qui a Gli Ascoltabili ci abbiamo dedicato un podcast in esclusiva per Audible)? Queste e molte altre curiosità in Scaffali Roversi, raccontate da Paolo Roversi e dalle voci stesse degli autori protagonisti.

Una riflessione sociale tra realtà e fiction

Di recente lo abbiamo visto ospite al popolare podcast di Fedez Il Muschio selvaggio, ma i nostri più attenti ascoltatori si ricorderanno di lui per una serie realizzata con Gli Ascoltabili nel 2019. Stiamo parlando del neuropsichiatra Furio Ravera. In Gli adolescenti si fanno male, Ravera esordisce nel mondo dei podcast per affrontare il tema delicato del disagio psicologico giovanile.

Agli adolescenti Furio Ravera ha dedicato anni di carriera, incontrandone tantissimi, ascoltando le loro storie e infine raccogliendole in un libro. È proprio da questo prodotto che prende spunto la serie in podcast omonima, che unisce fiction e realtà: la voce di Ravera ripercorre qui le esperienze complesse di ragazzi alle prese con i saliscendi emotivi della fase più stramba della vita. Come spiega Ravera, i racconti degli adolescenti sono speciali, perché tanto breve è l’arco di tempo che ricoprono, quanto intensa è la sofferenza a essi associata. Il risultato è un podcast che coniuga identificazione e intrattenimento.

Il podcast comico

Cambiamo totalmente genere e target, dalla riflessione al divertissement, dal dramma reale alla comicità della fiction pura. Parliamo di HardCorviale! Interpretato dal bravissimo Fabio Quinti Asmanzio, il podcast racconta la tragicomica epopea di Nando Moricone, pensionato che si dichiara “vittima della crisi del porno”. Infatti, da quando l’ultimo videonoleggio della zona chiude i battenti, lui si trova costretto ad affrontare un viaggio iniziatico alla scoperta del web. Lo farà affiancato da una “guida”: il rapper Derek. Palcoscenico della storia è il quartiere periferico di Roma che si chiama proprio Corviale ed è di ispirazione per il titolo del podcast. La serie nasce da un’idea Fabio Di Ranno, Valeria Giasi e Dario Vero, autori, sceneggiatori e produttori televisivi (I Cesaroni). Dalla collaborazione con Gli Ascoltabili, è stata creata questa produzione che strizza l’occhio alla commedia all’italiana, trasportando un immaginario irresistibile nell’universo della narrazione ascoltata. Imperdibile!

“Il primo amore non si scorda mai”

L’ultima segnalazione dei nostri 5 podcast da non perdere riguarda un titolo ormai storico de Gli Ascoltabili, che ha dato l’avvio alla nostra piattaforma. Si tratta di Destini incrociati, il podcast ideato da Giacomo Zito nel 2010, quando ancora nessuno parlava di podcast. Una serie di spessore per uno spunto in apparenza semplice, ovvero: che cosa succede quando un incontro inaspettato cambia prepotentemente la vita e il destino di due persone? Ogni episodio un racconto, due vite, sullo sfondo del contesto socio-culturale di riferimento e degli avvenimenti salienti che hanno segnato la nostra storia. Destini incrociati è poi approdato sul piccolo schermo (Sky Arte HD) come “Destini Incrociati Hotel”, guadagnandosi il premio Ennio Flaiano 2014 come miglior programma culturale.

Come si sarà inteso dalla varietà dei contenuti segnalati, il podcast è un formato estremamente versatile, che dal punto di vista autoriale si presta a diversi trattamenti. Dal punto di vista del pubblico, invece, può essere ascoltato in svariati momenti della giornata (la corsa mattutina, la pausa pranzo, durante i mestieri di casa, prima di andare a letto, in auto… e così via). Tutto sta nel trovare il podcast che più fa al caso vostro. Non ci resta che augurarvi: buon ascolto!


La “gelida” estate di Demoni Urbani

Per molti iniziano le ferie, non per la serie crime più amata

Il 4 maggio 2020 si è conclusa la terza stagione di Demoni Urbani, gettando nello sconforto migliaia di seguaci (2.054 i likes della pagina Facebook dedicata). Un coro di voci disperate si è subito levato sui social de Gli Ascoltabili: “Quando tornate?”, “Come faremo senza la voce di Francesco Migliaccio?”, “Non sarà più lunedì senza Demoni Urbani”… e così via. 

D’altronde, era prevedibile: il crime Demoni Urbani è uno dei podcast di maggiore successo della nostra piattaforma, che dalla sua nascita è riuscito a collezionare una schiera di ascoltatori sempre più nutrita e affezionata. Di conseguenza, come l’arrivo di una nuova stagione è accolto con entusiasmo, la sua conclusione suscita dispiacere in tutti coloro che ogni lunedì sera alle 23 si connettono per ascoltare un episodio inedito.

Per un po’, il nostro social team ha giocato con i fans, seminando il dubbio su una  possibile chiusura definitiva della serie. Un pizzico di “perfidia”, solo per tenere gli ascoltatori sulla corda un altro po’.

Naturalmente, non c’era nulla di fondato: Demoni Urbani non va da nessuna parte. 

