Stop agli abusi nello sport: No Coach, il progetto in podcast di Daniela Simonetti prodotto da Gli Ascoltabili

Di abusi non si parla abbastanza, di abusi nel mondo dello sport ancor meno. È questo che noi de Gli Ascoltabili, in collaborazione con l’associazione di volontariato ChangeTheGame, vogliamo ribadire in un nuovo progetto: No Coach, la serie podcast d’inchiesta in cinque episodi, che attraverso la testimonianza di alcune vittime vuole dare voce a chi non è mai stato ascoltato. 

Il podcast è stato presentato in conferenza stampa venerdì 3 dicembre 2021. Potete rivedere la diretta sul nostro canale Youtube.  

No Coach – il primo podcast italiano d’inchiesta sugli abusi nello sport 

No Coach – storie di abusi nello sport – è una serie audio d’inchiesta in cinque episodi, dedicata a storie vere di atleti che hanno subito abusi nello sport da chi avrebbe dovuto proteggerli. Le storie provengono dai settori calcio, rugby ed equitazione, ma gli abusi nello sport, purtroppo, è un fenomeno che sembra non fare sconti ad alcuna disciplina.  

Il 2 novembre 2021 la tennista cinese Peng Shuai accusa l’ex vicepremier Zhang Gaoli di violenza sessuale. Lo fa attraverso un post sui suoi canali social, che viene presto cancellato e il suo account bloccato. Da allora, per due settimane di Shuai non si sa più nulla. 

Nello stesso periodo Kyle Beach, un giocatore professionista di hockey su ghiaccio canadese, accusa di violenza sessuale il suo allenatore durante i playoff del 2010. 

Ancora, Simone Biles ha accusato di abusi il medico della sua squadra, aggiungendosi a una lista tristemente lunga di ginnaste molestate, e invitando colleghe e colleghi a fare lo stesso. 

La situazione abusi nello sport è da troppo tempo un’emergenza trascurata. Servono sanzioni severe, e soprattutto una maggior fluidità nei procedimenti, sportivi prima e penali poi. Da qui, l’urgenza di scriverne, e di diffondere un messaggio tanto importante. 

Il progetto è a cura di Daniela Simonetti, giornalista e autrice del libro inchiesta Impunità di gregge – sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport – ed è condotto da Alessia Tarquinio, giornalista e volto noto dello sport. Le musiche originali sono state composte da Massimiliano Lazzaretti. Testo e voce della sigla sono di Giovanni Long (musiche e mix di Giovanni Ergi e Francesco Gastaldi), che con il progetto ha un legame importante e profondo. 

In ogni puntata, la narrazione di Alessia Tarquinio fa da spartiacque alle testimonianze dei ragazzi e delle ragazze che hanno subito abusi. Il progetto è piaciuto tanto, e sono molti i nomi noti che hanno deciso di darci una mano, e che hanno contribuito con interventi preziosi all’interno delle puntate. Come Vito Di Gioia, segretario del settore giovanile e scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Mario Gallavotti, senior advisor della Fifa; Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley; Franco Arturi, editorialista e direttore della Fondazione Candido Cannavò per lo sport, Paola Pendino; magistrato del Tribunale di Milano; Andrea Marcon, presidente della Federazione italiana Baseball e Softball; Fabrizio Cacace, avvocato e procuratore federale Federazione Arrampicata Sportiva Italiana; Khalida Popal, fondatrice di Girl Power, ex capitana della Nazionale afgana di calcio femminile. 

Perché un podcast d’inchiesta? 

Il mondo è fatto di storie. Alcune sono vere, altre sono false, altre ancora sono verosimili, altre inverosimili. Di tutto ciò che si può raccontare, però, alcuni argomenti sono ancora tabù.  

Siamo abituati a conoscere il nome del carnefice, ma non della vittima. Sentiamo le sue parole, spesso vediamo il suo volto, ma nulla sappiamo di chi ha subito violenze.  

