Blog

La qualità dello streaming audio sulle piattaforme di musica in streaming

Al giorno d’oggi, nel momento storico in cui le piattaforme online e social network mostrano una crescita esponenziale in termini di utenti e di mercato, la qualità diventa un parametro imprescindibile. In particolare, nell’ambito musicale, la competitività delle varie piattaforme musicali in streaming si basa sempre più sull’aspetto qualitativo del servizio offerto. Questa particolare attenzione alla qualità dell’audio è diventata sempre più di un’esigenza per gli ascoltatori, i quali sviluppano una crescente sensibilità al ‘sonoro’. Di conseguenza, oggi i servizi di piattaforma musicale in streaming non possono prescindere dalle richieste sempre più esigenti dei numerosi audiofili.

Prima di tutto, quali sono le maggiori piattaforme di musica in streaming?

Negli ultimi anni, il mercato della musica in streaming si è evoluto in tempi record, creando una vera e propria generazione di piattaforme competitive di nuova generazione. Tra le più conosciute e di successo troviamo Spotify, Amazon Music, Apple Music, Tidal, Youtube Music,  Quobuz e Deezer. L’elevato numero di applicazioni per smartphone, tablet, pc e, addirittura, smart TV, rende però necessario a tali servizi di differenziarsi dai competitor, insomma, si tratta una sfida all’ultimo ‘sound’!

La qualità audio, quindi, fa una grossa differenza.

Con ‘qualità audio’ si intende, principalmente, la riproduzione musicale che più si avvicina alla versione originale dell’audio. Per quanto riguarda il formato, più tecnicamente, i file musicali sono formati da ‘Byte’, i quali sono ulteriormente divisi nei cosiddetti ‘Bit’. Sono proprio questi ultimi che determinano la ‘risoluzione’ dell’audio, in combinazione con il valore di campionamento, espresso invece in ‘Kilohertz’ (kHz). Troppi tecnicismi? È vero, ma sono elementi molto importanti: è proprio su questi, infatti, che si basa la qualità dell’audio nelle diverse piattaforme musicali.

Qual è la qualità offerta dai vari servizi streaming musicali? Osserviamoli più da vicino.

Innanzitutto, non si può non citare Spotify, la popolarissima applicazione svedese in streaming on demand per musica e podcast. Sebbene offra diversi servizi e possibilità di salvare i contenuti o di riprodurli in altri dispositivi, la sua qualità audio non può definirsi ottimale: vengono raggiunti, al massimo, i AAC[1] 320 Kbit/s nella versione Premium. Insomma, Spotify punta su altro.

In quanto al secondo per popolarità, Amazon Music, ‘la musica è diversa’. Infatti, l’offerta di musica in streaming di Amazon, oltre a disporre di numerosi dispositivi di riproduzione, vanta nella versione HD una qualità di Flac[2] 44.1 KHz / 16 bit, mentre nel piano Ultra HD tocca i Flac 192 KHz /24 Bit.

Cosa dire di Apple Music? Disponibile per tutti i dispositivi Apple, da iPhone a Mac, Apple Music non rappresenta il candidato perfetto per gli audiofili più rigorosi: i propri file musicali non vanno oltre AAC (Lossy) 256 Kbit/s. Quindi, anche Apple, così come Spotify, punta su fattori diversi, come l’integrazione e il supporto dei vari dispositivi prodotti dall’azienda.

Una piattaforma streaming che ha fatto della qualità audio un suo punto di forza è Tidal. Di base, Tidal offre un servizio musicale ad alta risoluzione, che parte da AAC 320 Kbps nella versione base, per raggiungere Flac 44.1 Khz /16 Bit nella versione Hifi. Ma non è tutto: Tidal ha introdotto dal 2017 la modalità MQA (Master Quality Authenticated) che permette di arrivare ad una qualità di 192 kHZ / 24 bit.

Non si può omettere la piattaforma Youtube Music, che di recente ha sostituito Google Play Music. Il nome richiama il buon vecchio ‘Youtube’, con il quale si integra. Ma quali sono le sue performance in termini di qualità audio? Il servizio può raggiungere almeno AAC 256kbps nella più alta delle qualità disponibili. Quindi, il punto di forza di Youtube Music resta la funzione video, piuttosto che una qualità sonora elevata.

Conoscete, poi, Qobuz? È un servizio musicale streaming francese che scommette sulle figure audiofili, amanti del sonoro di alta qualità. Disponibile per Apple e Android, Qobuz dispone di una qualità audio Flac 192 Khz / 24 Bit nella sua versione in alta risoluzione. Nel piano base invece, si aggira intorno ai Flac 44.1 Khz/ 16 Bit, niente male rispetto la concorrenza!

Infine, concludiamo con Deezer, piattaforma di musica streaming che mette a disposizione diverse opzioni per la riproduzione delle playlist musicali personalizzate (modalità Flow). Considerando le versioni free e premium, la qualità dei file musicali tocca rispettivamente i 128 Kbit/s e i 320 Kbit/s nel formato MP3. Ma le prestazioni migliori si riscontrano nella versione HiFi del servizio streaming, dove la qualità è pari a Flac 44.1 kHz / 16 Bit.

Cosa possiamo concludere da una tale analisi?

Queste sono solo alcune delle piattaforme streaming per la riproduzione musicale, molte altre stanno crescendo e altrettante verranno lanciate nel breve termine. Il mercato dei servizi musicali streaming è, infatti, in costante evoluzione, così come il costante miglioramento dei formati audio disponibili.

Certo, non tutti gli utenti possono definirsi audiofili con esigenze molto alte rispetto la qualità audio, poiché molti ascoltatori possono prediligere un piano più economico, oppure la possibilità di riproduzione e integrazione musicale con altri dispositivi.

Resta il fatto che gli utenti sono sempre più alla ricerca della perfezione, soprattutto nel momento in cui i dispositivi di riproduzione si evolvono rapidamente, permettendo di percepire in modo accurato ogni Bit. La qualità del sound può, quindi, davvero rappresentare la sfida dello streaming musicale del futuro.


[1] Advanced Audio Coding (.aac, .mp4 oppure .m4a) – Fa parte dei ‘Formati audio compressi con perdita di qualità’.

[2] Free Lossless Audio Codec (.flac) – Fa parte dei ‘Formati audio compressi senza perdita di qualità’. La struttura dei dati dell’audio originale non viene modificata.