Ikaros: la nuova serie de Gli Ascoltabili, un podcast originale Spotify

Rullino i tamburi, squillino le trombe, cinguettino gli uccellini e suonino forte i clacson: in casa Gli Ascoltabili ci sono grandi novità. 

Primo, come ben sapete, abbiamo avviato una collaborazione con nientepopodemeno che… Spotify. Demoni Urbani è piaciuta talmente tanto (e che non ce lo sapevamo?) da chiederci altre stagioni del podcast crime più figo di sempre, in esclusiva! 


Sorry a tutti gli affezionati che ci chiedono perché non carichiamo più le puntate su Spreaker e sui nostri canali… Ricordiamo però che, se non avete Spotify o per qualche motivo non lo utilizzate, potete comunque trovare i nuovi episodi sulla nostra pagina.

Secondo, Spotify ci ha chiesto altri due podcast, e sono, ragazzi miei, SPAZIALI. 

Disruptive: il prima e il dopo del calcio

Del primo sapete già molto: si tratta di Disruptive, il podcast condotto da Angelo Astrei e scritto da Angelo Astrei e Giuseppe Paternò Raddusa. L’argomento? El futbol, signore e signori. 

Nella storia avvengono episodi che diventano spartiacque, separando in modo netto il prima dal dopo. Anche nel calcio è così: persone, giocate e idee hanno rivoluzionato lo sport più seguito dal mondo, stravolgendo le dinamiche di un gioco che vive sul campo ma si alimenta e vive in molti mondi. 

18 episodi, 18 nomi che nel bene e nel male hanno cambiato le carte in tavola, o meglio, nel campo. Da Francesco Totti a Mia Hamm, da Pierluigi Collina a Cristiano Ronaldo, da Franco Baresi a José Mourinho, c’è solo l’imbarazzo della scelta, e il desiderio di partire dal personaggio preferito. 

Ascolta la serie qui!

Ikaros: le ali di cera del rock

Il secondo podcast originale Spotify è la nostra chicca, il nostro fiore all’occhiello, la ciliegina sulla torta. Si chiama Ikaros, le ali di cera del rock, condotto egregiamente da Marco Castoldi, in arte Morgan. Una puntata a settimana, ogni giovedì a mezzanotte (ergo la notte tra mercoledì e giovedì, ve lo diciamo perché pure noi ci stavamo confondendo), a partire dal 21 ottobre.

Ikaros racconta le storie di quei geni della musica la cui esistenza si è consumata troppo presto; artisti che, compressi nelle loro sensibilità estreme, hanno lasciato un’eredità con cui, ancora oggi, facciamo i conti.

Artisti che, per ragioni differenti, hanno “bruciato” le proprie ali, consegnandosi a una vita ipervelocizzata, tragica, destinata al mito.

Miti sofferti e indimenticabili, raccontati da un narratore d’eccezione: Morgan, che offre voce e spirito alle emozioni e alle tensioni che hanno animato queste anime malandate e straordinarie.

Chi sono gli Ikaros? 

Ikaros, ispirandosi al personaggio della mitologia greca che si avvicina troppo al sole bruciando le ali di cera, racconta le storie di quei talenti musicali la cui esistenza si è consumata troppo presto. Artisti che, compressi nelle loro sensibilità estreme, hanno lasciato un’eredità imprescindibile al resto del mondo.

Gli Ikaros, protagonisti di biografie esperite al massimo, di passioni brucianti, dilaniati da luci e ombre, si sacrificano in nome della loro arte. Nel breve periodo di tempo in cui abitano la Terra hanno dato tutto quello che potevano, a chi li ha ascoltati. E, infine, sono volati via, impedendoci di immaginarli “anziani”, cristallizzandosi in eterno nella loro arte. 

Cosa racconta Ikaros?

Gli artisti di Ikaros vengono “abbracciati” dalla narrazione nel momento di maggiore difficoltà delle loro esistenze. Quando stanno per lasciarci per sempre come presenza fisica insediandosi però nella memoria collettiva. Ikaros racconta la morte e racconta la vita. Esalta il senso del tempo che passiamo sulla terra, il desiderio di influenzare il mondo, i suoi cambiamenti, la sua velocità. 

