Podcast e audiolibri non sono la stessa cosa

Podcast e audiolibri: conoscerne le caratteristiche per comprenderne la fruizione

Podcast e audiolibri sono sempre più ascoltati dal pubblico italiano – e non solo. Anche se si tratta di due prodotti diversi, pensati per un pubblico più o meno specifico e con differenti metodi di fruizione, può capitare di non saperli riconoscere.

Vale la pena spendere qualche parola sulle loro caratteristiche principali, per comprenderne le differenze e capire quale prodotto sia meglio scegliere in base al proprio tempo, al proprio “mood” e, perché no, al proprio budget.

Senza perdere tempo in tecnicismi che, spesso, lasciano perplessi, un podcast è un file audio ottimizzato per poter essere ascoltato su diversi device elettronici, a partire dagli smartphone. Il nome stesso deriva dal fatto che i primi strumenti per il loro ascolto erano, appunto, i cari e vecchi iPod.

Pensati per l’ascolto seriale, di durata variabile i podcast si possono ascoltare online, su diverse piattaforme, e offline, scaricando le singole puntate.

Diritto, musica, arte, letteratura; ma anche gossip, cucina, true crime: qualsiasi sia l’argomento di interesse, è facile trovare il podcast più adatto alle proprie necessità.

Di per sé, il concetto di audiolibro ha radici ben più profonde rispetto alla sua creazione fisica. L’ascolto, infatti, è per antonomasia la metodologia più efficace di apprendimento e di trasmissione delle storie. Pensiamo ai cantori greci, che tramandavano le gesta degli eroi più gloriosi raccontando ad alta voce al loro pubblico, che spesso ripeteva – e naturalmente modificava – ciò che avevano sentito.

Allo stesso modo, seppur in una forma puntuale e precisa, funziona l’audiolibro.

Un audiolibro – lo dice la parola stessa – è la registrazione audio di un libro: può essere letto da un professionista, come un attore o uno speaker, o dall’autore o autrice del libro in questione. Come i podcast, possono prevedere più voci, oppure essere letti da un’unica persona; possono avere intermezzi musicali, o effetti sonori in linea con la narrazione; possono avere elementi paratestuali che ne aumentano la drammatizzazione, come ad esempio il rumore di uno sparo o l’incedere di passi furtivi.

L’esperienza della lettura si va così ad amplificare, permettendo di “entrare” profondamente nelle parole che si stanno ascoltando.

Podcast e audiolibri hanno, spesso, differente durata

Andiamo a fondo della distinzione. Un’importantissima differenza tra l’ascolto di podcast e l’ascolto di audiolibri riguarda la loro durata. Un audiolibro può richiedere diverse ore di ascolto prima di essere terminato, legato com’è al libro da cui è tratto. Ascoltarne uno dall’inizio alla fine è cosa alquanto complicata: la divisione in capitoli certo può aiutare, ma si rischia di non ricordarsi precisamente i diversi passaggi che sono stati precedentemente ascoltati. Dopotutto, nemmeno leggere un libro senza pause è facilmente fattibile.

In questo senso, i podcast ci vengono in aiuto. Grazie alla loro natura seriale e episodica, in contrapposizione con il fatto che l’audiolibro sia rilasciato come un prodotto singolo, i podcast possono essere più facilmente frazionati e pertanto ascoltati ovunque, in qualsiasi momento.

I dati parlano chiaro: negli Stati Uniti circa il 70% della popolazione ha familiarità con i podcast; più della metà – il 51% – dichiara di averne ascoltato almeno uno nel corso della vita. Ben il 32% degli americani, inoltre, ascolta almeno un podcast al mese, mentre il 22% dichiara di ascoltarne almeno uno a settimana.

Per quanto riguarda l’occasione d’utilizzo, il 49% degli ascolti di podcast avviene in casa, il 22% dei fruitori preferiscono invece ascoltare podcast durante gli spostamenti, sia in macchina, mentre guidano, sia sui mezzi pubblici. Un ulteriore spaccato di popolazione preferisce ascoltare i podcast nel tempo libero, durante l’attività fisica in palestra o durante una camminata in giro per la città.

Una profonda differenza tra podcast e audiolibri consiste nella disponibilità di titoli presenti

In generale, accedere ai podcast è estremamente facile: è sufficiente cercare in rete il proprio titolo preferito, magari partendo da quelli incisi dallo speaker del cuore, oppure scaricare una delle numerosissime app per smartphone, nelle quali cercare con facilità.

Secondo gli ultimi dati statistici, raccolti dalla Edison Research Infinite Dial a marzo 2020, attualmente esistono oltre un milione di podcast e oltre trenta milioni di episodi, in più di cento lingue. I numeri salgono di giorno in giorno.

Così è anche per tutti i podcast de Gli Ascoltabili, disponibili su Spreaker, Spotify, Apple Podcasts e tutte le principali piattaforme.

