Podcast che diventano altro: Gli Ascoltabili con Demoni Urbani al FeST! 

Poiché i servizi di streaming proliferano e migliaia di nuove serie invadono le nostre liste, è sempre più difficile produrre contenuti originali e di qualità. Non per niente, da tempi non sospetti, i creatori televisivi si sono rivolti a storie vere, libri, fumetti e articoli per trovare ispirazione: un po’ alla Bridgerton, tratta dall’opera di Julia Quinn, che grazie alla serie TV è tornata a vendere tonnellate di copie. Il discorso si può applicare anche a Inventing Anna, che trae spunto dalla vita reale di quella gran truffatrice di Anna Delvey. 

E oggi c’è un super mezzo in più. Hollywood, sempre avanti anni luce, ha cominciato a trarre idee e produzioni direttamente dal nostro mondo preferito: il mondo dei podcast

Dai podcast al mondo del cinema e delle serie TV 

I podcast di successo creano anche molti colpi di scena per mantenere il pubblico sintonizzato da un episodio all’altro. Puoi ascoltarli in binge-listening, proprio come si fa con le serie TV. E i big di certo non sanno a guardare. Per esempio, alcuni degli spettacoli più in voga di quest’anno, da The Dropout a WeCrashed a The Thing About Pam, hanno ripreso e ricalcato i podcast omonimi.  

I podcast che diventano altro come serie tv sono quindi la nuova frontiera della fruizione – e quindi della produzione – di contenuti. Contenuti del calibro di Homecoming di Amazon Prime, Dirty John di USA Network e Alex, Inc. di ABC.  

Il numero di podcast per la televisione e il cinema, comunque, è destinato a esplodere nel corso dei prossimi anni, in America e, perché no, anche qui da noi. 

Attenzione, però! Non è il podcast che si adatta alle esigenze delle serie tv. Piuttosto, sono le storie e il format a essere così interessanti e coinvolgenti da ispirare anche film e serie tv. 

FeST 2022, il Festival delle serie TV  

Il 23-24-25 settembre 2022, alla Triennale di Milano, si è tenuta la quarta edizione di FeST il Festival delle Serie TV, dedicato alla serialità televisiva contemporanea.  

La celebrazione della serialità è avvenuta attraverso tre giorni di proiezioni ed eventi, nei quali autori, produttori, attori, tecnici, appassionati e chi più ne ha, più ne metta, sono saliti sul palco per raccontare le loro esperienze.  

E che broadcaster! Netflix, Prime Video, Rai Fiction, De Agostini Editore, Warner Bros, Discovery, Disney+ e Sky, in prima fila ad ascoltare. 

Il progetto è firmato da Dude in collaborazione con Triennale di Milano, con il supporto dell’Ufficio milanese del Parlamento Europeo e con il patrocinio dell’APA, l’associazione Produttori Audiovisivi. La cerimonia di premiazione è stata condotta da Edoardo Ferrario,eAurora Leone dei The Jackal

Demoni Urbani nominato nella categoria “Podcast che vorremmo diventasse serie TV”  

Quest’anno, per la prima volta, al festival delle serie TV è stata aggiunta una nuova categoria: podcast che vorremmo diventasse una serie scripted. Tra i quattro candidati, insieme a Il dito Dio (Pablo Trincia per Chora), Ludwig (Storytel) e Les Diaboliques (Chiara Tagliaferri per Storielibere), ci siamo anche noi con Demoni Urbani.  

Perché proprio queste? Beh, probabilmente perché, ognuna a modo proprio, queste serie di podcast stuzzicano la fantasia dei registi. Il dito di Dio si presta a una bella miniserie; Ludwig tratta un caso di cronaca nera così importante e complesso da necessitare di una narrazione, anche visiva, di ampio respiro (anche noi ci abbiamo dedicato un episodio, che trovate nella nostra sezione); Les Diaboliques racconta in un colpo solo sia la storia di Diabolik, sia quella della sua creatrice Angela Giussani – per un doppio piano di narrazione… E Demoni Urbani? Nemmeno c’è bisogno di dirlo.  

Raccogliete i coriandoli, però: non abbiamo vinto. Ma a noi non importa (cioè sì, ci importa ma sappiamo perdere), e anzi ci muoviamo lo stesso in una nuova direzione. 

Demoni Urbani tra poco non sarà solo in cuffia… qualcosa bolle in pentola, ma non vi diremo altro, per il momento (avete dato un’occhiata alla nostra homepage? No? Correte subito!). 

Non solo serie TV: quando i podcast diventano eventi 

Se parliamo di podcast che diventano serie TV e altro, come eventi, non possiamo che citare il nostro Ikaros. Per chi non lo conoscesse, si tratta di una perla nella nostra offerta: abbiamo raccontato le storie dolorose di artisti tormentati, morti spesso giovani e nel dolore, ma che nella loro breve vita hanno regalato al mondo perle musicali di immenso valore. E a raccontarle, queste vite, non poteva che essere Marco Castoldi, in arte Morgan

A partire dai 18 episodi, ognuno dedicato a una leggenda musicale scomparsa prima di poterci lasciare nuovi capolavori – come Amy Winehouse,Dennis Wilson, Jeff Buckley, Ian Curtis, Judy Garland, Mia Martini, 2pac, Whitney Houston -, noi de Gli Ascoltabili abbiamo organizzato un evento pazzesco: Ikaros Night.  

Ikaros Night è stato un evento avvenuto giovedì 17 febbraio presso l’Apollo Club di Milano, alla cui conduzione un duo spettacolo, Morgan e Francesco Mandelli.  

Attraverso le letture, le canzoni e intermezzi alcuni divertenti, altri capaci di riflessione, i due sono stati in grado di restituire al format una nuova identità, che cattura il pubblico attraverso le leve del senso di comunità. 

Vi lascio immaginare in che modo è stato accolto live e in streaming… la folla in visibilio, ragazzi! Per approfondire, potete trovare l’elenco completo degli artisti nei nostri articoli, sia su  Gli Ascoltabili, sia su Cast Edutainment, e il podcast in esclusiva su Spotify. 

Podcast che diventano serie tv e altro 

I podcast non si limitano a inebriare Hollywood e a diventare serie tv, giammai! Ci sono tanti altri esempi interessanti di podcast che diventano altro. Prendiamo Cachemire, per esempio. Il podcast condotto dai due stand-up comedian Edoardo Ferrario e Luca Ravenna si è trasformato, la scorsa estate, in un vero e proprio tour, con date in ogni parte d’Italia, e non contenti, è diventato anche un film – Cachemire summer tour – IL FILM. E dite poco? 

Stando sempre sui podcast che diventano altro, come non citare Veleno? Abbiamo il podcast, la serie TV, il libro… e chi lo ferma, Pablo Trincia? 

Dulcis in fundo, una nostra perla di cui andiamo molto orgogliosi. Demoni Urbani è diventato un libro!  

Demoni Urbani – i mostri sono tra noi è l’unico e inimitabile volume che racconta il male proprio come facciamo noi nel podcast. 

È scritto da Giuseppe Paternò Raddusa, storico autore de Gli Ascoltabili e showrunner della serie insieme a Gianluca Chinnici

Ha fatto la gioia di grandi e piccini (ok, forse solo dei grandi) lo scorso Natale, e se non l’avete già letto, vi invitiamo assolutamente a farlo! E per incentivare, ecco qui una bella foto di ciò che Francesco Migliaccio ha trovato sotto l’albero, lo scorso Natale… 

Il podcast non ha più frontiere 

Eventi, serie TV, video, libri, serie scripted… Ormai è chiaro come i podcast si siano rivelati il mezzo giusto per trasmettere storie. 

Tra l’altro, negli anni i podcast hanno saputo differenziarsi e creare delle vere e proprie tipologie. Da podcast d’inchiesta (come il nostro No Coach, storie di abusi nello sport), a podcast narrativi (come La mia Storia, o Hardcorviale), e ovviamente podcast true crime (Non solo Demoni Urbani, abbiamo anche tanti altri podcast bellissimi, che potete trovare su Audible, come Milano Bandita, Il Mostro o Lady Killer). 

E se ormai anche i brand hanno ufficialmente sdoganato il podcast come mezzo fighissimo per veicolare contenuti e fare marketing fatto bene (a proposito, conoscete il nostro podcast dedicato alla transizione energetica, Nora?), e l’edutainment lo predilige nella creazione dei corsi di formazione, che dire? Le strade del podcast sono infinite


Podcast News: Facebook chiude la sua piattaforma – e Twitter fa il contrario

Cari affezionatissimi del mondo dei podcast che non vi perdete nemmeno una news a riguardo, abbiamo una crispy news per voi.  

Facebook chiuderà la sua piattaforma di podcast meno di un anno dopo averla lanciata. Era il “lontano” giugno 2021 quando Mark Zuckerberg aggiunse una funzione che consentiva agli ascoltatori di sentire, scaricare e salvare i propri podcast e di creare vere e proprie clip dai loro programmi preferiti. 

La notizia è ufficiale, la data appena confermata: il 3 giugno diremo addio ai Facebook Podcast; è stato breve, ma intenso. 

Facebook non crede al potere dei podcast? Ma neanche per sogno! 

