Su Netflix, Apple e il mondo podcast

Netflix punta – anche – sui podcast: si testa la modalità “solo audio”

Alla presentazione dei Golden Globes 2020, Ricky Gervais presentava, ad uno ad uno, i celeberrimi attori presenti, in una delle sue performance più memorabili. Tra una battuta assolutamente scorretta e l’altra, Gervais diceva, testualmente: 

«No one cares about movies anymore. No one goes to cinema, no one really watches network TV. Everyone is watching Netflix. This show should just be me coming out, going, “Well done Netflix. You win everything. Good night.”» (trad: A nessuno importa più dei film. Nessuno va al cinema, nessuno guarda davvero la TV generalista. Tutti guardano Netflix. In questo show dovrei esserci solo io che esco e dico “Ben fatto, Netflix. Vinci tutto tu. Buona notte”)

E si trattava di tempi non sospetti, prima ancora dei vari lockdown per la pandemia che, neanche a dirlo, hanno contribuito all’aumento delle iscrizioni alla piattaforma.

Netflix ha sbancato in ogni ambito, ha una quotazione in borsa da capogiro, con un fatturato che supera i venti miliardi di dollari, e contenuti originali di grande successo (si pensi a serie come La regina degli scacchi, o film come L’incredibile storia dell’isola delle rose)… e non finisce qui. 

Sì, perché pare che il colosso californiano si stia aprendo sempre più anche al mondo dei podcast

Negli ultimi tempi, infatti, dalla app della piattaforma è possibile impostare la fruizione dei contenuti nella sola modalità audio. Basta cliccare sul tasto “Video Off” in cima al player, oppure abilitare la modalità “Audio Only” dalle impostazioni generali. 

Si tratta per il momento di un semplice aggiornamento lato server (disponibile solo per Android), ma può essere visto come una sperimentazione ispirata dal crescente interesse verso i contenuti audio, come podcast e audiolibri.

Un’ulteriore prova, insomma, del fatto che la produzione di podcast di qualità è un trend che non passa inosservato!

I podcast originali di Netflix

La modalità solo audio di Netflix consente di seguire le serie o i film preferiti risparmiando dati, batteria e concentrandosi sul potere della voce o del suono. In effetti, alcuni contenuti in particolare (come gli show di stand-up comedy) possono anche essere seguiti senza immagini, ma si potrebbe obiettare che la fruizione audio di contenuti pensati per il video sarà sempre una fruizione “parziale”.

Vale comunque come “prova generale” da parte di Netflix prima di scegliere se approdare verso la produzione di podcast vera e propria.

In realtà, però, il Re Mida dello streaming di podcast già ne produce, anche se non se ne parla molto. Al momento esistono quasi solo per il mercato statunitense, ma sono in costante crescita (22 mentre scriviamo questo articolo): riguardano tutti le produzioni a marchio Netflix, o la vita in azienda. Quest’ultimo caso ad esempio è quello di We Are Netflix, con il Senior Software Engineer Lyle Troxell che intervista altri dipendenti sul loro lavoro e i valori dell’azienda.

Altri come The Call Sheet, Watching With o Behind the Scenes, sono invece conversazioni con celebrità o persone della produzione, sui dietro le quinte dei vari show.

Interessante il titolo You can’t make this up, dove l’autrice e conduttrice di genere crime Rebecca Lavoie esplora le storie vere che si trovano dietro i più amati contenuti thriller e gialli del marchio.

O Because I watched: racconti di persone reali da tutto il mondo, su come alcune serie o film (rigorosamente Netflix) hanno cambiato la loro vita.

In tutti i casi si tratta naturalmente di branded podcast, curati dalla divisione marketing per attirare o tener vivo l’interesse del pubblico verso i contenuti della piattaforma. Difatti, con il branded podcast un’azienda può creare un legame di fiducia con il suo utente medio, raccontando storie che comunichino i valori su cui l’azienda stessa si fonda (e in cui l’utente può riconoscersi). A proposito, conoscete i branded podcast realizzati da Gli Ascoltabili?

Apple pronta a lanciare la “Netflix dei podcast”?

Se davvero Netflix stesse pensando di ampliare il suo dominio anche verso il meraviglioso mondo dei podcast, forse dovrebbe guardarsi le spalle. 

