Potere al sonoro: il fenomeno dei vocaloid

Vocaloid: che cosa sono (o meglio, sono stati)

In un passato recente, per una nicchia di appassionati, grazie ai vocaloid le tecnologie audio hanno preso il sopravvento, dimostrando di poter dominare il mercato musicale anche facendo a meno del corpo umano. Un fenomeno che oggi forse è giunto al tramonto, perché dunque parlarne nel 2021? Perché fa riflettere sulla possibile evoluzione dei mezzi di fruizione audio, compresi i podcast.

Cantanti “robot”, concerti tenuti da ologrammi… fantascienza? No, è il magico mondo dei vocaloid. Che cosa sono? Per essere precisi, sarebbe più corretto chiedersi che cos’è: vocaloid è un sintetizzatore software che nasce nei primi 2000, con lo scopo di sintetizzare la voce umana semplicemente immettendo il testo e la melodia di una canzone. 

Creato per l’appunto come programma per l’audio, presto Vocaloid è diventato molto di più: si è deciso di immettere nella sua banca dati una serie di voci diverse associate ad altrettanti personaggi di fantasia, presentati in forma animata. Quel che è successo è che i cantanti inventati sono diventati delle vere e proprie star in Giappone (e non solo): è così che quelle che dovevano essere semplici mascotte si sono trasformate nel vero prodotto! 

Oggi con il termine vocaloid si identificano proprio questi personaggi, che – dice qualcuno – potrebbero aver ispirato fortemente il panorama audio. Per non parlare del panorama degli eventi, attualmente messo in discussione come mai prima, a causa della pandemia di Covid-19. Proprio come cantanti in carne ed ossa, infatti, i vocaloid si esibiscono talvolta anche in concerti, sotto forma di ologrammi che si muovono sul palco. 

Chiunque acquisti il software può realizzare brani con il vocaloid che preferisce, ciò significa che nessuno ha l’esclusiva sull’utilizzo di queste voci sintetizzate. A chi si chiedesse cos’è un vocaloid si potrebbe dunque rispondere che è una via di mezzo tra uno strumento e un cantante virtuale.

Breve storia ed evoluzione dei vocaloid

L’elaborazione del segnale usato dal software Vocaloid è stata fatta per la prima volta da Kenmochi Hideki alla Pompeu Fabra University di Barcellona. In seguito, a partire dal 2004, la Yamaha Corporation ha sviluppato e commercializzato il software.

La tecnologia si serve di voci registrate di cantanti o attori, che possono anche essere modificate con effetti come il vibrato o il pitch shift. 

In base agli aggiornamenti del software coi rispettivi personaggi lanciati di volta in volta, si usa suddividere i vocaloid in diverse “generazioni”. Oggi siamo giunti alla quinta generazione.

I primissimi vocaloid sono stati nel 2004 Leon e Lola, rispettivamente una voce maschile e una femminile, che cantano solo in inglese. È però con la seconda generazione, risalente al 2007, che il fenomeno vocaloid è esploso davvero. Quell’anno è nata Hatsune Miku, ad oggi forse il personaggio più popolare, sviluppato da Crypton Future Media. Il suo nome è formato da ideogrammi giapponesi corrispondenti alle parole “primo” (初, hatsu), “suono” (音, ne), e “futuro” (ミク, miku), e vuole significare dunque “la prima voce del futuro”. La sua voce è stata ottenuta campionando quella della doppiatrice giapponese Saki Fujita.

Hatsune Miku è il primo vocaloid che si è davvero espanso oltre il software, generando merchandising di vario tipo: action figures, un manga, due videogiochi, abbigliamento e altro.

Altri vocaloid famosi sono Kagamine Rin/Len, Megurine Luka, GUMI e IA, ma i personaggi sono davvero moltissimi e c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Col passare degli anni, il software vocaloid ha perso il forte legame che aveva coi suoi personaggi, perdendo popolarità. Al momento non è chiaro se ci sia un futuro per i vocaloid. Inizialmente però, personaggi come Hatsune Miku sono stati un’ottima ancora di salvezza per aspiranti cantanti e soprattutto produttori discografici in cerca di occasioni. 

Di vocaloid, musica live e podcast

Nel 2020, Hatsune Miku doveva partecipare a uno dei festival più importanti del mondo: il Coachella. Poi annullato per ovvi motivi. Chissà se un’opportunità del genere si ripresenterà e, nel caso, come sarà accolta dal pubblico. Di certo, non sarebbe la prima volta nella storia che una folla di persone si riunisce per applaudire un ologramma. Oltre ai già citati concerti dei vocaloid, ricordiamo diverse “band virtuali”: già negli anni Sessanta Alvin and the Chipmunks, poi Jem and the Holograms, i Gorillaz, e altri meno famosi. 