Di quali Ikaros raccontiamo?

Non si tratta di spoiler, state tranquilli. Gli Ikaros di cui vi raccontiamo sono 18, e ne abbiamo nominati nei nostri canali solo alcuni. 

Amy Winehouse, ad esempio, ha dato inizio alle danze giovedì 21 ottobre. Seguiranno, in ordine sparso e segretissimo, Janis Joplin a Kurt Cobain, da Judy Garland a Jeff Buckley senza trascurare Billie Holiday, Brian Jones, Elliott Smith.

Gli altri, però, li dovete indovinare voi! Seguiteci sui nostri social, ogni settimana avrete la possibilità di “indovinare” l’Ikaros prescelto.

Ikaros è già sulla bocca di tutti!

È stato difficile trovare il tono giusto? «Ogni puntata parla di una storia di vita diversa, storie irripetibili di personalità artistiche di grandissimo livello. E così per ciascuna ho usato un approccio e un tono diversi. Mentre leggo sono emozionato perché è come se scoprissi e ascoltassi queste storie per la prima volta. Ho improvvisato. L’ascoltatore partecipa insieme a me alla sorpresa di entrare nelle vite di questi personaggi».

Ragassuoli, siamo finiti anche sul Corriere con un’intervista bellissima che trovate qui. Di certo non la perderete, vero? eh?

Ikaros: ascolta il primo episodio, “Amy si sveglia a mezzanotte”

23 luglio 2011. L’icona r’n’b Amy Winehouse, una delle artiste più popolari della sua generazione, viene ritrovata senza vita nella sua abitazione a Camden Town, Londra. Quello di Winehouse è un talento naturale, una capacità impressionante di scrivere e fare musica, un’abilità straordinaria di generare carisma. Sono tante, tuttavia, le ombre nella sua esistenza: la dipendenza da alcol e droghe, su tutto. La sua morte è uno choc per i fan che ha in tutto il mondo, e per il mondo musicale che perde una delle sue esponenti più libere e creative…

Ascolta Amy si sveglia a mezzanotte qui.


Culture Next di Spotify: perché il podcast piace sempre di più

I podcast sono il futuro, ma soprattutto il presente: sono moltissime le aziende che, finalmente, si stanno muovendo verso questa direzione, e propongono podcast accattivanti che accompagnano il fruitore nelle diverse fasi della giornata. 

D’altronde, che il podcast stia sempre più uscendo dalla nicchia in cui si trova relegato, lo abbiamo già detto qui, per esempio, e poi ancora qui e qui. Abbiamo anche visto come gli altri media abbiano ignorato il fenomeno e ora debbano inseguire una rivoluzione di cui non sono stati partecipi. 

Per fortuna, Gli Ascoltabili è stato tra i pionieri del podcasting in italiano e oggi è leader nel genere true crime, sia tra i podcast gratuiti, sia tra i podcast a pagamento su Audible.

Oggi ce lo conferma anche Spotify, nel suo ultimo report di Culture Next, che vi facciamo scaricare qui

L’analisi di Spotify combina dati qualitativi, quantitativi e interni, intervistando diversi membri della Gen Z (15-25 anni) e i Millennial (26-40 anni) da tutto il mondo. Questo  in collaborazione con Archrival, un’agenzia che si occupa di cultura giovanile. 

Obiettivo del report: capire come due generazioni adiacenti ma già distanti come la Generazione Z e i Millennial affrontano una sfida comune, ovvero quella di ricostruire, dal periodo post pandemia, la cultura dalle fondamenta.

Millennial e Gen Z: perché ascoltano i podcast?

Rispetto all’anno scorso, su Spotify si è visto un incremento di podcast del 108%, con circa 1,8 milioni di titoli: com’è naturale, a essere aumentati sono anche i creatori e i produttori di contenuti, le aziende branded podcast, ma anche gli appassionati che vogliono provare a mettersi in gioco e produrre i propri podcast.

