Sulle nostre tavole non mancano mai i prodotti ittici, ma non sempre sono freschi e sicuri come si pensa: questo particolare rivela che sono stati sottoposti a modifiche.
Il pesce e i prodotti ittici in generale non sono semplici sfizi culinari, ma elementi essenziali per un’alimentazione completa. Con un elevato contenuto di nutrienti, come minerali, proteine, vitamine e acidi grassi omega-3, sono ingredienti imprescindibili per una dieta equilibrata e sana.
Contribuiscono infatti al benessere generale dell’organismo e, in particolar modo, dell’apparato cardiovascolare, di quello osseo e favoriscono le funzioni cerebrali. Per gli italiani è difficile rinunciare, almeno qualche giorno alla settimana, al “sapore di mare” nel piatto.
Sono innumerevoli le ricette della cucina mediterranea realizzate a base di pesce con le spine, ma anche dei più comodi molluschi cefalopodi, come polpi, seppie e calamari. Tutti prodotti oggi facilmente reperibili anche tramite i supermercati, oltre che nelle tradizionali pescherie.
A renderli più appetibili al momento dell’acquisto è chiaramente il loro aspetto, che tuttavia non è un segnale sufficiente della loro freschezza e qualità. A partire dal 2016 infatti, è stata introdotta anche in Italia la possibilità di utilizzare una pratica molto comune, volta a camuffare il reale stato di conservazione dei molluschi. Un particolare dettaglio è il segnale che sono state usate speciali sostanze per migliorarli esteticamente.
Una delle priorità per chi si accinge ad acquistare prodotti ittici, è sicuramente la freschezza degli stessi. Se un tempo l’aspetto degli stessi molluschi poteva indicare il loro stato di conservazione, oggi non è più così. Questo perché è consentito utilizzare l’acqua ossigenata al fine di trattare i cefalopodi.
A spiegarlo è stato l’agronomo Daniele Paci, che ha rivelato il potere sbiancante di questa sostanza. Comunemente impiegata nell’ambito della vita domestica per diversi scopi, in campo alimentare ha il principale obiettivo di rendere esteticamente gradevoli i molluschi sul bancone della pescheria.
“Il pesce conservato nel tempo tende a macchiarsi e a sviluppare cattivi odori, problemi che l’acqua ossigenata ‘risolve in modo cosmetico’”, ha affermato l’esperto. Pur rimuovendo i difetti esteriori tuttavia, l’acqua ossigenata non è in grado di ripristinare la freschezza del pesce.
Al contrario, questa può ingannare l’occhio del consumatore, che si ritrova così ad acquistare cefalopodi mal conservati seppur in apparenza perfetti. Come superare quindi questo ostacolo? Innanzitutto con un’attenta osservazione.
I molluschi che hanno subito un trattamento con acqua ossigenata si presentano completamente chiari o bianchi, oltre che privi di particolari odori di mare. L’assenza di segni naturali sul corpo e di aromi dunque, potrebbe significare che sono stati modificati.
Per evitare di incappare in questa trappola non resta che ricorrere ad un semplice stratagemma. L’esecuzione dello sbiancamento può avvenire, come spiega Paci, soltanto su molluschi che sono stati già eviscerati. Per essere certi che non siano stati sbiancati con acqua ossigenata basterà scegliere prodotti interi e farli pulire al momento o procedere a casa con questa operazione.
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