Negli ultimi anni poi si è assistito a fenomeni analoghi che fanno pensare a un vero e proprio trend in corso: l’esibizione di un ologramma di 2pac al Coachella 2012, un intero concerto nominato “The Bizarre World of Frank Zappa” del 2019 dove il rocker (morto nel 1993) era una figura virtuale sul palco… e ancora, un intero tour per l’ologramma di Roy Orbison, cantante morto nel 1988.

Tralasciando le considerazioni estetiche (ed etiche) che pongono, è evidente che questi eventi suggeriscono la possibilità di rinnovare il concetto di evento e anche di cantante. 

Cos’hanno di specifico i vocaloid rispetto a questi fenomeni? Il vocaloid, come dicevamo, alla fin fine è potenzialmente “di tutti”. Uno dei primi motivi per cui l’esperimento ha avuto successo era proprio la possibilità di essere cantante dal proprio divano di casa, di rubare una voce professionale e farne ciò che si voleva anche solo per la durata di una canzone. Una bella messa in discussione del rapporto tra pubblico e vip. Non solo il vocaloid è una celebrità da ammirare, ma è anche uno stimolo alla creatività.

Nell’ultimo anno, in modo diverso, abbiamo assistito a un fenomeno simile per quanto riguarda la produzione di podcast: grazie a un mezzo d’espressione cui è relativamente facile accedere, molte “persone comuni” si sono reinventate produttori di contenuti, speaker, conduttori… senza bisogno di muoversi da casa. Da qui, l’esplosione in Italia del fenomeno podcast, con la nascita di numerosissimi nuovi show. Ovviamente, un conto è fare podcast, un altro è fare podcast di qualità, un lavoro che richiede l’impegno sinergico di professionalità ben precise. Oggi, però, il fenomeno dei podcast ci comunica anche e soprattutto questo: l’idea di un entertainment aperto a tutti, dove la linea di separazione tra produttore e fruitore è molto meno netta che altrove.

Ovviamente il settore ancora molto giovane, soprattutto in Italia. Ma in futuro, c’è forse da aspettarsi un’evoluzione simile a quella del mercato musicale, con ologrammi e voci sintetizzate a sostituire le persone “reali”? Nasceranno podcast presentati da personaggi analoghi ai vocaloid? Staremo a vedere. Per il momento, godiamoci i podcast italiani “tradizionali”… con un occhio di riguardo per quelli de Gli Ascoltabili!


Facebook si apre al mondo dei podcast – ed era ora!

Assidui lettori de Gli Ascoltabili d’Italia, di tutto il mondo e dell’universo intero, unitevi, vorremmo fare un annuncio. Lo abbiamo già più volte ribadito, nel corso del tempo – o meglio, dei nostri articoli, come ad esempio questo, questo o questo – ma è il caso di ribadirlo. In tempi non sospetti ci abbiamo visto lunghissimo con la scommessa dei podcast, ma un sacco di bella gente ci ha seguito a ruota, investendo come se non ci fosse un domani nella produzione di podcast di qualità, podcast originali, podcast bellissimi, in Italia e all’estero. I nostri sono pure gratuiti, tiè.

Oprah, Harry e Meghan, Bruce Springsteen e Obama, Spotify (a proposito, lo sai che Demoni Urbani ora è in esclusiva su Spotify? no? Sappilo), Amazon, Netflix, Apple… insomma, alla nutrita lista di amanti dei podcast, si aggiunge anche il solo, unico, incommensurabile Mark. Mark Zuckerberg.

Il fondatore di Facebook, il quinto uomo più ricco del mondo, ha appena annunciato di puntare sull’audio per rivoluzionare il social network più famoso del mondo. Scopriamone i dettagli. 

Facebook e la rivoluzione audio: i dettagli

La pandemia che stiamo vivendo ha posto tutta una serie di cambi di paradigma relativi al nostro modo di intendere la comunicazione e i mezzi con cui attuarla. Stare a casa, il coprifuoco, l’impossibilità di uscire dalla propria regione o dal proprio comune hanno inciso fortemente nelle scelte di tutti i giorni, anche dal punto di vista comunicativo: se è vero che gli ottimisti vedono opportunità in ogni pericolo, Zuckerberg si può definire il re degli ottimisti. E ha cavalcato l’onda.