La mossa fa parte di una più ampia rivalutazione dei prodotti audio di Facebook. La società sta chiudendo gli hub Soundbites e Audio del sito e integrando la sua funzione Live Audio Rooms per lo streaming live – che, diciamolo, sostanzialmente era una copia di Clubhouse, altra app ormai scomparsa dai radar – nella sua più ampia suite Facebook Live. 

La “giustificazione”? Dice Adelaide Coronado: «Dopo un anno di apprendimento e iterazione sulle esperienze audio-first, abbiamo deciso di semplificare la nostra suite di strumenti audio su Facebook. Valutiamo costantemente le funzionalità che offriamo in modo da poterci concentrare sulle esperienze più significative». Stop ai podcast su facebook, quindi.

Non è una notizia del tutto inaspettata. Nel 2020 e nel 2021 il mercato dell’audio è stato incredibilmente schiumoso: giocatori affermati come SiriusXM e Amazon stavano acquistando reti di podcast mentre l’app per audio dal vivo Clubhouse è stata brevemente valutata a 4 miliardi.  

Cosa sono i podcast su Facebook? 

Facebook durante lo scorso anno ha dato la possibilità agli amministratori delle pagine di ospitare trasmissioni audio di ogni genere, all”interno di apposite sezioni. Dai contenuti pubblicati, gli ascoltatori possono ritagliare clip degli episodi per un massimo di un minuto di durata, che poi si potevano ricondividere sui vari profili. 

I podcast su Facebook, al momento, sono disponibili solo per gli ascoltatori degli stati Uniti, e su mobile. Possono essere ascoltati, condivisi e commentati direttamente su Facebook. Per farlo, è sufficiente aggiungere il podcast sulla propria pagina. 

Competere con Spotify? No, thank you 

Come ormai sappiamo, da anni il mercato dei podcast si sta affollando di nuove piattaforme, e gli investitori hanno capito che i podcast sono davvero il mezzo del presente e del futuro. 

Amazon e Spotify, ne abbiamo parlato in alcuni articoli, hanno ampiamente mostrato di voler puntare sui podcast, acquisendo spettacoli di successo in licenza, ma anche acquisendo intere società. 

Anche noi de Gli Ascoltabili abbiamo collaborato – e stiamo collaborando tutt’ora con entrambe le piattaforme. 
In esclusiva Audible abbiamo infatti prodotto Agatha Christie scomparsa, che in undici episodi (tanti quanto i giorni della scomparsa) racconta la reale scomparsa della famosa scrittrice, che ha fatto impazzire il pubblico, la stampa, la polizia. 
Sempre in esclusiva Audible, poi, è Il mostro, la serie dedicata alla terribile storia di uno dei serial killer più famosi italiani – se non addirittura il più famoso -, il mostro di Firenze.  

E a brevissimo ritorneremo su Audible con una serie di cui non possiamo ancora dire nulla ma che siamo sicuri vi lascerà con il fiato sospeso. 

Per quanto riguarda la collaborazione con Spotify, noi de Gli Ascoltabili abbiamo prodotto due podcast Originali per Spotify: Ikaros – le ali di cera del rock e Disruptive – il prima e il dopo del calcio. Ikaros – le ali di cera del rock – racconta la storia di alcuni dei più grandi artisti musicali, che sulla Terra hanno avuto vite brevi e difficili, ma che hanno lasciato grandissimo lascito; il narratore d’eccezione è Morgan. Disruptive – il prima e il dopo del calcio – è il podcast dedicato ad alcune delle storie più assurde e interessanti del calcio, condotto da un preparatissimo Angelo Astrei. 

Ah, come dimenticare: Demoni Urbani è ora in esclusiva per Spotify! 

Se Facebook si allontana dai podcast, Twitter è sempre più vicino 

Ricordella: qualche settimana fa quel simpaticone di Elon Musk si è comprato Twitter – noi al massimo ci possiamo comprare dei calzini nuovi, ma questo è un altro discorso. Non se l’è solo comprato, in vero: Twitter non sarà più un’azienda quotata in borsa, ma diventerà una società privata, di proprietà esclusivamente di Musk. Lui e lui solo potrà decidere che strada prenderà il social network, e ciò avrà sicuramente una ripercussioncina circa il mondo dei podcast. 

In un’intervista su Engage, Andrea Febbraio, venture builder di Hypercast, branded podcast company., si esprime così sull’argomento: «In ogni nazione i podcast sono diventati uno strumento di ascolto asincrono per approfondire temi, lasciarsi coinvolgere da una storia in una maniera intima e avvolgente. […] E ancora non abbiamo visto niente. La mia idea è infatti che Twitter possa abbracciare in toto il mondo dell’audio e magari ritargliarsi uno spazio importante cavalcando il sentimento di decentralizzazione che è esploso con il mondo crypto.

Twitter e podcast: qual è il futuro?

La mossa di Elon Musk potrebbe essere proprio questa e quindi mettere al riparo podcaster controversi come Joe Rogan (il podcast di Joe Rogan, su Spotify, è stato bombardato dalla censura da parte dell’estabilishment, ndr) dalla censura. Questo presenterebbe sicuramente dei rischi, ma pensate anche all’opportunità per questo media! Secondo me non abbiamo ancora visto niente, e creatori di contenuti ma anche brand potranno sempre di più cavalcare quest’onda di tsunami per raggiungere i propri consumatori, avvolgendoli con delle storie accattivanti in spazi non ancora saturati». 

Noi staremo a vedere, e come sempre ci mettiamo in pole position per condividere con voi tutte le news sul magico, bellissimo, supersonico mondo dei podcast.  


Demoni Urbani in lizza per due premi a ilpod festival

ilpod è il premio per i migliori podcast italiani, tra i primi a essere istituiti. Nasce per omaggiare l’impegno e la qualità che i podcaster riversano in tanti progetti di alto livello condivisi con il pubblico. Il trend del podcast cresce e, con esso, modalità d’approccio eterogenee e coinvolgenti. Alla prima edizione de ilpod c’è spazio anche per noi de Gli Ascoltabili…  

Demoni Urbani candidato come miglior podcast true crime  

Il premio prevede diverse categorie, include quella al miglior podcast di true crime. Demoni Urbani, il podcast de Gli Ascoltabili amatissimo dal pubblico fin dal suo debutto nel 2018, è in gara come miglior podcast true crime.  

Si scontrerà con altri concorrenti di alto livello: Armisanti! di Gaetano Pecoraro (per Audible), Io sono libero di Alessandro Milan, Ludwig di Matteo Alì (per Storytel) e Nero come il sangue di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi (per Audible). Una giuria di qualità è chiamata a votare ed eleggere il vincitore – per ogni categoria.  

Demoni Urbani candidato anche al premio del pubblico  

Tutti i podcast in nomination sono automaticamente candidati anche al premio del pubblico de ilpod. Demoni Urbani anche.  

Potete votare Demoni Urbani come miglior podcast cliccando qui. Basta scrollare lungo la schermata coi titoli, fino ad arrivare a quello della serie condotta da Francesco Migliaccio. Confidiamo in voi!  

Demoni Urbani: il podcast true crime che prima non c’era 

Demoni Urbani, dal 2018, è un podcast true crime che ha da subito catturato l’interesse del pubblico. E che nel 2021 è stato il quarto show in audio più ascoltato d’Italia. Quali sono le ragioni del successo? Di certo la voce di Francesco Migliaccio, il conduttore che, con magnetismo e intensità, guida lo sviluppo delle storie.  Ma non solo: le dinamiche del podcast true crime, in Demoni Urbani,  incontrano una spiccata energia narrativa, fatta di movimenti, di introspezione nella mente dei criminali e delle vittime, di costruzione drammaturgica sorprendente e originale. Ingredienti che, episodio dopo episodio, seducono tantissimi ascoltatori e ascoltatrici.  

Dove e quando?  

Co-fondato dai filosofi e podcaster Andrea Colamedici e Maura Gancitano di TLON, ilpod celebrerà i migliori podcast italiani nel corso di un grande evento al teatro Carcano di Milano, il 30 aprile 2022. Sarà una bella occasione di fare rete, di confrontare approcci e pratiche diverse, nel fare podcast, e se dovesse pure scapparci un premio, be’, chi siamo noi per tirarci indietro? Seguiteci qui e sui social de Gli Ascoltabili per ogni aggiornamento.  


Quando torna la nuova stagione di Demoni Urbani?

Demoni Urbani è il podcast true crime più ascoltato in Italia. Nel 2021 è al quarto posto nella classifica generale dei podcast più ascoltati nel Paese. Questo perché al true crime si affianca una rielaborazione narrativa delle storie che genera affezione in chi ascolta. Dopo una pausa di due mesi Demoni Urbani è in arrivo con nuovi episodi.  

Demoni Urbani, la nuova stagione: le storie 

La nuova stagione di Demoni Urbani sarà disponibile il 7 di febbraio, in esclusiva su Spotify. Ideata e prodotta da Gli Ascoltabili, Demoni Urbani racconterà altre grandi storie crime. Gli episodi avranno un denominatore comune: i legami. Chi commette i delitti sarà infatti coinvolto da relazioni di sangue o di estrema vicinanza con i complici o con le vittime. La serie true crime in podcast più ascoltata di sempre apre le danze con la storia delle sorelle Papin, che nella Francia degli anni Trenta uccidono la padrona che le ha impiegate come serve.  