Secondo le ultime indiscrezioni dei media americani, sembra infatti che Apple stia pensando di lanciare un nuovo servizio di abbonamento a pagamento per ascoltare podcast

Pare che il brand della mela stia incontrando società di produzione del settore per valutare il “grande salto”, ma al momento non c’è nulla di concreto. Come Netflix, probabilmente sta tastando il terreno per verificare che quello dei contenuti audio sia effettivamente un trend da cavalcare con prospettive a lungo termine. 

D’altronde, già nel 2019 Apple meditava di comprare serie podcast originali per averne l’esclusiva, e a fine 2020 ha partecipato alla corsa per l’acquisizione della nota compagnia di podcast indipendenti Wondery (poi andata ad Amazon).

Anche nel caso di Apple, comunque, esistono già dei podcast originali. Attualmente, il brand realizza per lo più podcast di natura “corporate”, che mirano a diffondere news aziendali: si tratta dei titoli Apple Keynote, Apple Quarterly Earnings Calls (sugli andamenti trimestrali) e Events at the Apple Store

Unica eccezione – per il momento – è costituita dal talk lanciato a giugno 2020 The Zane Lowe Interview Series: in ogni episodio del podcast, il dj di Apple Music Zane Lowe coinvolge un musicista/cantante famoso in una conversazione intima sulla sua vita e le sue canzoni. Tra gli artisti intervistati, figurano celebrità come Miley Cyrus, Eminem, Paul McCartney, Mariah Carey e i Foo Fighters.

Che dopo il lancio di Apple TV+, Apple stia pensando a una sorta di “Apple Podcasts+”? Per il momento, l’esperienza di The Zane Lowe Interview Series è ancora un caso isolato. Come si dice, chi vivrà vedrà!

Intanto, noi continuiamo a goderci l’ascolto dei migliori podcast italiani su tutte le principali piattaforme di streaming audio: naturalmente, sempre con un “orecchio di riguardo” per i mitici podcast de Gli Ascoltabili! Da Demoni Urbani a Sostenibilità for Beginners, da Folco Files a Delitti&Roversi, da La mia storia a Gli adolescenti si fanno male… dal 2018, Gli Ascoltabili produce podcast gratuiti per tutti i gusti e le occasioni. Li conoscete tutti?


Indovina chi fa un nuovo podcast? Harry e Meghan, folks!

Li abbiamo lasciati qualche mese fa, nella loro casetta a Montecito, California, mentre mandano cv in giro per la città alla ricerca di lavori “normali”.

Abbiamo sofferto per la solitudine di Harry, che ha lasciato a Londra famiglia e amici, e rivisto tutte le puntate di Suits in cui Meghan era protagonista.

Tra l’altro, di recente, Meghan Markle è stata protagonista di una vicenda terribile, che ha condiviso in un pezzo struggente e crudo pubblicato sul New York Times, relativo al suo aborto spontaneo avuto pochi mesi fa, “The loss we share”, che potete leggere interamente qui.

In ogni caso, i duchi del Sussex fanno sempre parlare di sé, nel bene o nel male. 

I più informati sapranno che qualche tempo fa, Harry e Meghan hanno fondato una loro società di produzione, la Archewell Audio, sfruttando il passato di attrice di Meghan e il talento di Harry nell’arte dello speakeraggio – di cui abbiamo abbondantemente scritto qui. L’accordo con Netflix non ha tardato ad arrivare, e, come hanno fatto Michelle e Barak Obama una volta lasciata la Casa Bianca, i nostri duchi preferiti si sono messi a produrre contenuti multimediali come film, serie tv, documentari e programmi per bambini. «Il nostro obiettivo è creare contenuti che informino, ma che diano anche speranza. Essendo genitori da poco, per noi è importante creare programmi per famiglie che siano fonte di ispirazione», dicono ai tabloid.

E ora, dopo l’uscita dell’ultima stagione di The Crown, – che, ricordiamo, non ha fatto particolare piacere a nessuno dei membri della Royal Family, figuriamoci Harry e Meghan – i due hanno deciso di stringere un nuovo accordo, stavolta con Spotify.

Dopo Netflix, l’accordo con Spotify: il podcast reale che tutti stavamo aspettando

Sì, ok, vedere serie tv è bello e emozionante, ma volete mettere l’ascolto dei podcast

Se vi serviva un’ulteriore conferma dell’importanza di questo medium super figo, Harry e Meghan vengono in vostro soccorso.

I due hanno da poco trovato un accordo Spotify per trasmettere il loro primo podcast.