Molti i temi che risvegliano la loro attenzione, chiari i motivi che li spingono a scegliere questo tipo di ascolto: se per i Millennial ascoltare podcast significa cercare conforto nel passato recente, per la Gen Z si tratta, piuttosto, di un modo per evadere da una vita saturata dal digitale.

Millennials e Gen Z: cosa vogliono ascoltare?

Le abitudini di Millennial e Gen Z sono strettamente correlate, com’è normale, al periodo storico che stiamo vivendo. Un periodo, a dir poco stressante.

Secondo i dati raccolti, il 72% dei Millennial e il 63% dei membri della Gen Z concordano sull’importanza dei contenuti audio per ridurre i livelli di stress. Via libera, dunque, non solo a podcast incentrati sulla meditazione, sul self-care o sulla mindfulness. Gli ascoltatori cercano nell’audio un mix di contenuti da abbinare al proprio stato d’animo, playlist musicali che accompagnino le loro sessioni di meditazione, e suoni binaurali che possano alleviare la sensazione d’ansia generazionale. 

L’era post-lockdown ha inoltre causato un bisogno concreto da parte di entrambe le generazioni di fuggire, almeno metaforicamente, dalle quattro mura di casa. Ecco che gli appassionati di musica ascoltano contenuti audio per uscire dalla sensazione di prigionia, utilizzando musica, playlist e podcast per estraniarsi, fosse anche per poco, dal contesto.

I podcast, in particolare, vengono in aiuto a una generazione che ha quasi perso la fiducia nelle istituzioni sociali, nella politica e nella religione. i giornali, la tv, i giornalisti storici sono spesso portatori di notizie traviate, parziali e personali. 

I podcast e i contenuti audio sono percepiti come molto più affidabili, e i podcaster danno una sensazione di autenticità, accessibilità e affidabilità, anche in mezzo a uno scetticismo diffuso. Difficilmente i podcaster seguono copioni preimpostati; più spesso, rivelano il loro sé “reale”, vulnerabile e schietto, con cui gli ascoltatori hanno maggiori probabilità di sentirsi intimamente connessi.

Come devono comportarsi le aziende a riguardo?

Abbiamo appurato come Millennial e Gen Z includano nella loro routine i contenuti audio: per questo i brand possono e devono cogliere l’opportunità e cominciare a interagire attivamente con il proprio pubblico di riferimento, seguendo il flusso ricettivo degli ascoltatori.

Via libera, quindi, a playlist personalizzate “a rotazione”, che aiutino il brand a farsi conoscere, ma che permettono anche agli ascoltatori di essere più ricettivi, cosa facilitata quando i messaggi corrispondono al loro stato d’animo.

In secondo luogo, le aziende devono essere in grado di accogliere nuovi target di ascoltatori, non più differenziati per età anagrafica o genere, quanto per gli interessi.

A titolo informativo, i gamer, che per anni sono stati ragazzi giovani, hanno visto un grande incremento di donne (nel 2019 erano ben il 44%) e sono tra le categorie “nuove” che ascoltano maggiormente contenuti audio: playlist durante le sessioni di gioco, e podcast per imparare e scoprire cose nuove tra una sessione e l’altra. Non per niente, tra il primo trimestre del 2020 e il primo trimestre del 2021, il tempo trascorso in streaming tramite le console di gaming è aumentato del 35%.

Last, but not least, è importante stendere partnership con coloro che creano contenuti interessanti. Non bisogna dimenticare che con l’influenza dei social media le collaborazioni tra musicisti, podcaster, pubblico e brand sono aumentate al punto da cambiare nuovamente il paradigma “produttore/ascoltatore. Le community di fan non vanno trascurate, quanto ascoltate e, accontentate. 

Cosa devono fare i brand, quindi? Devono stare al passo, offrire opportunità uniche per coinvolgere gli ascoltatori, promuovere la connessione con loro attraverso il racconto di sé: ovviamente, utilizzando il podcast, e magari appoggiandosi a piattaforme di podcast gestite da gente che ne sa… come Gli Ascoltabili, naturalmente.