Un omicidio macabro, che vede soccombere anche la figlia della vittima, e che catalizza le attenzioni delle cronache dell’epoca ispirando perfino Sartre e Genet, che sulla scia della vicenda realizza la pièce Le serve.  

Spazio anche a casi di estrema contemporaneità: su tutti, la storia di Oscar Pistorius, il velocista che ha assassinato la compagna, Reeva Steenkamp, nel 2013. La storia del Blade Runner sudafricano, simbolo di chi può farcela pur partendo da situazioni di difficoltà (nel suo caso, le gambe entrambe amputate) si è trasformata in una parabola di sangue. Che ha catturato la fame dei mass media.  

Ma ci saranno anche altre storie intriganti e imperdibili, ambientate in ogni parte del mondo: perché il sangue è sangue ovunque.  

Francesco Migliaccio, la voce di Demoni Urbani 

Francesco Migliaccio è l’anima – e la voce inconfondibile – del podcast DemonI Urbani. Attore di teatro, cinema e tv, diretto sul palco da maestri come Luca Ronconi e Andrée Ruth Shammah, Migliaccio è attualmente sulle scene con La bottega del caffè di Goldoni nella versione con regia di Paolo Valerio.  

Il suo timbro, profondo, oscuro e al contempo suadente, è la cifra espressiva che fa di Demoni Urbani il podcast crime più ascoltato in Italia. Ogni settimana affidarsi alla voce di un interprete così raffinato e coinvolgente è un must, per i tanti appassionati di podcast e di Demoni Urbani.  

Non si tratta solo di saper leggere bene i copioni; Migliaccio li interpreta e aggiunge vitalità, terrore e complicità con chi ascolta. Tre sensazioni profondamente diverse, ma che sotto la guida dell’attore riescono a convivere in maniera efficace.  

Come si fa il podcast True Crime più ascoltato d’Italia

Prima di condividere i copioni scritti dagli autori con Migliaccio… i copioni della serie true crime più ascoltata del Paese devono essere preparati. Gli autori studiano i casi e stendono le sceneggiature, inserendo anche dettagli di post-produzione utili ai sound designer che cureranno questo aspetto.  

Completata la scrittura, si va in sala di incisione: Migliaccio, a microfono, recita.  

Dopo questa fase, spazio ai sound designer. Loro seguono la post-produzione, ricreando gli ambienti e trovando le musiche adatte alle storie.  

Una volta finalizzato questo processo, l’episodio è pronto per essere condiviso con gli ascoltatori e le ascoltatrici di Demoni Urbani. Buona esperienza – e non terrorizzatevi troppo…  

P.S. 

Questa volta nell’attesa della nuova stagione abbiamo pensato anche ad un’idea per ringraziare i milioni di ascoltatori e fan del podcast: dei wallpaper per Instagram sugli episodi più ascoltati di sempre! Basta collegarsi al profilo IG de Gli Ascoltabili per scaricarli. 


Ikaros: la nuova serie de Gli Ascoltabili, un podcast originale Spotify

Rullino i tamburi, squillino le trombe, cinguettino gli uccellini e suonino forte i clacson: in casa Gli Ascoltabili ci sono grandi novità. 

Primo, come ben sapete, abbiamo avviato una collaborazione con nientepopodemeno che… Spotify. Demoni Urbani è piaciuta talmente tanto (e che non ce lo sapevamo?) da chiederci altre stagioni del podcast crime più figo di sempre, in esclusiva! 


Sorry a tutti gli affezionati che ci chiedono perché non carichiamo più le puntate su Spreaker e sui nostri canali… Ricordiamo però che, se non avete Spotify o per qualche motivo non lo utilizzate, potete comunque trovare i nuovi episodi sulla nostra pagina.

Secondo, Spotify ci ha chiesto altri due podcast, e sono, ragazzi miei, SPAZIALI. 

Disruptive: il prima e il dopo del calcio

Del primo sapete già molto: si tratta di Disruptive, il podcast condotto da Angelo Astrei e scritto da Angelo Astrei e Giuseppe Paternò Raddusa. L’argomento? El futbol, signore e signori. 

Nella storia avvengono episodi che diventano spartiacque, separando in modo netto il prima dal dopo. Anche nel calcio è così: persone, giocate e idee hanno rivoluzionato lo sport più seguito dal mondo, stravolgendo le dinamiche di un gioco che vive sul campo ma si alimenta e vive in molti mondi. 

18 episodi, 18 nomi che nel bene e nel male hanno cambiato le carte in tavola, o meglio, nel campo. Da Francesco Totti a Mia Hamm, da Pierluigi Collina a Cristiano Ronaldo, da Franco Baresi a José Mourinho, c’è solo l’imbarazzo della scelta, e il desiderio di partire dal personaggio preferito. 

Ascolta la serie qui!

Ikaros: le ali di cera del rock

Il secondo podcast originale Spotify è la nostra chicca, il nostro fiore all’occhiello, la ciliegina sulla torta. Si chiama Ikaros, le ali di cera del rock, condotto egregiamente da Marco Castoldi, in arte Morgan. Una puntata a settimana, ogni giovedì a mezzanotte (ergo la notte tra mercoledì e giovedì, ve lo diciamo perché pure noi ci stavamo confondendo), a partire dal 21 ottobre.

Ikaros racconta le storie di quei geni della musica la cui esistenza si è consumata troppo presto; artisti che, compressi nelle loro sensibilità estreme, hanno lasciato un’eredità con cui, ancora oggi, facciamo i conti.

Artisti che, per ragioni differenti, hanno “bruciato” le proprie ali, consegnandosi a una vita ipervelocizzata, tragica, destinata al mito.

Miti sofferti e indimenticabili, raccontati da un narratore d’eccezione: Morgan, che offre voce e spirito alle emozioni e alle tensioni che hanno animato queste anime malandate e straordinarie.

Chi sono gli Ikaros? 

Ikaros, ispirandosi al personaggio della mitologia greca che si avvicina troppo al sole bruciando le ali di cera, racconta le storie di quei talenti musicali la cui esistenza si è consumata troppo presto. Artisti che, compressi nelle loro sensibilità estreme, hanno lasciato un’eredità imprescindibile al resto del mondo.

Gli Ikaros, protagonisti di biografie esperite al massimo, di passioni brucianti, dilaniati da luci e ombre, si sacrificano in nome della loro arte. Nel breve periodo di tempo in cui abitano la Terra hanno dato tutto quello che potevano, a chi li ha ascoltati. E, infine, sono volati via, impedendoci di immaginarli “anziani”, cristallizzandosi in eterno nella loro arte. 

Cosa racconta Ikaros?

Gli artisti di Ikaros vengono “abbracciati” dalla narrazione nel momento di maggiore difficoltà delle loro esistenze. Quando stanno per lasciarci per sempre come presenza fisica insediandosi però nella memoria collettiva. Ikaros racconta la morte e racconta la vita. Esalta il senso del tempo che passiamo sulla terra, il desiderio di influenzare il mondo, i suoi cambiamenti, la sua velocità. 

Di quali Ikaros raccontiamo?

Non si tratta di spoiler, state tranquilli. Gli Ikaros di cui vi raccontiamo sono 18, e ne abbiamo nominati nei nostri canali solo alcuni. 

Amy Winehouse, ad esempio, ha dato inizio alle danze giovedì 21 ottobre. Seguiranno, in ordine sparso e segretissimo, Janis Joplin a Kurt Cobain, da Judy Garland a Jeff Buckley senza trascurare Billie Holiday, Brian Jones, Elliott Smith.

Gli altri, però, li dovete indovinare voi! Seguiteci sui nostri social, ogni settimana avrete la possibilità di “indovinare” l’Ikaros prescelto.

Ikaros è già sulla bocca di tutti!

È stato difficile trovare il tono giusto? «Ogni puntata parla di una storia di vita diversa, storie irripetibili di personalità artistiche di grandissimo livello. E così per ciascuna ho usato un approccio e un tono diversi. Mentre leggo sono emozionato perché è come se scoprissi e ascoltassi queste storie per la prima volta. Ho improvvisato. L’ascoltatore partecipa insieme a me alla sorpresa di entrare nelle vite di questi personaggi».

Ragassuoli, siamo finiti anche sul Corriere con un’intervista bellissima che trovate qui. Di certo non la perderete, vero? eh?

Ikaros: ascolta il primo episodio, “Amy si sveglia a mezzanotte”

23 luglio 2011. L’icona r’n’b Amy Winehouse, una delle artiste più popolari della sua generazione, viene ritrovata senza vita nella sua abitazione a Camden Town, Londra. Quello di Winehouse è un talento naturale, una capacità impressionante di scrivere e fare musica, un’abilità straordinaria di generare carisma. Sono tante, tuttavia, le ombre nella sua esistenza: la dipendenza da alcol e droghe, su tutto. La sua morte è uno choc per i fan che ha in tutto il mondo, e per il mondo musicale che perde una delle sue esponenti più libere e creative…

Ascolta Amy si sveglia a mezzanotte qui.


