Podcast per bambini? Sì, grazie!

Infanzia e podcast: un trend in crescita

Infanzia e podcast: un trend in crescita

Il mondo dei podcast e più in generale dei contenuti audio si sta aprendo sempre più al pubblico infantile. Di questo si parla già da qualche anno: le principali fiere di libri segnalano un trend in crescita nel consumo di audiolibri per bambini e i produttori di podcast hanno integrato i propri cataloghi con contenuti originali dedicati ai più piccoli

In fondo, non c’è da stupirsi: con l’affermarsi della domotica, gli assistenti vocali sono una presenza sempre più diffusa nelle case, che ha favorito l’emergere di numerose applicazioni per l’ascolto e la riscoperta dei contenuti audio

Guardando al contesto familiare, a questo fenomeno se ne accosta un altro: quello di genitori dall’agenda sempre più fitta, che ricorrono alla tecnologia per farsi aiutare nella gestione quotidiana dei figli. Si è iniziato con le favole della buona notte: pare che in moltissimi le facciano raccontare da assistenti vocali come Alexa, Google Assistant o Siri. Un fenomeno che ha già fatto gridare allo scandalo psicologi, sociologi, giornalisti, preoccupati che si perda il valore della lettura condivisa, di quel particolare “tempo di qualità” speso dai genitori coi propri figli. Eppure, se ci pensiamo, non si tratta di una novità assoluta: per fare solo un esempio, le famose Fiabe sonore della Fabbri hanno visto la luce nel 1966! 

Si potrebbe inoltre obiettare che non necessariamente l’inserimento dell’assistente vocale nella routine di famiglia esclude la partecipazione attiva dei genitori al momento di gioco. Questo risulta ancora più evidente se si sposta il focus dagli audiolibri ai podcast: ovvero a formati che non propongono semplicemente la lettura di un libro, bensì un contenuto in serie più strutturato, che può prevedere una narrazione, ma anche un talk, un quiz, o una modalità di intrattenimento interattiva che cambia di episodio in episodio. Il tutto naturalmente a misura di bambino.

Podcast per bambini in Italia

Quali sono quindi i modelli attuali a cui guardare nella nuova frontiera di intrattenimento audio per l’infanzia?

Se si guarda all’Italia, il mondo dei podcast per bambini è ancora in fase embrionale. D’altra parte, il podcasting in generale da noi si è diffuso più tardi che altrove, e solo ora sta vivendo un momento di “esplosione”. Per quanto riguarda i prodotti per l’infanzia, è ancora grande l’influenza degli audiolibri e delle modalità di intrattenimento tradizionali. È così che la maggior parte dei – pochi – podcast italiani per bambini esistenti al momento è incentrato sulla lettura/interpretazione di fiabe: da quelle tradizionali, come nella serie di RadioCivitainBlu dal titolo Nonno, raccontami una favola, ad altre più moderne o inedite, con podcast quali Storie senza paura e Le storie fantastiche del Signor Rockteller.

Al mondo delle fiabe è dedicata anche Piccolaradio, la web radio di Radio3 per bambini.

Senza nulla togliere alla qualità dei prodotti esistenti, sembra dunque che in Italia ci sia ancora ampio spazio di sperimentazione per questo segmento di mercato dei podcast. E si tratta di un segmento rilevante, se si pensa che il settore kids (tra giocattoli, abbigliamento, design e, non ultimo, intrattenimento) si attesta tuttora come uno dei più fruttuosi. 

Una bella sfida per chi, come Gli Ascoltabili, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli nella realizzazione di podcast originali!

Podcast per bambini made in USA

Per trovare un panorama più variegato di podcast per under 12 bisogna guardare (neanche a dirlo) oltreoceano, là dove per primo si è diffuso il fenomeno dei podcast. È allora che si scopre che il target kids è capace di stimolare la creatività degli autori di podcast come nessun altro, dando vita a serie originali di altissimo livello. 

È il caso ad esempio di The unexplainable disappearance of Mars Patel, podcast pluripremiato di genere crime interpretato da bambini e pensato per un pubblico dagli 8 ai 12 anni. La serie è prodotta da Gen-Z Media, podcast network per famiglie, ed è arrivata già alla sua terza stagione.

Sempre di Gen-Z Media in collaborazione con PRX è The Big Fib, game show che in ogni episodio vede un bambino intervistare due adulti su un particolare argomento. Solo uno dei due adulti però è un vero esperto della materia, l’altro è un bugiardo. Il bambino dovrà dunque saper porre le giuste domande e valutare le risposte per smascherare il truffatore. Il podcast, che in precedenza si chiamava Pants on Fire, ha avuto talmente successo che ha dovuto cambiare nome perché Disney+ ne ha tratto uno show televisivo col titolo originario. 

A bambini più piccoli si rivolge invece un interessante podcast prodotto da Gimlet, ovvero Chompers. L’idea è semplice ma brillante: due minuti di contenuto, il tempo consigliato dai dentisti per lavarsi i denti. Quell’operazione spesso mal tollerata dai più piccoli. Mentre li guida a usare lo spazzolino, il podcast intrattiene i bambini con giochi, barzellette o racconti divertenti.

Si segnalano poi serie varie di approfondimento, come Wow in the World, primo podcast per bambini prodotto da NPR, o il fortunato Brains On!, di American Public Media, dedicato al mondo della scienza. Infine, le “news per bambini” proposte da Kidnuz.

Perché un podcast per i più giovani

Come si intuisce dagli esempi presentati, il podcast per bambini può facilmente diventare un divertimento per tutta la famiglia. Soprattutto considerando il fatto che la fruizione audio si adatta a diverse situazioni quotidiane, e anzi le arricchisce: i viaggi in macchina, le attività di routine noiose ma necessarie (per l’appunto, lavarsi i denti, ma anche vestirsi o fare il bagnetto), il momento di andare a letto. Il podcast di qualità dà inoltre l’opportunità al genitore di condividere l’ascolto con il figlio, allo stesso tempo dedicandosi ad altro.

I punti a favore dei podcast per l’infanzia non finiscono qui. Come già segnalavamo in precedenza, tanti se ne sono resi conto durante il lockdown: il podcast è un’ottima idea anche perché è un tipo di intrattenimento che non (necessariamente) coinvolge uno schermo. Intendiamoci: non c’è nulla di male nei contenuti video, ma è utile che la cosiddetta generazione Alpha – la classe 2010 e oltre, che nasce “con il tablet in mano” ed è abituata a ragionare in termini visivi – abbia la possibilità di esplorare forme di fruizione alternative. 

Non bisogna infatti sottovalutare il potenziale educativo del podcast. Ci sono alcune capacità e competenze che il formato audio e il podcast in particolare aiuta a sviluppare meglio del video: ad esempio la capacità di ascolto e comprensione di un contenuto, l’attenzione al dettaglio, la conoscenza del lessico, l’allenamento mnemonico. Il podcast spinge inoltre il bambino a vagare con l’immaginazione, stimolando dunque in lui la capacità di storytelling

Noi de Gli Ascoltabili da sempre seguiamo con interesse l’evoluzione del mondo podcast in Italia e all’estero. Naturalmente non ci facciamo sfuggire anche le considerazioni relative all’infanzia. Contiamo tra non molto di contribuire anche noi allo sviluppo di questa interessantissima fetta di mercato, che si dimostra ricca di potenziale e di spunti creativi. Stay tuned!