12 podcast divertenti da ascoltare questa estate

Agosto, il mese tanto agognato, finalmente si palesa. Con un po’ di fortuna, molti di noi andranno in ferie, si godranno una pausa meritata, necessaria per arrivare a settembre senza crolli nervosi – o, almeno, ci si prova.

L’estate è un ottimo momento per godersi tanti podcast, e spaziare tra generi che, magari, conosciamo di meno. Come i podcast divertenti e leggeri, ideali da far partire sotto l’ombrellone.

Ma quindi, quali sono i podcast divertenti che non puoi proprio perderti questa estate?

La redazione intera si è scervellata per consigliare podcast leggeri che, magari, potresti esserti pers*, sia per quanto riguarda le nuove uscite, sia i podcast più datati. Abbiamo scomodato pure i sound designer, per farci consigliare qualche titolo!

Sei pront* per il divertimento?

Brave mai

Il primo podcast che prova, senza tabù, a ribaltare i cliché sul sesso tra donne.  Al momento gli episodi trattando di sesso occasionale, posizioni, masturbazione, sex toys: Brave mai è un podcast, certo, ma anche una community ben nutrita, nato dall’idea di Viviana Bruno con Annalisa Indiveri, Giovanna Donini, Rosi di Carlo e Claudia Burgio. Tre donne e una persona non binaria, pront* a condividere le esperienze più divertenti – e meno – sull’argomento. Puoi ascoltare il podcast qui.

Sbagliata

Chi non si è mai sentita così? Lo sa bene Emma, il personaggio interpretato dall’attrice Pilar Fogliati, che è convinta di non meritarsi l’amore e perciò continua a passare da un idiota patentato all’altro. “Sbagliata” è  un viaggio nella vita di una Millennial DOC: incasinata, precaria, incerta, che può contare sul supporto di amiche e amici instabili quanto lei. Questo podcast fiction in 6 episodi, da 25 minuti l’uno, ha un’anima “dramedy”: si ride e allo stesso tempo ci si emoziona, seguendo Emma tra appuntamenti disastrosi e svariati tentativi di auto sabotaggio sentimentale. 

Trovi Sbagliata sulle principali piattaforme podcast.

Cachemire podcast

Luca Ravenna e Edoardo Ferrario sono una garanzia, quando si tratta di ascoltare un podcast divertente. Arrivato alla seconda stagione, Cachemire – un podcast morbidissimo è un podcast talk in cui i due stand-up comedian chiacchierano di qualsiasi argomento, spesso accompagnati da ospiti d’eccezione.

Daniele Tinti, Stefano Rapone, Tommaso Paradiso, J-Ax, Roberto Saviano, Enrico Vanzina, Walter Veltroni sono solo alcuni degli ospiti del podcast, che diventa un’occasione di raccontare spaccati di un’Italia che a volte non capiamo. Col sorriso sulle labbra, naturalmente.

Puoi ascoltare il podcast sulle principali piattaforme.

Il podcast del disagio

Il podcast del disagio ormai lo conoscete: le disavventure quotidiane dei millennials raccontante a con peperoncino e sarcasmo da Valentina “Vee” Tridente.

Dopo anni di relazioni e disavventure tossiche, raccolte e poi raccontate sul loro blog, Valentina e Cecilia hanno deciso di dare voce alle storie più tragiche e imbarazzanti dei membri della Community del Disagio, spinte dalla convinzione che nella condivisione, nell’autoironia e anche negli oroscopi da quattro soldi si celi la chiave della crescita personale.

In ogni episodio affrontano un viaggio all’interno del disagio vissuto da esponenti della loro stessa categoria. Lo fanno raccogliendo e commentando aneddoti in arrivo dai membri della Community del Disagio di Instagram.
Ascolta qui  tutte le puntate uscite finora. 