Podcast narrativi: tra realtà e finzione, i migliori titoli de Gli Ascoltabili

I podcast non ci stancano mai, e passeremmo le ore attaccate ai nostri dispositivi per ascoltare le nostre puntate preferite dei nostri podcast preferiti (d’altro canto noi de Gli Ascoltabili pubblichiamo i migliori podcast in questo universo mica per niente), e siamo assetati storie. Storie vere, storie verissime, fiction, non fiction: storie crime, storie storiche, storie d’attualità. I podcast disponibili sono infiniti, così come i generi, gli argomenti, gli host, le sensazioni.

In ogni caso, da sempre la lotta tra gli amanti della fiction e i cultori della non-fiction si sono scontrati alacremente, manco fossimo alle Termopili. Da un lato, i fan sfegatati del reality sfoggiano i loro podcast veri anzi verissimi: saggi, interviste, testimonianze, documentari; dall’altra, gli amanti del fantastico, che dai podcast vogliono una via di fuga dalla stessa realtà: e allora via di storie, storie e ancora altre storie.

Ma noi non saremmo gli autori dei vostri podcast preferiti, se non cercassimo di accontentare i nostri amatissimi ascoltatori. In che modo, vi domanderete? Elementare, Watson! Proponendovi alcuni podcast narrativi che mescolino sapientemente fiction e non fiction, realtà e immaginazione, fatti concreti ed elaborazioni verosimili.

Insomma, in due parole: podcast narrativi, baby!

Folco Files: casi di insana sanità

Attenzione attenzione, c’è un nuovo investigatore in città. Oddio, non è proprio un investigatore, e non siamo proprio in città… Potete trovarlo fuori dal pronto soccorso, oppure tra i corridoi degli ospedali italiani, con un caffè in mano e il suo taccuino nell’altra. È Folco Scuderi, professione Risk Manager. Per capirci, è l’uomo che i direttori sanitari chiamano quando, a causa di un episodio di malasanità, vengono denunciati da un paziente, o da un familiare: suo è il compito di decidere se un caso meriti un risarcimento oppure no.  Per farlo, Folco si immerge profondamente nelle storie delle persone che ha intorno, tra pazienti incazzati, direttori sanitari spaventati, professionisti sanitari allo stremo.

Ogni caso è diverso, ogni persona ha la sua versione dei fatti: Folco studia, s’impiccia, domanda. La verità non è sempre sotto al naso di tutti, e quando c’è di mezzo la salute, ogni minimo dettaglio può fare la differenza. In ballo non ci sono soltanto risarcimenti, ma la vita, la consapevolezza e la fiducia delle persone, in un sistema che non sempre fa ciò che promette. 

Folco Files racconta in ogni puntata un caso di malasanità, partendo da storie realmente accadute, un po’ Dottor House, un po’ X-Files. 

Le storie raccontate sono ispirate a fatti realmente accaduti: abbiamo coinvolto un vero Risk Manager – Flaviano Antenucci, che vogliamo ringraziare pubblicamente – che ha seguito il team autoriale durante le varie fasi della produzione del podcast. La voce è del magnifico Maurizio Trombini

Tra fiction e non-fiction: La mia Storia

La mia storia è il podcast narrativo incentrato su donne e uomini comuni al cospetto di grandi avvenimenti storici. 

Nata nel 2018 da un’idea di Giacomo Zito, la serie è la quintessenza del modo di intendere e fare podcast del nostro gruppo creativo. Alla base, come sempre, c’è il potere della narrazione: in ogni episodio facciamo la conoscenza di un personaggio – fittizio ma verosimile – che si trova alle prese con una vicenda personale. Sullo sfondo nel frattempo si consuma un evento di portata ben più grande, destinato a passare alla storia.

Che si tratti di un fatto criminoso, di un evento sportivo o – come in uno dei nuovi episodi – di un chiacchieratissimo royal wedding, la cronaca si impone nelle vite dei protagonisti influenzando spesso le loro scelte o cambiando la loro prospettiva sulla realtà.

Tra verità, finzione, verosimile, questo podcast gratuito propone dunque un’antologia di racconti in cui ordinario e straordinario si mescolano, per offrire un punto di vista inedito e invitare a guardarci sempre attorno: perché in ogni istante può compiersi la storia

Ad arricchire la narrazione, un ricco sound design che tra effetti sonori e musiche suggestive non manca di includere frammenti di notiziari reali, aiutando l’ascoltatore a immergersi nei fatti conosciuti di un passato più o meno recente che ci riguarda tutti. Ascoltate qui tutte le puntate!

Demoni Urbani: la quinta stagione in esclusiva su Spotify

Demoni Urbani, la serie crime ormai diventata cult, che ripercorre i più atroci delitti compiuti nelle città italiane e non, è tornata, più frizzante e sanguinolenta che mai. È la nostra regina dei podcast narrativi.

La perturbante voce di Francesco Migliaccio ci accompagna nuovamente verso storie criminali conosciute e meno conosciute, alla scoperta del “lato oscuro” Una narrazione vibrante che, tra indagini sul comportamento umano e descrizioni da medico legale, trasporta l’ascoltatore indietro nel tempo, facendolo sentire parte integrante di luoghi e culture spesso dimenticati. 

Sì, perché per molti versi la grande protagonista silenziosa di Demoni Urbani è lei: la città, con il suo carico di storia e tradizioni, con i suoi abitanti che vedono, mormorano, sentenziano, da dietro una tenda appena scostata o radunati attorno al tavolino di un bar… detentori di una memoria collettiva che, di volta in volta, ci consegna un tassello preziosissimo della nostra cultura.

Nell’ultima stagione ci siamo allargati oltre confine, cercando e investigando storie di crimini violenti avvenuti in diverse parti del globo – a partire da Harakiri 3.0, la prima puntata della quinta serie, ambientata in Giappone, e che potete ascoltare qui.

La quinta stagione di Demoni Urbani, in esclusiva su Spotify è online.

Lady Killer: un format originale, tra cronaca e fiction

Lady Killer è uno dei podcast narrativi nato dalla partnership tra Gli Ascoltabili e Audible – esattamente come i nostri podcast Agatha Christie Scomparsa e Il Mostro – ed è una serie true crime dedicata alle principali serial killer donne della storia.

Dall’inglese Mary Ann Cotton, alla “saponificatrice di Correggio”, passando per nomi meno noti quali Enriqueta Martì o Margarita Sanchez, fino a vere e proprie “celebrità” come Aileen Wuornos… sedici storie in grado di far accapponare la pelle anche agli habitué del genere. Autentiche sanguinarie o presunte tali, le “lady assassine” sono tutte accomunate da un vissuto fuori dal comune, che ha contribuito a plasmarne la psiche e/o determinarne le azioni. Un passato fatto di abusi, ingiustizie e violenza.

Ogni episodio di Lady Killer parte da un punto nodale della vita della protagonista, per poi allargarsi al racconto della sua storia, alle uccisioni, espresse con abbondanza di dettagli, in un dispiegarsi cronologico di tutti gli elementi che hanno formato il profilo della donna, fino all’epilogo. Un perfetto mix tra realtà e finzione. Ascolta Lady Killer qui!


Facebook si apre al mondo dei podcast – ed era ora!

Assidui lettori de Gli Ascoltabili d’Italia, di tutto il mondo e dell’universo intero, unitevi, vorremmo fare un annuncio. Lo abbiamo già più volte ribadito, nel corso del tempo – o meglio, dei nostri articoli, come ad esempio questo, questo o questo – ma è il caso di ribadirlo. In tempi non sospetti ci abbiamo visto lunghissimo con la scommessa dei podcast, ma un sacco di bella gente ci ha seguito a ruota, investendo come se non ci fosse un domani nella produzione di podcast di qualità, podcast originali, podcast bellissimi, in Italia e all’estero. I nostri sono pure gratuiti, tiè.

Oprah, Harry e Meghan, Bruce Springsteen e Obama, Spotify (a proposito, lo sai che Demoni Urbani ora è in esclusiva su Spotify? no? Sappilo), Amazon, Netflix, Apple… insomma, alla nutrita lista di amanti dei podcast, si aggiunge anche il solo, unico, incommensurabile Mark. Mark Zuckerberg.

Il fondatore di Facebook, il quinto uomo più ricco del mondo, ha appena annunciato di puntare sull’audio per rivoluzionare il social network più famoso del mondo. Scopriamone i dettagli. 

Facebook e la rivoluzione audio: i dettagli

La pandemia che stiamo vivendo ha posto tutta una serie di cambi di paradigma relativi al nostro modo di intendere la comunicazione e i mezzi con cui attuarla. Stare a casa, il coprifuoco, l’impossibilità di uscire dalla propria regione o dal proprio comune hanno inciso fortemente nelle scelte di tutti i giorni, anche dal punto di vista comunicativo: se è vero che gli ottimisti vedono opportunità in ogni pericolo, Zuckerberg si può definire il re degli ottimisti. E ha cavalcato l’onda.

A metà del 2020, mentre il mondo si affacciava all’epidemia da SARS-CoV-2 e moltissime persone vivevano in lockdown, Facebook ha creato le Rooms, ovvero delle stanze virtuali nelle quali gruppi di amici, parenti e familiari potevano incontrarsi e fare videochiamate in compagnia. L’innovazione, rispetto allo standard di Facebook, è che nelle stanze ci si poteva accedere anche senza essere iscritti al social: era sufficiente per il moderatore della videochiamata girare un link di accesso alle persone desiderate. 