A metà del 2020, mentre il mondo si affacciava all’epidemia da SARS-CoV-2 e moltissime persone vivevano in lockdown, Facebook ha creato le Rooms, ovvero delle stanze virtuali nelle quali gruppi di amici, parenti e familiari potevano incontrarsi e fare videochiamate in compagnia. L’innovazione, rispetto allo standard di Facebook, è che nelle stanze ci si poteva accedere anche senza essere iscritti al social: era sufficiente per il moderatore della videochiamata girare un link di accesso alle persone desiderate. 

In questi giorni, Zuckerberg ha annunciato il lancio di una vasta gamma di prodotti audio, che andranno ad affiancare testi, foto e video, arricchendo ancor più le sue piattaforme.

Gli strumenti pensati in questa ottica sono, per il momento, tre: stanze audio, soundbites e podcast.

Stanze audio, per cominciare

Le stanze audio non sono altro che le stanze Messenger private dell’opzione video: in questo modo, chiunque potrà accedere alle stanze, indipendentemente dal fatto di avere i capelli puliti, per intenderci. Battute vere a parte, le stanze audio permettono una maggiore inclusività, sono comode e funzioneranno esattamente come le stanze classiche: il moderatore potrà scegliere un argomento di cui parlare, aggiungere gli amici al gruppo, passare il link a chiunque voglia aggiungersi e iniziare la conversazione.

Lo sappiamo, leggi sempre i nostri articoli, perciò di sicuro a questo punto avrai pensato: ma questo è ciò che fa Clubhouse! Bravo! Meriti una stellina per essere al passo con i nostri articoli – per tutti gli altri ecco il link in cui parliamo abbondantemente di Clubhouse. In effetti, il collegamento all’app protagonista della rivoluzione ascoltabile alla quale vi abbiamo già abituati e alla quale la nostra piattaforma di podcast sta dando un notevole contributo, è abbastanza evidente: uso della voce, contenuti effimeri, attenzione alla privacy. Non temete, però, Clubhouse e le Facebook Rooms non sono la stessa cosa: alle Facebook Rooms puoi entrare senza l’obbligo dell’invito. 

Soundbites e podcast

Il secondo strumento, anche se probabilmente sarà il primo ad arrivare sul mercato, dovrebbe essere Soundbites: sarà la versione audio di Reels, lo strumento che consente di scambiare brevi video e messaggi vocali.

Avevamo già visto qualche settimana fa Twitter inserire all’interno del suo feed la possibilità di inviare messaggi vocali, che restano però fissi, esattamente come i post classici, a meno che l’utente non decida di eliminarli: insomma, Clubhouse è stato ampiamente copiato – e come biasimare tutti? Quando un format funziona, funziona – Lo sappiamo bene, noi, che vantiamo di numerosi tentativi di imitazione

Last, but not least, signore e signori, i podcast. Mark, vecchia volpe, finalmente, diciamo noi! Quanto ci voleva per capire che i podcast sono lo strumento ideale per comunicare contenuti efficaci e bellissimi? E non dire che non te l’avevamo detto.

Facebook e la rivoluzione dell’audio: come andrà a finire?

Ancora non c’è niente di certo, se non il fatto che, come riportato su Il corriere della sera, “Zuckerberg, parlando dei nuovi strumenti audio del suo gruppo, ha detto che l’intenzione è quella di guardare all’utente più come creatore (di contenuti che possono anche produrre un reddito) che come consumatore. La società, del resto, ha già introdotto piattaforme come Start che dovrebbero aiutare i creatori a monetizzare il valore del loro lavoro”.

Quante cose possono succedere! Non sappiamo se il futuro ci riserva una collaborazione – o una contrapposizione – tra Facebook e Clubhouse, né quanto, come e quando Mark proporrà his own podcasts, ma e noi amanti dei podcast, noi che le storie le concepiamo prima con le proprie orecchie, poi con gli altri sensi, non vediamo l’ora di saperne di più.

Intanto, mentre aspettiamo notizie certe, spingiamo un po’ i nostri podcast super divertenti e bellissimi, come Hardcorviale e Il podcast del disagio, ma anche quelli interessanti e bellissimi, come Tutte le famiglie felici e La mia storia, o ancora quelli zeppi di suspense e bellissimi, come Folco Files e Demoni Urbani.