Diverso è il caso degli audiolibri: essendo protetti da diritti d’autore e, sottoposti alla gestione dei diritti digitali (DRM), i singoli audiolibri sono strettamente collegati alla piattaforma di fruizione o di acquisto. Ciò significa che un libro acquistato su una data piattaforma potrà essere ascoltato esclusivamente da lì, e non potrà essere esportato in un’altra applicazione, né tantomeno essere condiviso.

A livello puramente numerico, invece, la differenza si fa sentire: abbiamo già indicato che esistono, a oggi, circa un milione di podcast. Per quanto riguarda gli audiolibri, invece, i numeri si abbassano notevolmente. Se Audible, per esempio, ha un catalogo di circa 60000 titoli, “solo” 14000 sono in italiano. Su Storytel la situazione non è diversa: dei 10000 titoli disponibili, poco più di 3000 sono in italiano.

Quanto “costa” ascoltare podcast e audiolibri?

Chi vuole avvicinarsi all’ascolto di un audiolibro può, oggi, percorrere diverse strade. Da un lato gli audiolibri, come qualsiasi altro prodotto, possono essere comprati: facilmente reperibili sui principali store online e nelle librerie, hanno spesso un costo cospicuo, tendenzialmente in linea con il prezzo di copertina del volume in edizione trade.

L’alternativa più comune – e più utilizzata – si basa sull’utilizzo di piattaforme di abbonamento, come le già citate Audible o Storytel, che permettono l’ascolto illimitato dei numerosissimi audiolibri in catalogo per una cifra mensile che si aggira intorno ai 10 euro. L’iscrizione prevede un periodo variabile di prova gratuita, dopodiché si può scegliere il tipo di abbonamento preferito.

I podcast, invece, sono prevalentemente gratuiti. Non mancano naturalmente le eccezioni, nello specifico i podcast prodotti da piattaforme fruibili tramite abbonamento: un esempio? La serie Agatha Christie scomparsa, realizzata da Gli Ascoltabili in collaborazione con Audible.

Al di là di questo tipo di produzioni, la natura gratuita del podcast spinge sempre più i podcaster a cercare forme alternative di guadagno, come sponsorizzazioni o crowdfunding, in grado di sostenere la “macchina” produttiva.

In particolare, il crowdfunding prevede di chiedere agli ascoltatori una piccola donazione (ma comunque facoltativa) in cambio dell’invio di episodi extra o altri bonus particolari. A Gli Ascoltabili lo abbiamo fatto con una delle nostre serie di punta, Demoni Urbani.

E voi, siete più persone da podcast o da audiolibri? Intanto, Qui si possono trovare i nostri consigli su alcuni podcast da non perdere!


Podcast per bambini? Sì, grazie!

Infanzia e podcast: un trend in crescita

Infanzia e podcast: un trend in crescita

Il mondo dei podcast e più in generale dei contenuti audio si sta aprendo sempre più al pubblico infantile. Di questo si parla già da qualche anno: le principali fiere di libri segnalano un trend in crescita nel consumo di audiolibri per bambini e i produttori di podcast hanno integrato i propri cataloghi con contenuti originali dedicati ai più piccoli

In fondo, non c’è da stupirsi: con l’affermarsi della domotica, gli assistenti vocali sono una presenza sempre più diffusa nelle case, che ha favorito l’emergere di numerose applicazioni per l’ascolto e la riscoperta dei contenuti audio

Guardando al contesto familiare, a questo fenomeno se ne accosta un altro: quello di genitori dall’agenda sempre più fitta, che ricorrono alla tecnologia per farsi aiutare nella gestione quotidiana dei figli. Si è iniziato con le favole della buona notte: pare che in moltissimi le facciano raccontare da assistenti vocali come Alexa, Google Assistant o Siri. Un fenomeno che ha già fatto gridare allo scandalo psicologi, sociologi, giornalisti, preoccupati che si perda il valore della lettura condivisa, di quel particolare “tempo di qualità” speso dai genitori coi propri figli. Eppure, se ci pensiamo, non si tratta di una novità assoluta: per fare solo un esempio, le famose Fiabe sonore della Fabbri hanno visto la luce nel 1966! 

Si potrebbe inoltre obiettare che non necessariamente l’inserimento dell’assistente vocale nella routine di famiglia esclude la partecipazione attiva dei genitori al momento di gioco. Questo risulta ancora più evidente se si sposta il focus dagli audiolibri ai podcast: ovvero a formati che non propongono semplicemente la lettura di un libro, bensì un contenuto in serie più strutturato, che può prevedere una narrazione, ma anche un talk, un quiz, o una modalità di intrattenimento interattiva che cambia di episodio in episodio. Il tutto naturalmente a misura di bambino.

Podcast per bambini in Italia

Quali sono quindi i modelli attuali a cui guardare nella nuova frontiera di intrattenimento audio per l’infanzia?