Hardcorviale

Prendi due autori e sceneggiatori famosissimi, che hanno scritto, tra le altre serie, i Cesaroni. Fabio Di Ranno e Valeria Giasi hanno scelto  GliAscoltabili.it per veicolare Hardcorviale  – Non c’è sesso senza buffering,

In otto episodi, Hardcorviale, è la storia di Nando Moricone, un pensionato che vive a Roma, vittima “della crisi del porno”. L’ultimo noleggiatore di filmini hard della zona ha chiuso i battenti e lui si trova costretto ad affrontare un viaggio iniziatico alla scoperta del web, affiancato da una spalla che di virgiliano ha ben poco: il rapper Derek. 

“Hard” sintetizza tutto quello che c’è da immaginarsi sul porno; “Corviale” è il nome di un complesso residenziale romano che in molti conoscono come “Il Serpentone” per le dimensioni che ha, luogo dell’anima che fa da motore al dramma esistenziale del povero Nando…

Potete ascoltare le puntate di Hardcorviale  direttamente sul sito de Gli Ascoltabili o sulle principali piattaforme podcast.

Camposanto

Possono i cimiteri diventare protagonisti di un podcast divertente? Certo che sì. In Camposanto, la host Giulia Depentor racconta storie di cimiteri – e sepolti – che sicuramente non conoscevi. Magari, la prossima volta che organizzerai una vacanza in una delle città che raccontate, ti verrà la voglia di visitare anche il cimitero.

Puoi ascoltare il podcast sulle principali piattaforme.

Non aprite quella podcast

Il true crime è nel nostro cuore. Demoni Urbani è il podcast true crime più figo mai prodotto. E su questo non abbiamo dubbi.

Ma saremmo falzi se non ti consigliassimo Non aprite quella podcast. Il podcast, prodotto e girato da J-Ax, Matteo Lenardon e Pedar, racconta in toni ironici alcuni casi di cronaca nera, ma anche storie di mistero e creepypasta. Bada bene, i famosissimi host non scherzano mai sulle vittime, ma soltanto sui carnefici e, spesso, sul modo in cui sono state condotte le indagini e sulla stampa del periodo, in grado di regalarci perle comiche a cui difficilmente crederai. eppure, è tutto vero. Puoi ascoltare questo podcast divertente e un po’ sanguinario su Spotify.

Certe Cose 

Chiara Alessi è l’autrice e la conduttrice di Certe cose, il podcast prodotto dal Post. Negli ultimi anni Alessi è andata in giro per l’Italia alla ricerca di “liste” – sì, liste, come quelle della spesa. Elenchi di cose ritrovati in luoghi famosi, come la villa a Palermo di Totò Riina, o associati ad eventi che hanno caratterizzato gli ultimi 50 anni della storia italiana, come quelli del G8 di Genova. 

Alessi sceglie in ogni puntata una “certa cosa”, tratta da questi elenchi. Oggetti di tutti i giorni che parlano di momenti unici del nostro paese. 

Quattro puntate in tutto, tante curiosità da scoprire, un ascolto leggero e interessante che puoi ascoltare sull’App del Post e sulle principali piattaforme.

Anna Faris is unqualified

Diciamo solo che Anna Faris non ha il diritto di dare consigli sulle relazioni a nessuno. Ma lo fa comunque, e siamo contenti che lo faccia. Attingendo dalla sua esperienza di vita e da quella dei suoi ospiti famosi, Anna mette insieme molti suggerimenti che, forse, avrebbe fatto meglio a seguire di persona. Uno dei podcast divertenti – ma anche amaro – di cui non riuscirai a fare a meno.

Puoi ascoltare il podcast qui.

WTF con Marc Maron

Marc Maron è uno degli stand-up comedian americani più famosi che, nel corso della sua carriera, ha fatto di tutto, televisione compresa. Se sei un fan dei talk show e dei talk podcast e mastichi un po’ di inglese, ci ringrazierai per questo consiglio. Praticamente tutti i personaggi famosi americani e non hanno partecipato al suo show, incluso il presidente Barack Obama, Anthony Bourdain, Sara Jessica Parker e molti altri.