Nella migliore delle ipotesi, poi, quando le vittime hanno la forza di parlare, vengono compatite o consolate. Nessuno, o quasi, si ferma ad ascoltare. Lo scopo del podcast è ambizioso ma, soprattutto, urgente: restituire parola e libertà  chi per troppo tempo è rimasto in silenzio, zittito da una società omertosa che spesso vede e finge di non vedere, girandosi colpevolmente dall’altra parte. Gli abusi nello sport devono finire. Subito.

Episodio 1: Quel dannato spogliatoio  

Due ragazzi, due amici, sono appena adolescenti: hanno solo 14-15 anni. È l’età della crescita, delle prime ribellioni e delle prime conquiste. Ma è anche l’età delle passioni e delle scoperte. Anche lo sport è una scoperta e una passione, il rugby in particolare, sinonimo di nobiltà, rispetto, altruismo. Eppure, in questa vicenda, i valori si perdono e lasciano spazio al trauma. Un trauma che resta oltre il tempo, oltre la condanna, oltre una giustizia comunque a metà.   

È la storia di un coach che si spinge oltre ogni limite, violando l’innocenza di bambini e ragazzini che in lui avevano riposto speranze e sogni, fiducia e affetto. Ma è anche la storia di una grande e lunga amicizia. Ascolta l’episodio Quel dannato spogliatoio.  

  

Episodio 2: Il silenzio rende complici  

Il silenzio rende complici: in queste parole c’è il senso di una storia che parla di coraggio, quello di due ragazzine di tredici anni alle prese con una vicenda più grande di loro. Fra i libri di scuola e la passione per l’equitazione, sono testimoni e vittime di abusi sessuali commessi all’interno di un maneggio nel casertano da parte del presidente dell’associazione sportiva. Si rivolgono al loro istruttore, cercano aiuto fra gli adulti, nessuno le ascolta. Una di loro decide di denunciare i fatti in un clima difficile e ostile. Il presidente dell’associazione sarà prima arrestato, poi condannato. Ma in questa storia sul banco degli imputati sarebbero dovuti finire tutti coloro che hanno visto, che sapevano ma hanno fatto finta di non vedere e di non sapere. Ascolta l’episodio Il silenzio rende complici

Episodio 3: Fuori dal branco 

Una storia di bullismo in una accademia di eccellenza di rugby. Un padre racconta la sofferenza di un figlio, appena sedicenne, torturato da quattro bulli per cento giorni. Nessuno vede, nessuno sente. Al momento della denuncia dei fatti, il ragazzo viene additato come spia e infame. Le torture proseguono. Il ragazzo abbandona l’Accademia e lascia il rugby. Ascolta l’episodio Fuori dal branco

Episodio 4: Uccidete Khalida! 

È una ragazza, bella, vivace e intelligente, ama il calcio e la vita. E solo per questo diventa un bersaglio, la morte dietro l’angolo. È costretta a fuggire, a dire addio al proprio Paese. Questa ragazza si chiama Khalida Popal, i talebani vogliono ucciderla. La sua è una storia di coraggio e passione, la storia di una donna che non si arrende alla violenza. Oggi Khalida è un simbolo in tutto il mondo, un simbolo di speranza per un Afghanistan ripiombato nella morsa oscura dei talebani, un simbolo per tutte le donne che non vogliono piegare il capo di fronte a violenze e minacce e che cercano di cambiare il corso del proprio destino. Ascolta l’episodio Uccidete Khalida! 

Episodio 5: Fuoco  

La storia di un ragazzino di 12 anni che gioca a calcio, solo una preda per un dirigente accompagnatore che lo segue in ogni squadra che il ragazzo cambia, manipolandolo per oltre dieci anni. La storia di un’archiviazione per avvenuta prescrizione. Il dolore di non aver capito in tempo la propria condizione di vittima. V.F. oggi è un giovane allenatore alle prese con una nuova vita e un nuovo inizio.  Ascolta l’episodio Fuoco