In questi giorni, Zuckerberg ha annunciato il lancio di una vasta gamma di prodotti audio, che andranno ad affiancare testi, foto e video, arricchendo ancor più le sue piattaforme.

Gli strumenti pensati in questa ottica sono, per il momento, tre: stanze audio, soundbites e podcast.

Stanze audio, per cominciare

Le stanze audio non sono altro che le stanze Messenger private dell’opzione video: in questo modo, chiunque potrà accedere alle stanze, indipendentemente dal fatto di avere i capelli puliti, per intenderci. Battute vere a parte, le stanze audio permettono una maggiore inclusività, sono comode e funzioneranno esattamente come le stanze classiche: il moderatore potrà scegliere un argomento di cui parlare, aggiungere gli amici al gruppo, passare il link a chiunque voglia aggiungersi e iniziare la conversazione.

Lo sappiamo, leggi sempre i nostri articoli, perciò di sicuro a questo punto avrai pensato: ma questo è ciò che fa Clubhouse! Bravo! Meriti una stellina per essere al passo con i nostri articoli – per tutti gli altri ecco il link in cui parliamo abbondantemente di Clubhouse. In effetti, il collegamento all’app protagonista della rivoluzione ascoltabile alla quale vi abbiamo già abituati e alla quale la nostra piattaforma di podcast sta dando un notevole contributo, è abbastanza evidente: uso della voce, contenuti effimeri, attenzione alla privacy. Non temete, però, Clubhouse e le Facebook Rooms non sono la stessa cosa: alle Facebook Rooms puoi entrare senza l’obbligo dell’invito. 

Soundbites e podcast

Il secondo strumento, anche se probabilmente sarà il primo ad arrivare sul mercato, dovrebbe essere Soundbites: sarà la versione audio di Reels, lo strumento che consente di scambiare brevi video e messaggi vocali.

Avevamo già visto qualche settimana fa Twitter inserire all’interno del suo feed la possibilità di inviare messaggi vocali, che restano però fissi, esattamente come i post classici, a meno che l’utente non decida di eliminarli: insomma, Clubhouse è stato ampiamente copiato – e come biasimare tutti? Quando un format funziona, funziona – Lo sappiamo bene, noi, che vantiamo di numerosi tentativi di imitazione

Last, but not least, signore e signori, i podcast. Mark, vecchia volpe, finalmente, diciamo noi! Quanto ci voleva per capire che i podcast sono lo strumento ideale per comunicare contenuti efficaci e bellissimi? E non dire che non te l’avevamo detto.

Facebook e la rivoluzione dell’audio: come andrà a finire?

Ancora non c’è niente di certo, se non il fatto che, come riportato su Il corriere della sera, “Zuckerberg, parlando dei nuovi strumenti audio del suo gruppo, ha detto che l’intenzione è quella di guardare all’utente più come creatore (di contenuti che possono anche produrre un reddito) che come consumatore. La società, del resto, ha già introdotto piattaforme come Start che dovrebbero aiutare i creatori a monetizzare il valore del loro lavoro”.

Quante cose possono succedere! Non sappiamo se il futuro ci riserva una collaborazione – o una contrapposizione – tra Facebook e Clubhouse, né quanto, come e quando Mark proporrà his own podcasts, ma e noi amanti dei podcast, noi che le storie le concepiamo prima con le proprie orecchie, poi con gli altri sensi, non vediamo l’ora di saperne di più.

Intanto, mentre aspettiamo notizie certe, spingiamo un po’ i nostri podcast super divertenti e bellissimi, come Hardcorviale e Il podcast del disagio, ma anche quelli interessanti e bellissimi, come Tutte le famiglie felici e La mia storia, o ancora quelli zeppi di suspense e bellissimi, come Folco Files e Demoni Urbani.

Qualsiasi sia la vostra serie preferita, noi de Gli Ascoltabili siamo qui a farvi compagnia, nell’attesa che Mark Zuckerberg proponga dei podcast straordinari con i quali allietare i nostri momenti liberi, sempre, ovunque.

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Obama, Springsteen e gli altri. I podcast VIP americani del 2021

“Renegades: Born in the USA”

L’anno della rivincita dell’audio, la “febbre del podcast” colpisce anche i vip: Barack Obama e Bruce Springsteen sono l’esempio recente più illustre. Ma non il solo. I podcast vip americani del 2021 sono tutti da scoprire. A partire proprio dall’ex capo di stato e dal rocker con la R maiuscola.

“I’m the President, he’s the Boss”. Con queste parole nel 2016 Barack Obama consegnava a Bruce Springsteen la Presidential Medal of Freedom. 

Poi un paio di sere, alla Casa Bianca, i due amici cenavano insieme e si raccontavano a vicenda, scambiandosi pareri sul futuro degli USA. E l’ex first lady Michelle faceva notare al marito come Bruce fosse un esempio di resilienza da prendere a modello.

Cinque anni dopo: Obama non è più presidente, Springsteen ha inciso due nuovi album, il mondo è messo in ginocchio da un male sconosciuto. 

È allora che i due decidono di riprendere le loro chiacchierate e fare un podcast insieme.

L’ex presidente USA ha da sempre un buon rapporto col mondo dell’entertainment: forte del sostegno di Hollywood, durante il suo mandato ha spesso giocato coi trend della tv e dei social.

Nel 2018, inoltre, ha fondato assieme alla moglie Michelle la casa di produzione Higher Ground, siglando un accordo pluriennale con Netflix per la produzione di film e show televisivi. L’obiettivo: promuovere la diversità e l’inclusione nel mondo dell’intrattenimento.

In seguito, Higher Ground ha stretto una partnership con Spotify, per la produzione di podcast originali. Il primo titolo è stato un successo: The Michelle Obama Podcast.

Ecco dunque che, dopo Michelle, anche Barack fa il suo esordio nello studio di registrazione. Il titolo del podcast condotto insieme a Bruce Springsteen è Renegades: Born in the USA. Otto episodi in cui “the Chief and the Boss” conversano tra loro sugli argomenti più svariati.

La strana coppia, o forse no

“All’apparenza, io e Bruce non abbiamo molto in comune. Lui è un bianco di una cittadina nel New Jersey, io un nero di razza mista, nato alle Hawaii. Lui è un’icona del rock n roll, io… non sono così cool. (…) Quello che abbiamo scoperto in queste conversazioni è che entrambi crediamo ancora nell’ideale americano, non come atto nostalgico, ma come bussola per il duro lavoro che ci attende.”

Così Barack Obama introduce il podcast. Le conversazioni tra i due “giganti” avvengono nello studio di registrazione di Springsteen, in New Jersey. 

Riconoscono di essere accomunati dalla convinzione di avere una voce che valga la pena di essere ascoltata. È così che, a partire dalle proprie esperienze, trattano temi tra il serio e il faceto, dal razzismo alla famiglia, dal mondo del lavoro alla musica. Alla ricerca delle radici dell’America e allo stesso tempo (idealmente) di una via che indichi la rotta da seguire. Una commistione dichiarata tra intrattenimento e “servizio pubblico”, dunque. In pieno American style.

Altri podcast VIP americani del 2021

Sono sempre di più le celebrità che si fanno sedurre dalla produzione di podcast. Quest’anno, oltre a Obama e Springsteen, si segnalano il Principe Harry e Meghan Markle.

Senza scomodare ex presidenti ed ex reali inglesi, negli Stati Uniti ci sono altri vip che si sono dati al podcasting proprio negli ultimi mesi.

Partiamo con un’altra “strana coppia”, quella formata da Bill Gates e Rashida Jones. Lui guru dell’informatica, lei attrice e attivista, il loro podcast indipendente Bill Gates and Rashida Jones ask big questions riguarda esattamente ciò che dice il titolo: in ogni episodio, i due cercano di rispondere a una delle principali domande che affliggono l’uomo di oggi. Ad esempio “è troppo tardi per contrastare il cambiamento climatico?”, “si possono evitare le ineguaglianze?”, “come sarà il mondo dopo il Covid-19?” e molto altro. Ad aiutarli, ospiti quali il Dottor Fauci, il sindaco di Compton Aja Brown, la scrittrice Elizabeth Kolbert.

Di genere più leggero è invece The History of Sketch Comedy, podcast di Audible condotto da Keegan-Michael Key (metà del duo Key & Peele, insieme a Jordan Peele). Come dice il titolo, la serie in 10 episodi racconta l’evoluzione della sketch comedy, addirittura partendo dal 1500. Naturalmente, insieme alla storia, l’esperto Key fornisce un’analisi delle gag e dei performer più famosi che negli anni hanno dato forma al genere.

Nel 2021 un’altra superfamosa si è data al podcasting. Si tratta di Paris Hilton che, cavalcando l’onda di un documentario YouTube che ha fatto molto parlare, ci propone oggi una serie audio che porta il suo nome. This is Parisin ogni episodio vede l’ereditiera riflettere su temi di costume e società, da sola o col supporto di ospiti. La durata degli episodi varia, dai 10 ai 20 ai 55 minuti, senza un criterio specifico. L’idea è dare spazio (almeno in apparenza) a spontaneità, divertimento e imprevedibilità.

Prossimamente nei vostri auricolari a stelle e strisce

Tra i podcast vip americani del 2021, non mancano titoli annunciati di recente, ma ancora in attesa di vedere la luce.