Se si guarda all’Italia, il mondo dei podcast per bambini è ancora in fase embrionale. D’altra parte, il podcasting in generale da noi si è diffuso più tardi che altrove, e solo ora sta vivendo un momento di “esplosione”. Per quanto riguarda i prodotti per l’infanzia, è ancora grande l’influenza degli audiolibri e delle modalità di intrattenimento tradizionali. È così che la maggior parte dei – pochi – podcast italiani per bambini esistenti al momento è incentrato sulla lettura/interpretazione di fiabe: da quelle tradizionali, come nella serie di RadioCivitainBlu dal titolo Nonno, raccontami una favola, ad altre più moderne o inedite, con podcast quali Storie senza paura e Le storie fantastiche del Signor Rockteller.

Al mondo delle fiabe è dedicata anche Piccolaradio, la web radio di Radio3 per bambini.

Senza nulla togliere alla qualità dei prodotti esistenti, sembra dunque che in Italia ci sia ancora ampio spazio di sperimentazione per questo segmento di mercato dei podcast. E si tratta di un segmento rilevante, se si pensa che il settore kids (tra giocattoli, abbigliamento, design e, non ultimo, intrattenimento) si attesta tuttora come uno dei più fruttuosi. 

Una bella sfida per chi, come Gli Ascoltabili, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli nella realizzazione di podcast originali!

Podcast per bambini made in USA

Per trovare un panorama più variegato di podcast per under 12 bisogna guardare (neanche a dirlo) oltreoceano, là dove per primo si è diffuso il fenomeno dei podcast. È allora che si scopre che il target kids è capace di stimolare la creatività degli autori di podcast come nessun altro, dando vita a serie originali di altissimo livello. 

È il caso ad esempio di The unexplainable disappearance of Mars Patel, podcast pluripremiato di genere crime interpretato da bambini e pensato per un pubblico dagli 8 ai 12 anni. La serie è prodotta da Gen-Z Media, podcast network per famiglie, ed è arrivata già alla sua terza stagione.

Sempre di Gen-Z Media in collaborazione con PRX è The Big Fib, game show che in ogni episodio vede un bambino intervistare due adulti su un particolare argomento. Solo uno dei due adulti però è un vero esperto della materia, l’altro è un bugiardo. Il bambino dovrà dunque saper porre le giuste domande e valutare le risposte per smascherare il truffatore. Il podcast, che in precedenza si chiamava Pants on Fire, ha avuto talmente successo che ha dovuto cambiare nome perché Disney+ ne ha tratto uno show televisivo col titolo originario. 

A bambini più piccoli si rivolge invece un interessante podcast prodotto da Gimlet, ovvero Chompers. L’idea è semplice ma brillante: due minuti di contenuto, il tempo consigliato dai dentisti per lavarsi i denti. Quell’operazione spesso mal tollerata dai più piccoli. Mentre li guida a usare lo spazzolino, il podcast intrattiene i bambini con giochi, barzellette o racconti divertenti.

Si segnalano poi serie varie di approfondimento, come Wow in the World, primo podcast per bambini prodotto da NPR, o il fortunato Brains On!, di American Public Media, dedicato al mondo della scienza. Infine, le “news per bambini” proposte da Kidnuz.

Perché un podcast per i più giovani

Come si intuisce dagli esempi presentati, il podcast per bambini può facilmente diventare un divertimento per tutta la famiglia. Soprattutto considerando il fatto che la fruizione audio si adatta a diverse situazioni quotidiane, e anzi le arricchisce: i viaggi in macchina, le attività di routine noiose ma necessarie (per l’appunto, lavarsi i denti, ma anche vestirsi o fare il bagnetto), il momento di andare a letto. Il podcast di qualità dà inoltre l’opportunità al genitore di condividere l’ascolto con il figlio, allo stesso tempo dedicandosi ad altro.

I punti a favore dei podcast per l’infanzia non finiscono qui. Come già segnalavamo in precedenza, tanti se ne sono resi conto durante il lockdown: il podcast è un’ottima idea anche perché è un tipo di intrattenimento che non (necessariamente) coinvolge uno schermo. Intendiamoci: non c’è nulla di male nei contenuti video, ma è utile che la cosiddetta generazione Alpha – la classe 2010 e oltre, che nasce “con il tablet in mano” ed è abituata a ragionare in termini visivi – abbia la possibilità di esplorare forme di fruizione alternative. 

Non bisogna infatti sottovalutare il potenziale educativo del podcast. Ci sono alcune capacità e competenze che il formato audio e il podcast in particolare aiuta a sviluppare meglio del video: ad esempio la capacità di ascolto e comprensione di un contenuto, l’attenzione al dettaglio, la conoscenza del lessico, l’allenamento mnemonico. Il podcast spinge inoltre il bambino a vagare con l’immaginazione, stimolando dunque in lui la capacità di storytelling

Noi de Gli Ascoltabili da sempre seguiamo con interesse l’evoluzione del mondo podcast in Italia e all’estero. Naturalmente non ci facciamo sfuggire anche le considerazioni relative all’infanzia. Contiamo tra non molto di contribuire anche noi allo sviluppo di questa interessantissima fetta di mercato, che si dimostra ricca di potenziale e di spunti creativi. Stay tuned!