Qualsiasi sia la vostra serie preferita, noi de Gli Ascoltabili siamo qui a farvi compagnia, nell’attesa che Mark Zuckerberg proponga dei podcast straordinari con i quali allietare i nostri momenti liberi, sempre, ovunque.

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Podcast “bollenti” sotto il segno dell’eros

L’anno scorso Nour Emam, blogger egiziana con un suo seguito interessante in tutto il Medio Oriente, ha scritto e condotto unpodcast dedicato alla gravidanza che, tra l’altro, aveva appena vissuto in quel periodo.

Nel podcast, disponibile in inglese e in arabo a questo link Nour Emam non si è limitata a parlare degli aspetti più comuni – e condivisi – della gravidanza, ma si è concentrata molto su aspetti che riguardavano la sfera del sesso e dell’educazione sessuale.

Sex Education, folks, trattata senza censure, senza fronzoli, con un impegno e un’intenzione di rendere i contenuti a tema sessuale accessibili a tutti, e il pubblico ha risposto positivamente: in Medio Oriente il podcast è seguitissimo, e se date uno sguardo al suo profilo Instagram – che trovate qui – vedrete le infinità di commenti, di domande e di spunti che gli utenti – e le utenti, stavolta è bene specificarlo – le lasciano ogni giorno, senza sosta. Beh, dite poco: pensate che Nour Emam è stata inserita da tra le 10 donne più influenti egiziane.

In ogni caso, l’importanza del poter parlare liberamente di sesso, sessualità e libertà sessuale è più recente di quanto sarebbe stato lecito. E il podcast è il mezzo ideale.

È l’unico senso dell’amor… è l’udito… è l’udito!

Ragazzi, oggi non ci risparmiamo: quando si parla di podcast di qualità, ormai lo sapete, noi siamo sempre in pole position. E quando c’è da raccontare l’evoluzione dell’eros, noi non ci tiriamo indietro e, anzi, tiriamo fuori dall’armadio le nostre tute in latex. O meglio, tiriamo fuori le nostre serie podcast preferite a tema hot!

La sessualità, ovviamente, si può declinare in mille modi diversi. Noi ne abbiamo scelti tre – per ora, eh! – che corrispondono a tre podcast freschissimi che non vediamo l’ora di farvi riascoltare – se già, da bravi, li conoscevate – o da farvi conoscere. Intrigante, vero?

Bando alle ciance, ecco il nostro podio rosso fuoco. Hardcorviale, signore e signori, per coloro che al sesso ci pensano, avoglia, ma, come dì… c’hanno anche voglia de ride. Il podcast del Disagio – che già il nome è un programma – per coloro che hanno reso il Mainagioia come l’unico modo di vivere contemplabile. Infine Quelli della 405, il podcast sui Millennials, scritto dai Millennials, e raccontato dai Millennials che hanno a che fare con sesso, sessualità e annessi e connessi.

Siete pronti? Uscite le cuffie e correte ad ascoltare i vostri podcast preferiti: e ricordate. I migliori podcast in questo universo li trovate solo da noi, Gli Ascoltabili!

Hardcorviale: il podcast più caldo de Gli Ascoltabili

Fabio Di Ranno e Valeria Giasi – autori, sceneggiatori e produttori dalla tv, che annoverano I Cesaroni tra i loro lavori più amati hanno scelto  GliAscoltabili.it per veicolare Hardcorviale – Non c’è sesso senza buffering, il podcast più caldo che c’è.

Hardcorviale, in otto episodi, racconta la tragicomica epopea di Nando Moricone, un pensionato che vive a Roma e che, fin da subito, dichiara di essere vittima “della crisi del porno”. L’ultimo noleggiatore della zona ha chiuso i battenti e lui si trova costretto ad affrontare un viaggio iniziatico alla scoperta del web, affiancato da una spalla che di virgiliano ha ben poco: il rapper Derek. 

“Hard” sintetizza tutto quello che c’è da immaginarsi sul porno; “Corviale”, per chi non lo sapesse, è il nome di un imponente complesso residenziale romano che in molti conoscono come “Il Serpentone” per le dimensioni che ha, luogo dell’anima che fa da motore al dramma esistenziale del povero Nando…

Potete ascoltare le pazzesche puntate di Hardcorviale direttamente sul sito de Gli Ascoltabili o sulle principali piattaforme podcast.

Non c’è Millennials senza disagio… non c’è disagio senza Tinder 

Ma vogliamo parlare di podcast calienti alla playa del sol? Ma certo che vogliamo. Il podcast del disagio è una nuova serie in audio racconta le disavventure dei millennials – e non solo.