È il caso della serie documentaristica One Click, prodotta da Cadence13. L’attrice Elle Fanning e la giornalista Jessica Wapner. A partire da un articolo scritto dalla Wapner per Daily Beast, questo podcast originale proporrà un’indagine su un farmaco dietetico mortale e sui pericoli del dark web. Attraverso la narrazione dell’attrice, One Click si propone di esplorare i problemi di salute mentale legati alla body image.

Un duo è protagonista anche di un podcast del tutto diverso, There be Monsters di IHeart Radio: si tratta degli attori John Boyega e Darren Criss. In questo podcast narrativo di genere fantascientifico, John Locke (Boyega) è un uomo misterioso che si infiltra in una start-up della Silicon Valley specializzata in body hacking, guidata dal CEO Max Fuller (Criss).

Last but not least, l’ultima star in ordine di tempo ad anticipare l’uscita di un suo podcast è stata niente meno che Kim Kardashian. Appena archiviato l’iconico reality familiare “Al passo con le Kardashian” e il matrimonio con Kanye West, Kim in risposta a un tweet di una fan ha fatto intendere che prossimamente potrebbe uscire una serie podcast condotta da lei. La produzione? Spotify.

Kim Kardashian chi? Restando in terra italiana, anche Gli Ascoltabili conta tra i suoi podcast gratuiti un’esclusiva Spotify: si tratta della serie cult Demoni Urbani, disponibile per l’ascolto qui!


La quinta stagione di Demoni Urbani è online, in esclusiva su Spotify

È online la quinta stagione di Demoni Urbani, in esclusiva su Spotify. Finalmente, direte voi. Vi abbiamo fatto passare, lo sappiamo, le pene dell’inferno.Vi abbiamo fatto attendere, giorno dopo giorno, con la trepidazione che neanche i bambini la Vigilia di Natale. E la domanda è stata una e una soltanto: quando esce la nuova stagione di Demoni Urbani?
Sappiamo cos’avete fatto in questo periodo. Siete tornati sulle vostre piattaforme podcast preferite, siete corsi sulla nostra pagina de Gli Ascoltabili e siete andati alla ricerca delle vostre puntate preferite. Le avete ascoltate tante volte, al punto che ora non sapete più quali sono, davvero, le vostre puntate preferite. Sono tutte bellissime, dopotutto.

Poi è arrivata la fine del 2020, è stato un anno difficile per tutti, e noi non ce la siamo sentita di non fare la nostra parte. Siamo usciti con un episodio, Natale a Covina, che no, non è esattamente un cinepanettone trash. E poi, l’attesa. Ci siamo messi al lavoro subito, ve lo giuriamo, per far creare la quinta stagione, la più scoppiettante di sempre. La stagione con più novità, in assoluto. No, Francesco Migliaccio resta sempre, pronto a narrare fatti atroci, immersi nel sangue… 

Se vi ricordate, tempo fa vi abbiamo deliziato con due puntate extra, e con la speciale uscita di Halloween, con la puntata You’ll Never Walk Alone… e già vi avevamo fatto un piccolo spoiler. Quest’anno abbiamo pensato di fare le cose in grande. Siete curiosi? Beh, lasciateci spiegare…

Sapete che l’Italia è uno dei paesi con il minor tasso di omicidi nell’UE? 

Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e, ogni tanto, un serial killer. Finora, a Demoni Urbani, vi abbiamo raccontato di alcune delle vicende più crude e famose che abbiano colpito il nostro paese (dal delitto di Novi Ligure al mostro di Firenze (sul quale, lo ricordiamo, abbiamo prodotto una serie pazzesca per Amazon Audible, Il Mostro), dall’omicidio di Maurizio Gucci alla storia di Olindo e Rosa), ma non solo. Non ci volevamo accontentare di raccontare le vicende che sono passate sotto ai riflettori per molto tempo, no: ci interessava inerpicarci nelle storie che, spesso ingiustamente, hanno fatto meno scalpore. Volevamo ricordare vittime di sistemi sbagliati, vittime dimenticate, o taciute: dagli Ziti di Catania a Simonetta Ferrero, alla vicenda orrida da credere di Girolimoni

Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2018, sono stati commessi 345 omicidi (357 nel 2017), 212 hanno interessato gli uomini (234 nel 2017) e 133 le donne (123 nel 2017). Gli uomini sono più numerosi, ma in calo, mentre aumenta la quota di donne assassinate. Sempre i dati ci dicono che meglio di noi c’è solo il Lussemburgo: 0,3 omicidi ogni 100mila abitanti, contro il nostro 0,6. In cima alla classifica ci sono Lettonia (5,6), Lituania (4,0) e Malta (2,0). Insomma, c’è chi fa peggio. Molto, molto peggio. 

Demoni Urbani si sposta: cosa succede in giro per il mondo?

Paese che vai, storie di crimini violenti che trovi, diceva un vecchio detto (no? Ci stiamo confondendo? beh, può essere).

Uno dei paesi col più alto tasso di omicidi è, da sempre, la Russia. Ragionando in termini relativi, la Russia ha un tasso di omicidi pari al 9,2% della popolazione ogni 100.000 abitanti. Numeri che fanno impallidire gli Stati Uniti, che oscillano tra il 5 e il 6%. Anche in corruzione e concussione, però, la patria di Putin si posiziona bene: secondo la classifica annuale stilata da Transparency International, la Russia si trova al 138esimo posto.

La zona più violenta del mondo, come mostra un articolo del Wall Street Journal, è l’America Latina. Honduras, Venezuela, Belize, El Salvador, Guatemala, Jamaica, in particolare, sono le prime sei città al mondo con il più alto tasso di omicidi. La nazione che manifesta maggiormente la violenza sulle donne, invece, è l’India

Tra gli stati meno violenti, Islanda, Nuova Zelanda, Canada, Singapore, Giappone. Su questo però, c’è da fare attenzione: anche se, dati Ocse alla mano, il 71% dei giapponesi intervistati ha dichiarato di sentirsi al sicuro, e la criminalità è fortemente contenuta, Il paese del Sol Levante è uno dei paesi col più alto tasso di suicidi al mondo

Perché vi diciamo tutto questo? Perché Demoni Urbani apre le porte all’estero

Rullo di tamburi, suonino le trombe: la nuova stagione di Demoni Urbani parte in quinta, e avrà tutta una serie di novità che siamo ansiosi di farvi ascoltare.

No, fermi, non andate a pensare subito al peggio: il format non cambierà la sua natura intrinseca, la volontà di raccontare una storia d’orrore direttamente dalla città che la contiene… né ovviamente cambierà voce e volto: ci sarà sempre Francesco Migliaccio a farvi compagnia.
Ci siamo solo… diciamo… allargati un po’.

Le puntate di questa nuovissima stagione del vostro podcast preferito saranno ambientate in giro per il mondo. Proprio così: abbiamo cercato il marcio fuori dai nostri confini, trovato storie incredibili, riesumato vicende che vi lasceranno senza parole, come hanno lasciato senza parole la redazione. Ci sposteremo su e giù per il globo, racconteremo vicende ambientate in località sconosciute, ma anche nelle grandi metropoli. Non chiedeteci di più, anche se, a essere sinceri, qualche indizio già ve l’abbiamo dato. 

Beh, come dire… il male non ha patria, il male mette radici ovunque. Non preoccupatevi, però, non abbiamo lasciato il nostro Bel Paese… C’è posto anche per casa nostra, nella quinta stagione di Demoni Urbani.

Harakiri 3.0: non perdere la prima puntata della quinta stagione di Demoni Urbani

È il 2017 e il Giappone è uno dei paesi col più alto tasso di suicidi al mondo, una tendenza diffusa sempre più anche tra i giovani e i giovanissimi. A Zama, città a sud-ovest di Tokyo, un uomo di 27 anni di nome Takahiro Shiraishi apre un paio di profili Twitter coi quali si mette in contatto con ragazze che vogliono suicidarsi, invitandole a farlo a casa sua, con il suo aiuto. La storia di un uomo insospettabile che ha sconvolto una nazione, facendosi conoscere al mondo come il “Twitter killer”.

Ascolta la prima puntata della quinta stagione di Demoni Urbani, in esclusiva su Spotify, qui!


Le figure del podcast: l’autore

Scrivere podcast non è come scrivere un racconto… è meglio 😉

Come scrivere un podcast? Nelle scorse settimane abbiamo parlato del profilo dello speaker, la voce e spesso il volto che accompagna l’ascolto dei vostri podcast preferiti. Ci abbiamo dedicato un intero articolo, che non potete assolutamente perdervi, e che trovate qui

Se associate il lavoro dell’autore al ricordo ottocentesco dello scrittore chiuso nel suo stanzino polveroso, tra scaffali di libri e fogli sparsi dappertutto, ci avete preso solo sulla parte della polvere. Un po’ giornalista, un po’ sceneggiatore, un po’ molto narratore, la figura dell’autore è essenziale nella produzione dei podcast, e, come vedremo tra poco, scrive molto più di quello che possiate pensare.

La scrittura di podcast è diversa dalla scrittura di un articolo, di uno spot pubblicitario, di un racconto o di un romanzo. In un certo senso, però, è l’unione di tutte queste cose – se non di più. 