Puoi ascoltare il podcast qui.

How did this get made?

Alcuni film sono così brutti da meritare di essere distrutti e raccontati. Se ami i brutti film, e sei un Netflix-addicted, non puoi perderti How did this get made?, dei comici Jason Mantzoukas, Paul Scheer e June Diane Raphael. Se i nomi non ti dicono niente, sappi che Paul Scheer è nel cast di un sacco di film trash – Piranha per dirne uno – Jason Mantzoukas ha interpretato Pimento in Brooklyn Nine-Nine, e forse June Diane Raphael la conoscete meglio con il nome di Brianna Hanson, la terribile, ma fantastica, primogenita di Grace Hanson in Frankie e Grace.

Puoi ascoltare il podcast qui.

Conan O’Brien Needs a Friend

Conan O’Brien non ha davvero bisogno di presentazioni e probabilmente non dobbiamo convincerti che il suo podcast è divertente come il suo spettacolo – per anni è stato presentatore del Late Night Show. In questo podcast divertente invita gli ospiti a parlare di cosa sta succedendo con loro e se possono essere veri amici una volta che le telecamere – e i microfoni – si spegneranno.

Puoi ascoltare il podcast qui.

Milano Bandita

Il 15 agosto 2022, su Audible, sarà disponibile la nuova serie podcast targata Gli Ascoltabili. Argomento? Una Milano impossibile da dimenticare, quella governata da personaggi che paiono usciti da un film poliziesco e delle loro rapine al limite del credibile.

Milano Bandita è la serie podcast che racconta degli exploit criminali che, per trent’anni, hanno sconvolto Milano. Sarà l’attore Mauro Malinverno a raccontare questo viaggio, che passa dalla rocambolesca e cinematografica rapina di via Osoppo alla folle corsa assassina della banda Cavallero, fino ad arrivare agli eroi maledetti degli anni Settanta Ottanta, come Vallanzasca, Turatello, Epaminonda.

La redazione de Gli Ascoltabili ti aspetta a settembre

Insomma, ce n’è per tutti i gusti! Ovunque deciderai di trascorrere le vacanze, speriamo che i nostri consigli di podcast ti siano serviti. Noi ci risentiamo a settembre, con tante novità che non vediamo l’ora di raccontarti!


Podcast News: Facebook chiude la sua piattaforma – e Twitter fa il contrario

Cari affezionatissimi del mondo dei podcast che non vi perdete nemmeno una news a riguardo, abbiamo una crispy news per voi.  

Facebook chiuderà la sua piattaforma di podcast meno di un anno dopo averla lanciata. Era il “lontano” giugno 2021 quando Mark Zuckerberg aggiunse una funzione che consentiva agli ascoltatori di sentire, scaricare e salvare i propri podcast e di creare vere e proprie clip dai loro programmi preferiti. 

La notizia è ufficiale, la data appena confermata: il 3 giugno diremo addio ai Facebook Podcast; è stato breve, ma intenso. 

Facebook non crede al potere dei podcast? Ma neanche per sogno! 

La mossa fa parte di una più ampia rivalutazione dei prodotti audio di Facebook. La società sta chiudendo gli hub Soundbites e Audio del sito e integrando la sua funzione Live Audio Rooms per lo streaming live – che, diciamolo, sostanzialmente era una copia di Clubhouse, altra app ormai scomparsa dai radar – nella sua più ampia suite Facebook Live. 

La “giustificazione”? Dice Adelaide Coronado: «Dopo un anno di apprendimento e iterazione sulle esperienze audio-first, abbiamo deciso di semplificare la nostra suite di strumenti audio su Facebook. Valutiamo costantemente le funzionalità che offriamo in modo da poterci concentrare sulle esperienze più significative». Stop ai podcast su facebook, quindi.

