Podcast News: Facebook chiude la sua piattaforma – e Twitter fa il contrario

Cari affezionatissimi del mondo dei podcast che non vi perdete nemmeno una news a riguardo, abbiamo una crispy news per voi.  

Facebook chiuderà la sua piattaforma di podcast meno di un anno dopo averla lanciata. Era il “lontano” giugno 2021 quando Mark Zuckerberg aggiunse una funzione che consentiva agli ascoltatori di sentire, scaricare e salvare i propri podcast e di creare vere e proprie clip dai loro programmi preferiti. 

La notizia è ufficiale, la data appena confermata: il 3 giugno diremo addio ai Facebook Podcast; è stato breve, ma intenso. 

Facebook non crede al potere dei podcast? Ma neanche per sogno! 

La mossa fa parte di una più ampia rivalutazione dei prodotti audio di Facebook. La società sta chiudendo gli hub Soundbites e Audio del sito e integrando la sua funzione Live Audio Rooms per lo streaming live – che, diciamolo, sostanzialmente era una copia di Clubhouse, altra app ormai scomparsa dai radar – nella sua più ampia suite Facebook Live. 

La “giustificazione”? Dice Adelaide Coronado: «Dopo un anno di apprendimento e iterazione sulle esperienze audio-first, abbiamo deciso di semplificare la nostra suite di strumenti audio su Facebook. Valutiamo costantemente le funzionalità che offriamo in modo da poterci concentrare sulle esperienze più significative». Stop ai podcast su facebook, quindi.

Non è una notizia del tutto inaspettata. Nel 2020 e nel 2021 il mercato dell’audio è stato incredibilmente schiumoso: giocatori affermati come SiriusXM e Amazon stavano acquistando reti di podcast mentre l’app per audio dal vivo Clubhouse è stata brevemente valutata a 4 miliardi.  

Cosa sono i podcast su Facebook? 

Facebook durante lo scorso anno ha dato la possibilità agli amministratori delle pagine di ospitare trasmissioni audio di ogni genere, all”interno di apposite sezioni. Dai contenuti pubblicati, gli ascoltatori possono ritagliare clip degli episodi per un massimo di un minuto di durata, che poi si potevano ricondividere sui vari profili. 

I podcast su Facebook, al momento, sono disponibili solo per gli ascoltatori degli stati Uniti, e su mobile. Possono essere ascoltati, condivisi e commentati direttamente su Facebook. Per farlo, è sufficiente aggiungere il podcast sulla propria pagina. 

Competere con Spotify? No, thank you 

Come ormai sappiamo, da anni il mercato dei podcast si sta affollando di nuove piattaforme, e gli investitori hanno capito che i podcast sono davvero il mezzo del presente e del futuro. 

Amazon e Spotify, ne abbiamo parlato in alcuni articoli, hanno ampiamente mostrato di voler puntare sui podcast, acquisendo spettacoli di successo in licenza, ma anche acquisendo intere società. 

Anche noi de Gli Ascoltabili abbiamo collaborato – e stiamo collaborando tutt’ora con entrambe le piattaforme. 
In esclusiva Audible abbiamo infatti prodotto Agatha Christie scomparsa, che in undici episodi (tanti quanto i giorni della scomparsa) racconta la reale scomparsa della famosa scrittrice, che ha fatto impazzire il pubblico, la stampa, la polizia. 
Sempre in esclusiva Audible, poi, è Il mostro, la serie dedicata alla terribile storia di uno dei serial killer più famosi italiani – se non addirittura il più famoso -, il mostro di Firenze.  

E a brevissimo ritorneremo su Audible con una serie di cui non possiamo ancora dire nulla ma che siamo sicuri vi lascerà con il fiato sospeso. 

Per quanto riguarda la collaborazione con Spotify, noi de Gli Ascoltabili abbiamo prodotto due podcast Originali per Spotify: Ikaros – le ali di cera del rock e Disruptive – il prima e il dopo del calcio. Ikaros – le ali di cera del rock – racconta la storia di alcuni dei più grandi artisti musicali, che sulla Terra hanno avuto vite brevi e difficili, ma che hanno lasciato grandissimo lascito; il narratore d’eccezione è Morgan. Disruptive – il prima e il dopo del calcio – è il podcast dedicato ad alcune delle storie più assurde e interessanti del calcio, condotto da un preparatissimo Angelo Astrei. 