Storie, trame, intrecci: il pane quotidiano di un autore di podcast

Ogni mattina un autore si sveglia e sa che dovrà raccontare una storia

Che si tratti di una serie narrativa, di un talk, di un’intervista o ancora di un’inchiesta, ogni podcast nasce dal desiderio di coinvolgere il proprio pubblico utilizzando la sacra arte del racconto. 

Tutti i podcast de Gli Ascoltabili nascono sempre dalla stesura di un copione.

La sceneggiatura di un podcast, come è facile immaginare, è differente da quella di un film, o di uno spettacolo teatrale. Chi ha un po’ di dimestichezza con l’argomento, avrà presente di cosa parliamo: se il copione di un prodotto audiovisivo può avere al suo interno, oltre ai dialoghi, s’intende, delle indicazioni sommarie sulla gestualità degli attori e note relative all’ambiente in cui la scena si sta svolgendo – nel caso del cinema: interno/esterno, giorno/notte, eccetera –, un copione per un podcast narrativo prevede maggiori indicazioni che andranno ad arricchire il dialogo tra le tracce audio. Qualche esempio?

L’autore di un podcast narrativo dovrà scrivere il testo che lo speaker leggerà, dargli le indicazioni di senso e di intenzione, suggerire a chi di dovere i passaggi musicali e gli effetti sonori, confrontandosi con il sound designer e successivamente con i grafici per creare un prodotto completo, su tutti i fronti.

Immaginiamo uno dei nostri podcast preferiti, come ad esempio Demoni Urbani. Il nostro Francesco Migliaccio sta raccontando la storia di un dato massacro, e descrive il momento del delitto nei minimi dettagli. L’assassino è dietro alla porta, silenzioso… e a un certo punto.. ZAC! Prende la mannaia e fa a pezzi la sua vittima.

L’autore avrà scritto non solo le parole di Migliaccio, ma avrà dato indicazioni sul mood sonoro della scena, sul volume, sul punto preciso in cui inserire un brano o un effetto. Tutte indicazioni che il sound designer raccoglierà e interpreterà secondo la sua sensibilità ed esperienza.

Podcast talk, podcast narrativi, podcast divulgativi… a ogni format il suo autore

Va da sé che come per qualsiasi altro prodotto audiovisivo, ogni tipologia di podcast segue delle regole precise.

Abbiamo visto in breve che un podcast narrativo si fonda sulla stesura e lettura di un copione. In questo senso, è la tipologia di podcast che maggiormente si avvicina all’audiolibro (con le dovute differenze di cui abbiamo parlato qui e qui).

Un podcast narrativo dal copione avrà bisogno di un quantitativo più ampio di indicazioni, che riguardano, appunto, il parlato, l’intenzione, il ritmo, l’andamento della puntata. 

Un podcast talk, invece, data la sua natura che riprende il format dell’intervista, avrà una sorta di copione-canovaccio che detti il tempo all’host e agli speaker presenti. Ma per forza di cose, si affiderà anche all’improvvisazione.  Si tratta questa della forma di podcast probabilmente più “pura” e diffusa, quella che più ci riconduce al mondo radiofonico da cui questo medium nasce. Pensiamo anche solo ad alcuni tra i podcast più popolari del momento (o di sempre): titoli come The Joe Rogan Experience, TED Talks Daily, The Michelle Obama podcast… o in Italia, La Zanzara e Muschio Selvaggio, solo per citarne due. 

In questo tipo di podcast molto spesso autore e host coincidono: per farla breve, insomma, il podcast È l’autore. La buona riuscita di questo tipo di podcast dipende molto dal carisma dell’host/autore: non è detto che un bravo autore sia anche un bravo host, ma molto spesso la passione compensa la tecnica. 

Un podcast divulgativo, infine, richiederà un lavoro particolarmente ampio in una prima fase, quella della raccolta dati, confrontando gli argomenti che si andranno a trattare, evitando di incappare in fake news. Un esempio su tutti gli esempi? I podcast – bellissimi – di Alessandro Barbero, of course.

Scrivere per gli occhi non è come scrivere per la voce

Torniamo al podcast narrativo fondato su un copione. Una caratteristica fondamentale del mestiere di scrivere podcast riguarda la natura del prodotto. Stiamo parlando di un testo che andrà letto ad alta voce, e senza un supporto visivo: è un concetto che un autore deve tenere bene in mente, durante la scrittura.

Può sembrare banale, e forse scontato, ma provate a leggere ad alta voce, che so, una pagina del vostro libro preferito, oppure l’etichetta del detersivo per la lavastoviglie: un autore ha scritto entrambi i testi, eppure con intenti completamente diversi. 

Un autore di podcast deve evitare l’utilizzo di parole e locuzioni cacofoniche, le allitterazioni. L’ipotassi è quasi bandita, così come l’utilizzo di frasi troppo contorte, di cui non si coglie facilmente il soggetto.

Molto importante inoltre, specie se il podcast è particolarmente lungo, ricordarsi che l’ascoltatore non ha il copione sotto mano: ripetere i concetti fondamentali, a differenza di altri testi, non solo non fa male ma è di grande aiuto.

Mai come in questo caso, comunque, un copione impreciso si sente

Il confronto con altre figure è più importante di quanto non si pensi

I podcast si costruiscono in team: scrivere un podcast è un’attività meno solitaria di quello che si creda. 

A livello puramente strutturale, la scrittura di podcast è solitamente preceduta, come molte altre forme di scrittura, da un’ampia fase di documentazione, di cernita delle informazioni, di controllo e fact-checking: a prescindere dal format, la qualità del prodotto parte sempre dalla sua coerenza interna.

Dopo aver raccolto gli argomenti, è il momento di ordinarli, magari usando una scaletta, per avere in mente a grandi linee il discorso che si vorrà intraprendere. Solo successivamente, se è previsto un copione, inizia la scrittura vera e propria.


La “gelida” estate di Demoni Urbani

Per molti iniziano le ferie, non per la serie crime più amata

Il 4 maggio 2020 si è conclusa la terza stagione di Demoni Urbani, gettando nello sconforto migliaia di seguaci (2.054 i likes della pagina Facebook dedicata). Un coro di voci disperate si è subito levato sui social de Gli Ascoltabili: “Quando tornate?”, “Come faremo senza la voce di Francesco Migliaccio?”, “Non sarà più lunedì senza Demoni Urbani”… e così via. 

D’altronde, era prevedibile: il crime Demoni Urbani è uno dei podcast di maggiore successo della nostra piattaforma, che dalla sua nascita è riuscito a collezionare una schiera di ascoltatori sempre più nutrita e affezionata. Di conseguenza, come l’arrivo di una nuova stagione è accolto con entusiasmo, la sua conclusione suscita dispiacere in tutti coloro che ogni lunedì sera alle 23 si connettono per ascoltare un episodio inedito.

Per un po’, il nostro social team ha giocato con i fans, seminando il dubbio su una  possibile chiusura definitiva della serie. Un pizzico di “perfidia”, solo per tenere gli ascoltatori sulla corda un altro po’.

Naturalmente, non c’era nulla di fondato: Demoni Urbani non va da nessuna parte. 

Tutto il contrario: a solo un mese e mezzo dalla fine della terza stagione, Gli Ascoltabili ha annunciato a sorpresa il ritorno dell’amatissima serie. Una “summer edition” totalmente inedita, che inaugura l’estate nel segno del crime.

Al mare, in montagna o a casa propria, l’estate si ascolta nelle cuffie

La stagione più calda avrà tutto un altro sapore grazie al ritorno del podcast crime. Diciamolo, sono mesi particolari: l’emergenza COVID-19 ha ridefinito i piani per l’estate, che in Italia solitamente si dividono tra ombrellone e camminate nel verde. Chissà quante persone riusciranno a vivere le ferie come preventivato. Difficile quindi, più degli anni passati, immaginare il contesto in cui i fans dei podcast italiani ascolteranno la nuova stagione della serie sui delitti d’Italia: sdraiati in spiaggia? Oppure tra le mura di casa? In ogni caso, ci penserà Demoni Urbani a portarci in villeggiatura. Naturalmente… a modo suo.

Per questa stagione, il team autoriale de Gli Ascoltabili ha selezionato storie delittuose verificatesi nei mesi estivi, oppure legate a gite fuori porta. È così che gli appassionati di crime potranno immergersi ancora di più nelle vicende raccontate, ascoltando il podcast nello stesso periodo dell’anno in cui sono avvenuti gli omicidi, e chissà, magari scoprendo di trovarsi nelle stesse località o in situazioni analoghe (la gita in barca, la scampagnata sui monti…ecc.). 

Protagonista dell’episodio, una storia drammatica che certamente è ancora impressa nella memoria di molti ascoltatori: l’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, nella sua villa a Roma. La storia è nota. I primi sospetti ricaddero sul figlio dell’insegnante privata dei bambini e, in seguito, sull’ex cameriere: entrambi furono però scagionati dal DNA. Alla contessa erano intestati sei conti bancari in Svizzera che si ipotizzò servissero da transito per operazioni del SISDE, ma non fu mai stato dimostrato. All’epoca, l’impatto mediatico fu enorme, per un intrigo sciolto vent’anni dopo, con un ulteriore test del DNA che incastrò il filippino. 