Cominceranno con una puntata del podcast «Speciale per le vacanze», nato con l’intento – parole loro – di risollevare il pubblico di tutto il mondo, e verrà rilasciato entro la fine dell’anno. La prima serie, invece, è prevista per l’anno prossimo. 

La partnership include numerosi programmi, che saranno disponibili esclusivamente su Spotify.

In un’intervista recente, i nostri duchi hanno detto che «Quello che amiamo del podcasting è che ricorda a tutti noi di prenderci un momento e di ascoltare veramente, di connetterci l’un l’altro senza distrazioni. Con le sfide del 2020, non c’è mai stato un momento più importante per farlo, perché quando ci ascoltiamo e ascoltiamo le storie degli altri, ci viene ricordato quanto siamo tutti interconnessi». 

Tutti vogliono creare il proprio podcast… e fanno bene!

Everybody wants to produrre il proprio podcast: Harry e Meghan non sono i primi, e ci crediamo. La voglia di condividere le proprie esperienze, creare narrazioni, di raggiungere un pubblico che magari non ha molta voglia di leggere, ma vuole fortemente informarsi, è forte almeno quanto lo è il bisogno di raccontare

Al di là delle grandi aziende e delle grandissime personalità – da Oprah Winfrey a Michelle Obama –  sono moltissime le persone che hanno deciso di creare un podcast, magari creati in maniera fin troppo artigianale, utilizzando il proprio smartphone e un paio di cuffie bluetooth.

I risultati forse non saranno stati particolarmente degni di nota, ma il divertimento sarà assicurato.

Hai un’idea super per il tuo podcast, oppure vuoi saperne di più? Scrivici e condividi con noi la tua idea, possiamo realizzarla insieme!

Voglia di Royal family? Ma ci pensiamo noi! Ascolta “Un’amica reale”, direttamente da “La mia storia”

Eh, lo sappiamo, seguire le vicende della Royal Family è un po’ come sapere a memoria la trama che si nasconde nelle grandi soap, alla stregua di Beautiful o de Il segreto: lo facciamo tutti ma un po’ ce ne vergogniamo. 

Complici i giornali, certo, che condividono sempre e comunque ogni minima e insignificante notizia che possa essere anche solo leggermente collegata alla Royal Family. Kate Middleton veste abiti da 30 sterline? Articolo. Harry e Meghan prendono un nuovo cucciolo? Cento articoli e servizi al tg. A Queen Elizabeth si rompe la leva del cambio della sua macchina e va dal meccanico a farla aggiustare? Minimo una nuova serie tv.

E anche noi, nel nostro piccolo, siamo affascinati dalla Royal Family, fosse solo perché – e qui R. R. Martin fa da insegnante, con la fortunata serie Game of Thrones – dove c’è un trono, ci sono intrighi. Dove ci sono intrighi, c’è curiosità, e dove c’è curiosità, beh, ci siamo tutti noi. 

Per questo la prima puntata della seconda stagione de La mia Storia – che, per quei pochissimi che non lo sapessero è il nostro format dedicato alla vita di uomini comuni al cospetto dei grandi eventi che hanno fatto la Storia, con la S maiuscola, l’abbiamo dedicata alla nostra unica Queen. La puntata, magistralmente interpretata da una pazzesca Maria Ariis, s’intitola “Un’amica reale” e racconta la Elizabeth da un punto di vista assolutamente particolare. Potete sentirla in un sacco di posti, come qui, qui e qui

Non è facile essere la migliore amica di Queen Elizabeth. Joanne, una sessantenne londinese, condivide con la regina d’Inghilterra una vita intera di ricordi. Parla con lei ogni giorno, le chiede consigli, ci beve il the. Ricorda ogni piccolo dettaglio della loro amicizia e, in nome di essa, trascura l’amore per suo marito Howard. Joanne e Elizabeth sono unite, fino a quando un evento scatena l’ira della fedele Joanne. Un evento che supera, in proporzione, anche la pandemia dovuta al coronavirus. È l’arrivo di Meghan Markle, la moglie del principe Harry: una donna lontana dai dettami della corona, che insieme al marito deciderà di allontanarsi dalla famiglia reale. Questa scelta è inaccettabile, per Joanne: la donna non capisce perché l’amica Elizabeth, solitamente così integra e rigida, possa passare oltre a una disgrazia così devastante…