Come si decide cosa è “disagio” e come lo vivono i millennials? A rispondere sono gli aneddoti raccolti sulla loro Community del Web da due amiche che la patente da millennials ce l’hanno… Valentina “Vee” Tridente e Cecilia Tanzi.

Dopo anni di relazioni e disavventure tossiche, raccolte e poi raccontate sul loro blog, Valentina e Cecilia hanno deciso di dare voce alle storie più tragiche e imbarazzanti dei membri della Community del Disagio, spinte dalla convinzione che nella condivisione, nell’autoironia e anche negli oroscopi da quattro soldi si celi la chiave della crescita personale.

In ogni episodio affrontano un viaggio all’interno del disagio vissuto da esponenti della loro stessa categoria. Lo fanno raccogliendo e commentando aneddoti in arrivo dai membri della Community del Disagio di Instagram, affiancate alla rubrica condotta da Mattia Piagneri in arte AntiChristina, che associa all’episodio raccontato – e alla disfunzione contenuta in essa! – un rimando astrologico.

La prima puntata del podcast è dedicata al fantastico, imbattuto, desiderata tra i desiderati…. Tinder!

C’è chi usa Tinder e chi mente. Vee e Cecilia affrontano il loro viaggio tra i meandri del disagio partendo dalle storie più tragicomiche legate alla celebre dating app. Tra corteggiatori molesti e switch non graditi, si insinua il segno zodiacale dell’Ariete, opportunamente sezionato dalla Sibilla della Community, AntiChristina.
Ascolta qui la prima puntata e qui tutte le puntate uscite finora. 

Quelli della 405 – La vita come viene 

Definire il focus de Quelli della 405 è facile facile… Il sesso raccontato da un gruppo di millennials… in una serie in podcast. 

Quelli della 405 esplora gli aspetti più interessanti della sessualità dei millennials affidandosi alle voci di sette giovani studenti di design, che vivono tutti in via Vigevano, a Milano, in un grande appartamento che sulla porta segna il numero “405”. 

Ogni episodio è dedicato a un tema specifico – la “prima volta”, l’autoerotismo, l’identità di genere – che ciascun personaggio analizza alla luce di esperienze, paure e desideri, condivise con il resto del gruppo. 

Beatrice, Giuseppe, Marta, Sefora e Teresa, Nina e Sonia, protagonisti e ideatori della serie,  accompagnano l’ascoltatore in un viaggio senza filtri verso alcune tematiche centrali della sessualità, offrendo spunti di riflessione – e momenti di puro divertimento – ai coetanei e anche alle generazioni più “lontane”. 

Ascolta subitissimo tutte le magnifiche puntate de Quelli della 405 qui!


Tutte le famiglie felici: il podcast dedicato a tutte le famiglie, al di là degli stereotipi

A partire da marzo, la famiglia de Gli Ascoltabili accoglie un nuovo podcast di qualità, e noi non potremmo essere più contenti! Tutte le famiglie felici è un podcast pensato per raccontare famiglie distanti dalla norma alla quale siamo stati abituati per molto tempo. Condotto da Rossella Canevari – giornalista e scrittrice – è un’occasione per scoprire tante storie di famiglie particolari, che invece meriterebbero di essere trattate esattamente per quello che sono: famiglie, ancor più se sono felici. Ogni settimana, Canevari intervista una famiglia diversa: siete pronti a non perdervi neanche una puntata?

Tutte le famiglie felici… possono chiamarsi famiglia

Famiglia è una parola meravigliosa, una parola in grado di dare conforto, amore e protezione. O almeno, così dovrebbe, o almeno così ci piace pensare.Mamma, papà, figlio, figlia. Mamma, papà, figlie, Mamma, papà, figli. Mamma, papà, figlio o figlia unico. Per anni la società ci ha abituato a un unico concetto di famiglia, certo declinabile lievemente, che la generazione X, quella dei boomer, per intenderci – ma non solo – ha accolto e fatto propria, in maniera più o meno inconsapevole.

Oggi le cose stanno cambiando. Stanno cambiando, sì, ma non sono cambiate del tutto. Famiglia deriva dal latino ’familia’, parola che indicava semplicemente l’insieme dei famuli, ovvero di coloro che abitavano nella stessa dimora: gli schiavi e i servitori, per fare un esempio, facevano appunto parte dei famuli. Andando avanti, spesso si torna indietro, e quando indietro non si può più andare, si può tornare ad andare avanti: finalmente, poco alla volta, il concetto di famiglia si sta allargando. Finalmente, ognuno può trovare parte nella propria famiglia.

