Podcast e scuola: un binomio vincente?

No, non stiamo parlando del self-learning

Di podcast per imparare, online, se ne trovano tanti. Podcast motivazionali, ad esempio, di quelli per la crescita personale. Ci sono, poi, tantissimi podcast per apprendere l’inglese o un’altra lingua, o per fare trading . O addirittura per fare i podcast! Ma quanti ce ne sono pensati per la scuola? Pochissimi, in Italia, o forse nessuno che nasca veramente come tale. Perché? Qui a Cast Edutainment e a Gli Ascoltabili stiamo analizzando il fenomeno. Se volete darci una mano, rispondete a questo sondaggio e magari fatelo circolare:

Occhio alle orecchie: abbiamo qualche dato parziale

Intanto, abbiamo già qualche dato parziale che ci permette di trarre qualche spunto di riflessione.

Il 2020 annus horribilis ma anche annus mirabilis della rivoluzione ascoltabile

Cominciamo col dire – anche se ormai sembra quasi un esercizio retorico – che il lockdown ha segnato uno spartiacque fondamentale: ha creato un prima, in cui i podcast erano conosciuti solo da una nicchia di appassionati, e un poi, in cui più o meno tutti (a prescindere che siano ascoltatori abituali di podcast o meno) sanno cosa sia lo strumento e magari saprebbero anche dove trovarlo. Ma di questo avevamo già ampiamente parlato qui.

Studenti all’avanguardia e insegnanti in retroguardia. O forse no?

Sappiamo, poi, che il medium è più conosciuto e apprezzato dagli studenti che dagli insegnanti. È vero: non ci meravigliamo più di tanto. Va fatta, tuttavia, una considerazione. È probabile che a falsare questo dato sia la presenza di insegnanti over 40 e over 50, fascia anagrafica che, come ci mostrano già altri dati, è ancora resistente alla penetrazione dei podcast. In realtà, considerando questi dati parziali, sembrerebbe che l’ascolto di podcast tra gli insegnanti di età compresa tra i 25 e i 40 anni sia ben più frequente che tra gli studenti delle scuole superiori. Anche se c’è un dato curioso: questi stessi insegnanti usano molto di più i podcast per formarsi, studiare, aggiornarsi che non per insegnare. Eppure sembrerebbe che tutti dispongano di attrezzature sufficienti, a scuola come a casa, per poter far ascoltare dei podcast ai propri studenti. D’altronde, questi stessi insegnanti assegnano un punteggio più alto ai podcast come strumento di apprendimento che ai podcast come strumento di insegnamento. Perché? Probabilmente – ma qui, per ora, siamo nel campo delle pure ipotesi – permane una visione per cui il podcasting serve per il self-learning, non per accompagnare, approfondire o completare una lezione.

Tanti esempi di podcast didattici

Certo – si potrebbe obiettare – se non ci sono podcast pensati appositamente per le scuola come si può pensare che gli insegnanti li usino per insegnare? In realtà il discorso è più complesso. Ed è più complesso perché di podcast pieni di materiali di approfondimento, nelle più svariate discipline, ce ne sono tanti. Pensate solo agli, ormai incensatissimi, podcast di storia di Alessandro Barbero. Oppure – perché no? – alla nostra serie Gli adolescenti si fanno male. Qui di seguito, per esempio, trovate una puntata con la quale si può affrontare in classe un importantissimo tema di attualità: il coming out.

Esempi di podcast didattici ce ne sono numerosi. Certo, il mondo anglosassone ci offre un panorama ben più variegato e intrigante. Guardate qui, per esempio: trovate numerosi materiali divisi per livello scolastico e ricchi di paratesti. Oppure qui: cinquanta podcast solo per gli studenti delle scuole superiori. E poi ancora qui: i più svariati canali che possono usare gli studenti per ripassare, studiare, approfondire.

I podcast, la scuola e il futuro

Insomma, il mondo editoriale didattico italiano, come spesso accade in questi ambiti, ha ancora numerosi passi in avanti da fare. D’altra parte il 2020 potrebbe essere stato il terremoto che ha scosso anche il panorama dei podcast scolastici. Staremo a vedere. Intanto riflettiamo ancora su un punto. Perché si dovrebbero usare i podcast a scuola? Non si rischia di entusiasmarsi un po’ troppo per il mezzo senza, poi, effettivamente pensare al fine? Decisamente no. I podcast possono essere persino più utili dei video documentari o animati che si usano già da tempo. È vero: dal nostro sondaggio emerge che, secondo l’opinione di studenti e insegnanti, le cose stanno nei termini contrari. Ma ci sentiamo di poter sostenere questa tesi senza timore. Volete sapere perché?

In primo luogo, per quello che abbiamo già detto in più occasioni: l’audio è il mezzo del futuro. Il mezzo per la trasmissione di informazioni, naturalmente. Il podcast è un medium estremamente flessibile e versatile, che consente di diffondere contenuti di alta o altissima qualità con costi decisamente contenuti. Almeno rispetto al video. Provate a dare un’occhiata ai video didattici su YouTube, per esempio. A parte alcuni fatti molto bene e pieni di informazioni dettagliate fornite in maniera ingaggiante, tantissimi sono raffazzonati, noiosi e privi di un pensiero di edutainment alla base. Il podcasting, invece, permette ad aziende editoriali e media house, senza spingere agli estremi il rapporto costi-benefici, di ingaggiare autori e attori per produrre podcast didattici dall’alto valore formativo.

Sappiamo bene, in secondo luogo, come la generazione z (o dei post millenials, o Gen Z, iGen, Post-Millennials, Centennials, Zoomer, Plural: insomma, chiamatela come diavolo volete) sia abituata a livelli di attenzione continuata molto contenuti. Qui e qui potete trarre, dalle parole di uno Psicologo dei consumi, anche qualche informazione neuroscientifica sull’argomento. Quindi, venendo al sodo e senza tergiversare, potete rendervi conto come dare a un podcast – cioè uno strumento che non richiede un’attenzione esclusiva – a uno studente abituato a fare più cose contemporaneamente può essere il mezzo più efficace per traghettare informazioni verso il suo cervello. Informazioni difficilmente traghettatili in altro modo. Credete davvero che, nel tempo libero, quel ragazzo si metta davvero a guardare un video didattico di venti minuti su YouTube? Difficile.

E poi, in terzo luogo, volete sapere un altra cosa? Non diffondete troppo la voce, però. Si può anche fare didattica creando un podcast. Cioè con alcuni strumenti che le scuole possono permettersi o – meglio – creando una convenzione con qualche azienda editoriale, si possono creare degli oggetti audio insieme agli studenti che, oltre a permettere l’apprendimento durante la realizzazione, possono diventare uno strumento di studio e ripasso molto ingaggiante in vista di verifiche ed esposizioni orali.

Insomma, per concludere, podcast e scuola sono un binomio vincente? Certamente sì. Mettendo in campo competenze e strategie adeguate e avendo ben in mente qual è l’obiettivo.