Per quanto riguarda i temi dei prossimi episodi… no spoiler! Come sempre, finché gli episodi non sono online, la redazione de Gli Ascoltabili si riserva di mantenere il mistero circa le storie che saranno raccontate.

Con la “summer edition”, Demoni Urbani chiede l’aiuto dei suoi fans

La veste “estiva” non è l’unica novità della nuova serie. Con la pubblicazione del podcast, questa volta gli ascoltatori sono stati accolti da una richiesta particolare: quella di fornire un piccolo contributo per sostenere la realizzazione della prossima stagione. Una piccola campagna di fundraising.

Infatti, come i fans sanno, Gli Ascoltabili è una piattaforma indipendente di podcast gratuiti, tra i quali rientra anche Demoni Urbani. Dietro lo schermo ci sono però molte persone al lavoro per mantenere alta la qualità di queste serie e garantirne pertanto il successo: autori, art director, attori, speaker, produttori, tecnici del suono, esperti di comunicazione social. Un lavoro costante alimentato dalla passione, che richiede tempo, energia e attrezzature adeguate.

Così, senza stravolgere la sua natura di podcast gratuito, Demoni Urbani per il futuro ha chiesto aiuto al suo pubblico: quel pubblico che è stato determinante per dare alla serie il successo che ha ottenuto in questi anni. La richiesta è di versare un piccolo contributo monetario di €4,90. 

A lanciare l’appello non poteva che essere lui: Francesco Migliaccio, attore teatrale di spicco e voce ormai storica di Demoni Urbani, amatissimo dal pubblico.

Il regalo di Demoni Urbani per i partecipanti al crowdfunding

Naturalmente gli ascoltatori sono liberi di scegliere se fare l’offerta richiesta, oppure no. La stessa natura del crowdfunding è quella di “chiedere”, non certo esigere. Sempre secondo le regole del crowdfunding, è previsto però un gesto concreto come ringraziamento per coloro che aderiscono.

Infatti, alle persone che offriranno quei €4,90, Gli Ascoltabili ha pensato di riservare un vantaggio esclusivo: l’invio di due puntate inedite che non verranno mai pubblicate online, ma che resteranno nella loro collezione personale di Demoni Urbani. 

Con questo piccolo contributo, il pubblico aiuterà a far sì che ci siano altre stagioni di Demoni Urbani gratuite per tutti. Come contribuire? Sarà sufficiente cliccare sulla pagina dedicata e compilare il form con i dati richiesti.

Il pubblico di Demoni Urbani ha già iniziato a rispondere alla richiesta d’aiuto, e noi de Gli Ascoltabili non possiamo che rinnovare il nostro più sentito ringraziamento per l’affetto e la fiducia che ci riserva ogni giorno da tre (ormai quattro) stagioni del podcast a questa parte. Già sentiamo che questa iniziativa non farà altro che avvicinarci sempre più ai nostri ascoltatori: da parte nostra, continueremo a impegnarci per realizzare podcast di qualità come facciamo da sempre. Per il momento, auguriamo a tutti buone vacanze estive in compagnia di Demoni Urbani!


Demoni Urbani, online la terza stagione

Continua l’esplorazione del cuore di tenebra d’Italia, raccontato dai luoghi che ne portano il segno

I nostri ascoltatori più fedeli se ne saranno certamente accorti: è tornata Demoni Urbani, la serie crime ormai diventata cult, che ripercorre i più atroci delitti compiuti nelle città italiane.

La perturbante voce di Francesco Migliaccio ci accompagna nuovamente verso storie criminali conosciute e meno conosciute, alla scoperta del “lato oscuro” dello Stivale. Una narrazione vibrante che, tra indagini sul comportamento umano e descrizioni da medico legale, trasporta l’ascoltatore indietro nel tempo, facendolo sentire parte integrante di luoghi e culture spesso dimenticati. 

Sì, perché per molti versi la grande protagonista silenziosa di Demoni Urbani è lei: la città, con il suo carico di storia e tradizioni, con i suoi abitanti che vedono, mormorano, sentenziano, da dietro una tenda appena scostata o radunati attorno al tavolino di un bar… detentori di una memoria collettiva che, di volta in volta, ci consegna un tassello preziosissimo della nostra cultura.

Demoni Urbani: quando la città è vittima, carnefice e… giudice

Da sempre, in letteratura e al cinema, il crime più di altri generi è votato all’analisi critica del contesto geografico e sociale in cui avvengono i fatti che racconta. Il crime intrattiene infatti una relazione privilegiata con l’ambiente cui fa riferimento: si potrebbe dire che il “luogo del delitto” non è soltanto lo spazio fisico in cui si verifica il reato, ma anche la cultura che permea di senso tale spazio.

È facile immaginare come l’Italia, paese così vivace e variegato, così ricco di tradizioni concentrate in uno spazio ristretto, si presti particolarmente all’esplorazione storica e umana offerta dal genere crime.

Non sarà un caso se, storicamente, nel nostro paese il genere in questione assume addirittura un altro nome, il “giallo” mutuato dalle famose copertine della serie Mondadori. Una testimonianza palpabile dell’influenza che può avere la cultura locale su una tipologia letteraria (e non solo) sempre più ricca, sempre meno associabile a un solo colore.

La “vocazione locale” dell’Italia si riversa sull’interpretazione (e di conseguenza, sulla rappresentazione) di quelle tristi storie delittuose che hanno sconvolto le nostre città. 

“Il paese è piccolo e la gente mormora”… influenzato dal proprio mondo, il giudizio implacabile della comunità locale spesso e volentieri si infiltra tra le pieghe della storia, determinando il corso degli eventi o quanto meno il ricordo che se ne conserverà.

I delitti compiuti da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira nell’immaginario comune diventano “il massacro del Circeo”, Pietro Pacciani (o chi per lui) è conosciuto come “il mostro di Firenze”, Leonarda Cianciulli è “la saponificatrice di Correggio”, Marco Bergamo è “il mostro di Bolzano”, e così via. Il luogo del delitto diventa identificativo del delitto stesso, come condannato a portare nel tempo una cicatrice che non si rimargina.

Una tradizione che spazia dalla carta stampata al grande e piccolo schermo

Numerosissimi autori negli anni hanno colto questo tratto della nostra cultura, sfruttandolo ed esplorandolo nelle loro detective story. Ricordiamo così la Milano noir di Giorgio Scerbanenco, Renato Olivieri e molti altri, la Bologna di Carlo Lucarelli, la borghesia torinese di Fruttero & Lucentini, l’irresistibile Sicilia dipinta da Andrea Camilleri… o ancora, in tempi più recenti, la cupa Aosta vista dagli occhi del vicequestore Rocco Schiavone nei romanzi di Antonio Manzini, e la Napoli anni Trenta di Maurizio De Giovanni con il suo Commissario Ricciardi.

La tendenza italiana a riservare un ruolo particolare al luogo dell’azione si riscontra anche al cinema e in televisione. Senza andare nel dettaglio delle moltissime sfaccettature che l’impronta territoriale presenta nel crime made in Italy sullo schermo, basterà segnalare che a un certo punto la città è arrivata a “invadere” persino i titoli dei film: è successo negli anni Settanta, con il breve quanto fortunato filone dei poliziotteschi, che ci ha regalato titoli come Roma a mano armata, Milano calibro 9, Napoli violenta, Milano odia: la polizia non può sparare… ecc.

Demoni Urbani, la storia italiana del crimine in chiave podcast

Demoni Urbani si inscrive in questa tradizione, portando la voce della città sporca di sangue nell’universo dei podcast: senza porsi limitazioni di tempo, si va dalla Roma di epoca fascista della vicenda di Gino Girolimoni, alla Busto Arsizio delle Bestie di Satana, fino alla Erba di Olindo e Rosa Bazzi (al centro di uno dei nuovi episodi).

Il web è già in fermento: sono infatti migliaia i fan del podcast ideato da Simone Spoladori, che si affrettano a postare commenti, valutazioni, condivisioni ad ogni uscita. A Simone Spoladori chiediamo quale sia, secondo lui, il segreto di questa serie.

«Direi che Demoni Urbani ha permesso e permette agli ascoltatori di ripercorrere fatti di cronaca noti – come la vicenda de Il mostro di Firenze o la strage di Erba – e anche di scoprire fatti decisamente meno noti, come gli omicidi della Stretta Bagnera o la storia del vampiro di Bergamo. Poi penso che il crime abbia successo alla radio perché, non mostrando le efferatezze che vengono raccontate, costringe ognuno a fare i conti con il lato nero della propria immaginazione, e questa operazione ha indubbiamente un fascino perverso. Credo però che l’aspetto determinante per il successo della serie siano le straordinarie performance di un attore fantastico come Francesco Migliaccio».

Che si tratti di una grande metropoli o di un antico borgo, il narratore di Demoni Urbani Francesco Migliaccio si incammina metaforicamente lungo i vicoli e bussa alle porte degli interni che custodiscono i più inquietanti segreti della nostra storia. Ne riascoltiamo suoni e rumori, ne ricordiamo i dettagli processuali, interroghiamo le città nel tentativo di comprendere qualcosa di più sull’orrore che arriva a sconvolgere la realtà di tutti i giorni. 

E le città, dolentemente, rispondono.