Ah, come dimenticare: Demoni Urbani è ora in esclusiva per Spotify! 

Se Facebook si allontana dai podcast, Twitter è sempre più vicino 

Ricordella: qualche settimana fa quel simpaticone di Elon Musk si è comprato Twitter – noi al massimo ci possiamo comprare dei calzini nuovi, ma questo è un altro discorso. Non se l’è solo comprato, in vero: Twitter non sarà più un’azienda quotata in borsa, ma diventerà una società privata, di proprietà esclusivamente di Musk. Lui e lui solo potrà decidere che strada prenderà il social network, e ciò avrà sicuramente una ripercussioncina circa il mondo dei podcast. 

In un’intervista su Engage, Andrea Febbraio, venture builder di Hypercast, branded podcast company., si esprime così sull’argomento: «In ogni nazione i podcast sono diventati uno strumento di ascolto asincrono per approfondire temi, lasciarsi coinvolgere da una storia in una maniera intima e avvolgente. […] E ancora non abbiamo visto niente. La mia idea è infatti che Twitter possa abbracciare in toto il mondo dell’audio e magari ritargliarsi uno spazio importante cavalcando il sentimento di decentralizzazione che è esploso con il mondo crypto.

Twitter e podcast: qual è il futuro?

La mossa di Elon Musk potrebbe essere proprio questa e quindi mettere al riparo podcaster controversi come Joe Rogan (il podcast di Joe Rogan, su Spotify, è stato bombardato dalla censura da parte dell’estabilishment, ndr) dalla censura. Questo presenterebbe sicuramente dei rischi, ma pensate anche all’opportunità per questo media! Secondo me non abbiamo ancora visto niente, e creatori di contenuti ma anche brand potranno sempre di più cavalcare quest’onda di tsunami per raggiungere i propri consumatori, avvolgendoli con delle storie accattivanti in spazi non ancora saturati». 

Noi staremo a vedere, e come sempre ci mettiamo in pole position per condividere con voi tutte le news sul magico, bellissimo, supersonico mondo dei podcast.  


Facebook si apre al mondo dei podcast – ed era ora!

Assidui lettori de Gli Ascoltabili d’Italia, di tutto il mondo e dell’universo intero, unitevi, vorremmo fare un annuncio. Lo abbiamo già più volte ribadito, nel corso del tempo – o meglio, dei nostri articoli, come ad esempio questo, questo o questo – ma è il caso di ribadirlo. In tempi non sospetti ci abbiamo visto lunghissimo con la scommessa dei podcast, ma un sacco di bella gente ci ha seguito a ruota, investendo come se non ci fosse un domani nella produzione di podcast di qualità, podcast originali, podcast bellissimi, in Italia e all’estero. I nostri sono pure gratuiti, tiè.

Oprah, Harry e Meghan, Bruce Springsteen e Obama, Spotify (a proposito, lo sai che Demoni Urbani ora è in esclusiva su Spotify? no? Sappilo), Amazon, Netflix, Apple… insomma, alla nutrita lista di amanti dei podcast, si aggiunge anche il solo, unico, incommensurabile Mark. Mark Zuckerberg.

Il fondatore di Facebook, il quinto uomo più ricco del mondo, ha appena annunciato di puntare sull’audio per rivoluzionare il social network più famoso del mondo. Scopriamone i dettagli. 

Facebook e la rivoluzione audio: i dettagli

La pandemia che stiamo vivendo ha posto tutta una serie di cambi di paradigma relativi al nostro modo di intendere la comunicazione e i mezzi con cui attuarla. Stare a casa, il coprifuoco, l’impossibilità di uscire dalla propria regione o dal proprio comune hanno inciso fortemente nelle scelte di tutti i giorni, anche dal punto di vista comunicativo: se è vero che gli ottimisti vedono opportunità in ogni pericolo, Zuckerberg si può definire il re degli ottimisti. E ha cavalcato l’onda.

A metà del 2020, mentre il mondo si affacciava all’epidemia da SARS-CoV-2 e moltissime persone vivevano in lockdown, Facebook ha creato le Rooms, ovvero delle stanze virtuali nelle quali gruppi di amici, parenti e familiari potevano incontrarsi e fare videochiamate in compagnia. L’innovazione, rispetto allo standard di Facebook, è che nelle stanze ci si poteva accedere anche senza essere iscritti al social: era sufficiente per il moderatore della videochiamata girare un link di accesso alle persone desiderate. 