Tutte le famiglie felici… si trovano su Gli Ascoltabili

«Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo». Una frase che di sicuro avrete già sentito altre volte, e si tratta dell’incipit di Anna Karenina, il capolavoro di Lev Tolstoj, nella meravigliosa traduzione di Maria Bianca Luporini. 

Esistono famiglie formate da due madri o due padri, innamorati dei propri figli. Esistono famiglie fatte da persone che condividono il sangue, oppure no. Famiglia, perché no, sono due o più coinquilini, che si prendono cura gli uni degli altri. C’è chi ha tante famiglie, e tante figlie: pensiamo al magnifico mondo queer, con le Drag Queen che, spesso, vengono cacciate dalla famiglia d’origine e ne creano una nuova – i fan di RuPaul’s Drag Race ne sanno qualcosa, così come i cultori di quella serie capolavoro di Netflix che è Pose. La famiglia può avere disabilità, perché non dovrebbe?

Insomma, lo abbiamo detto, ma lo ripetiamo: Tutte le famiglie felici ha l’obiettivo di raccontare realtà forse distanti dalla solita, attraverso le voci dei protagonisti, moderate da Canevari. Tutte le Famiglie Felici è un podcast che racconta la famiglia vera, che va ben oltre il concetto di “tradizionale”. Un podcast che dà voce soprattutto a quei nuclei famigliari che sono meno rappresentati nelle narrazioni sulla famiglia, ma che sono presenti e radicati nel tessuto sociale del nostro Paese. 

In ogni puntata Canevari incontra un ospite diverso che ha costruito una famiglia che è parte a tutti gli effetti della nostra società, anche se molti non vogliono capirlo. Il dialogo tra i due andrà a toccare tematiche molto importanti, dalla legislazione attuale alle difficoltà che queste famiglie incontrano quotidianamente, dai pregiudizi della società, al supporto, quando ricevuto, di amici e familiari.

Ascolta il primo episodio di Tutte le famiglie felici, insieme a Giulia, su Gli Ascoltabili

Giulia e Rossella sono amiche da anni. Giulia vive a Roma, fa la sceneggiatrice, ed è innamorata di Antonella, con la quale vorrebbe tanto creare una famiglia. Milo arriva, fortemente voluto e cercato, attraverso l’inseminazione eterologa. L’intero processo, però, è stato svolto all’estero, perché in Italia la legislazione è ambigua. Cosa devono fare le coppie come Giulia e Antonella per coronare il loro sogno di diventare genitori, oggi? Come reagiscono i parenti, gli amici, i conoscenti, quando una coppia omogenitoriale annuncia di aspettare un bambino? Quali sono le difficoltà che un bambino, figlio di una coppia omogenitoriale, può riscontrare nella sua quotidianità? È così difficile riuscire a creare una piccola famiglia felice? Ascolta qui la puntata! 

Tutte le famiglie felici… leggono La bambina del freddo

Rossella Canevari è giornalista, scrittrice e autrice televisiva. Da aprile 2020 si occupa di comunicazione per l’area Responsabilità Sociale (CSR) della Croce Rossa Italiana. ioni per case editrici non da poco.
La bambina del freddo, il suo prossimo romanzo in uscita ad aprile 2021 per Bookabook, pone al centro della narrazione la storia di Emma Lanfranchi. Una brillante capo redattrice di un quotidiano milanese al quarto mese di gravidanza che un giorno inizia a ricevere strane lettere scritte a mano con una grafia stentata, firmate da sua figlia non ancora nata.

Sconvolta dall’emozione e sovrastata dal peso di questa situazione straordinaria, Emma cerca di capire cosa stia capitando e chi sia l’autore delle lettere che iniziano ad arrivarle a casa e al lavoro. Se non fosse per il fatto che ha deciso di tenere segreta la gravidanza ottenuta attraverso un’inseminazione eterologa, Emma penserebbe di essere vittima di un’intimidazione, o forse di un crudele scherzo. Così inizia a indagare e contemporaneamente a dubitare di chi le sta vicino e di sé stessa. Presto si trova suo malgrado costretta a fare i conti con le sue scelte e a dover rispondere delle sue decisioni a una bambina del freddo, con anni d’anticipo sulla tabella di marcia.