Tutto il contrario: a solo un mese e mezzo dalla fine della terza stagione, Gli Ascoltabili ha annunciato a sorpresa il ritorno dell’amatissima serie. Una “summer edition” totalmente inedita, che inaugura l’estate nel segno del crime.

Al mare, in montagna o a casa propria, l’estate si ascolta nelle cuffie

La stagione più calda avrà tutto un altro sapore grazie al ritorno del podcast crime. Diciamolo, sono mesi particolari: l’emergenza COVID-19 ha ridefinito i piani per l’estate, che in Italia solitamente si dividono tra ombrellone e camminate nel verde. Chissà quante persone riusciranno a vivere le ferie come preventivato. Difficile quindi, più degli anni passati, immaginare il contesto in cui i fans dei podcast italiani ascolteranno la nuova stagione della serie sui delitti d’Italia: sdraiati in spiaggia? Oppure tra le mura di casa? In ogni caso, ci penserà Demoni Urbani a portarci in villeggiatura. Naturalmente… a modo suo.

Per questa stagione, il team autoriale de Gli Ascoltabili ha selezionato storie delittuose verificatesi nei mesi estivi, oppure legate a gite fuori porta. È così che gli appassionati di crime potranno immergersi ancora di più nelle vicende raccontate, ascoltando il podcast nello stesso periodo dell’anno in cui sono avvenuti gli omicidi, e chissà, magari scoprendo di trovarsi nelle stesse località o in situazioni analoghe (la gita in barca, la scampagnata sui monti…ecc.). 

Protagonista dell’episodio, una storia drammatica che certamente è ancora impressa nella memoria di molti ascoltatori: l’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, nella sua villa a Roma. La storia è nota. I primi sospetti ricaddero sul figlio dell’insegnante privata dei bambini e, in seguito, sull’ex cameriere: entrambi furono però scagionati dal DNA. Alla contessa erano intestati sei conti bancari in Svizzera che si ipotizzò servissero da transito per operazioni del SISDE, ma non fu mai stato dimostrato. All’epoca, l’impatto mediatico fu enorme, per un intrigo sciolto vent’anni dopo, con un ulteriore test del DNA che incastrò il filippino. 

Per quanto riguarda i temi dei prossimi episodi… no spoiler! Come sempre, finché gli episodi non sono online, la redazione de Gli Ascoltabili si riserva di mantenere il mistero circa le storie che saranno raccontate.

Con la “summer edition”, Demoni Urbani chiede l’aiuto dei suoi fans

La veste “estiva” non è l’unica novità della nuova serie. Con la pubblicazione del podcast, questa volta gli ascoltatori sono stati accolti da una richiesta particolare: quella di fornire un piccolo contributo per sostenere la realizzazione della prossima stagione. Una piccola campagna di fundraising.

Infatti, come i fans sanno, Gli Ascoltabili è una piattaforma indipendente di podcast gratuiti, tra i quali rientra anche Demoni Urbani. Dietro lo schermo ci sono però molte persone al lavoro per mantenere alta la qualità di queste serie e garantirne pertanto il successo: autori, art director, attori, speaker, produttori, tecnici del suono, esperti di comunicazione social. Un lavoro costante alimentato dalla passione, che richiede tempo, energia e attrezzature adeguate.

Così, senza stravolgere la sua natura di podcast gratuito, Demoni Urbani per il futuro ha chiesto aiuto al suo pubblico: quel pubblico che è stato determinante per dare alla serie il successo che ha ottenuto in questi anni. La richiesta è di versare un piccolo contributo monetario di €4,90. 

A lanciare l’appello non poteva che essere lui: Francesco Migliaccio, attore teatrale di spicco e voce ormai storica di Demoni Urbani, amatissimo dal pubblico.

Il regalo di Demoni Urbani per i partecipanti al crowdfunding

Naturalmente gli ascoltatori sono liberi di scegliere se fare l’offerta richiesta, oppure no. La stessa natura del crowdfunding è quella di “chiedere”, non certo esigere. Sempre secondo le regole del crowdfunding, è previsto però un gesto concreto come ringraziamento per coloro che aderiscono.

Infatti, alle persone che offriranno quei €4,90, Gli Ascoltabili ha pensato di riservare un vantaggio esclusivo: l’invio di due puntate inedite che non verranno mai pubblicate online, ma che resteranno nella loro collezione personale di Demoni Urbani. 

Con questo piccolo contributo, il pubblico aiuterà a far sì che ci siano altre stagioni di Demoni Urbani gratuite per tutti. Come contribuire? Sarà sufficiente cliccare sulla pagina dedicata e compilare il form con i dati richiesti.

Il pubblico di Demoni Urbani ha già iniziato a rispondere alla richiesta d’aiuto, e noi de Gli Ascoltabili non possiamo che rinnovare il nostro più sentito ringraziamento per l’affetto e la fiducia che ci riserva ogni giorno da tre (ormai quattro) stagioni del podcast a questa parte. Già sentiamo che questa iniziativa non farà altro che avvicinarci sempre più ai nostri ascoltatori: da parte nostra, continueremo a impegnarci per realizzare podcast di qualità come facciamo da sempre. Per il momento, auguriamo a tutti buone vacanze estive in compagnia di Demoni Urbani!