In questi giorni, Zuckerberg ha annunciato il lancio di una vasta gamma di prodotti audio, che andranno ad affiancare testi, foto e video, arricchendo ancor più le sue piattaforme.

Gli strumenti pensati in questa ottica sono, per il momento, tre: stanze audio, soundbites e podcast.

Stanze audio, per cominciare

Le stanze audio non sono altro che le stanze Messenger private dell’opzione video: in questo modo, chiunque potrà accedere alle stanze, indipendentemente dal fatto di avere i capelli puliti, per intenderci. Battute vere a parte, le stanze audio permettono una maggiore inclusività, sono comode e funzioneranno esattamente come le stanze classiche: il moderatore potrà scegliere un argomento di cui parlare, aggiungere gli amici al gruppo, passare il link a chiunque voglia aggiungersi e iniziare la conversazione.

Lo sappiamo, leggi sempre i nostri articoli, perciò di sicuro a questo punto avrai pensato: ma questo è ciò che fa Clubhouse! Bravo! Meriti una stellina per essere al passo con i nostri articoli – per tutti gli altri ecco il link in cui parliamo abbondantemente di Clubhouse. In effetti, il collegamento all’app protagonista della rivoluzione ascoltabile alla quale vi abbiamo già abituati e alla quale la nostra piattaforma di podcast sta dando un notevole contributo, è abbastanza evidente: uso della voce, contenuti effimeri, attenzione alla privacy. Non temete, però, Clubhouse e le Facebook Rooms non sono la stessa cosa: alle Facebook Rooms puoi entrare senza l’obbligo dell’invito. 

Soundbites e podcast

Il secondo strumento, anche se probabilmente sarà il primo ad arrivare sul mercato, dovrebbe essere Soundbites: sarà la versione audio di Reels, lo strumento che consente di scambiare brevi video e messaggi vocali.

Avevamo già visto qualche settimana fa Twitter inserire all’interno del suo feed la possibilità di inviare messaggi vocali, che restano però fissi, esattamente come i post classici, a meno che l’utente non decida di eliminarli: insomma, Clubhouse è stato ampiamente copiato – e come biasimare tutti? Quando un format funziona, funziona – Lo sappiamo bene, noi, che vantiamo di numerosi tentativi di imitazione

Last, but not least, signore e signori, i podcast. Mark, vecchia volpe, finalmente, diciamo noi! Quanto ci voleva per capire che i podcast sono lo strumento ideale per comunicare contenuti efficaci e bellissimi? E non dire che non te l’avevamo detto.

Facebook e la rivoluzione dell’audio: come andrà a finire?

Ancora non c’è niente di certo, se non il fatto che, come riportato su Il corriere della sera, “Zuckerberg, parlando dei nuovi strumenti audio del suo gruppo, ha detto che l’intenzione è quella di guardare all’utente più come creatore (di contenuti che possono anche produrre un reddito) che come consumatore. La società, del resto, ha già introdotto piattaforme come Start che dovrebbero aiutare i creatori a monetizzare il valore del loro lavoro”.

Quante cose possono succedere! Non sappiamo se il futuro ci riserva una collaborazione – o una contrapposizione – tra Facebook e Clubhouse, né quanto, come e quando Mark proporrà his own podcasts, ma e noi amanti dei podcast, noi che le storie le concepiamo prima con le proprie orecchie, poi con gli altri sensi, non vediamo l’ora di saperne di più.

Intanto, mentre aspettiamo notizie certe, spingiamo un po’ i nostri podcast super divertenti e bellissimi, come Hardcorviale e Il podcast del disagio, ma anche quelli interessanti e bellissimi, come Tutte le famiglie felici e La mia storia, o ancora quelli zeppi di suspense e bellissimi, come Folco Files e Demoni Urbani.

Qualsiasi sia la vostra serie preferita, noi de Gli Ascoltabili siamo qui a farvi compagnia, nell’attesa che Mark Zuckerberg proponga dei podcast straordinari con i quali allietare i nostri momenti liberi, sempre, ovunque.

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