Non è una notizia del tutto inaspettata. Nel 2020 e nel 2021 il mercato dell’audio è stato incredibilmente schiumoso: giocatori affermati come SiriusXM e Amazon stavano acquistando reti di podcast mentre l’app per audio dal vivo Clubhouse è stata brevemente valutata a 4 miliardi.  

Cosa sono i podcast su Facebook? 

Facebook durante lo scorso anno ha dato la possibilità agli amministratori delle pagine di ospitare trasmissioni audio di ogni genere, all”interno di apposite sezioni. Dai contenuti pubblicati, gli ascoltatori possono ritagliare clip degli episodi per un massimo di un minuto di durata, che poi si potevano ricondividere sui vari profili. 

I podcast su Facebook, al momento, sono disponibili solo per gli ascoltatori degli stati Uniti, e su mobile. Possono essere ascoltati, condivisi e commentati direttamente su Facebook. Per farlo, è sufficiente aggiungere il podcast sulla propria pagina. 

Competere con Spotify? No, thank you 

Come ormai sappiamo, da anni il mercato dei podcast si sta affollando di nuove piattaforme, e gli investitori hanno capito che i podcast sono davvero il mezzo del presente e del futuro. 

Amazon e Spotify, ne abbiamo parlato in alcuni articoli, hanno ampiamente mostrato di voler puntare sui podcast, acquisendo spettacoli di successo in licenza, ma anche acquisendo intere società. 

Anche noi de Gli Ascoltabili abbiamo collaborato – e stiamo collaborando tutt’ora con entrambe le piattaforme. 
In esclusiva Audible abbiamo infatti prodotto Agatha Christie scomparsa, che in undici episodi (tanti quanto i giorni della scomparsa) racconta la reale scomparsa della famosa scrittrice, che ha fatto impazzire il pubblico, la stampa, la polizia. 
Sempre in esclusiva Audible, poi, è Il mostro, la serie dedicata alla terribile storia di uno dei serial killer più famosi italiani – se non addirittura il più famoso -, il mostro di Firenze.  

E a brevissimo ritorneremo su Audible con una serie di cui non possiamo ancora dire nulla ma che siamo sicuri vi lascerà con il fiato sospeso. 

Per quanto riguarda la collaborazione con Spotify, noi de Gli Ascoltabili abbiamo prodotto due podcast Originali per Spotify: Ikaros – le ali di cera del rock e Disruptive – il prima e il dopo del calcio. Ikaros – le ali di cera del rock – racconta la storia di alcuni dei più grandi artisti musicali, che sulla Terra hanno avuto vite brevi e difficili, ma che hanno lasciato grandissimo lascito; il narratore d’eccezione è Morgan. Disruptive – il prima e il dopo del calcio – è il podcast dedicato ad alcune delle storie più assurde e interessanti del calcio, condotto da un preparatissimo Angelo Astrei. 

Ah, come dimenticare: Demoni Urbani è ora in esclusiva per Spotify! 

Se Facebook si allontana dai podcast, Twitter è sempre più vicino 

Ricordella: qualche settimana fa quel simpaticone di Elon Musk si è comprato Twitter – noi al massimo ci possiamo comprare dei calzini nuovi, ma questo è un altro discorso. Non se l’è solo comprato, in vero: Twitter non sarà più un’azienda quotata in borsa, ma diventerà una società privata, di proprietà esclusivamente di Musk. Lui e lui solo potrà decidere che strada prenderà il social network, e ciò avrà sicuramente una ripercussioncina circa il mondo dei podcast. 

In un’intervista su Engage, Andrea Febbraio, venture builder di Hypercast, branded podcast company., si esprime così sull’argomento: «In ogni nazione i podcast sono diventati uno strumento di ascolto asincrono per approfondire temi, lasciarsi coinvolgere da una storia in una maniera intima e avvolgente. […] E ancora non abbiamo visto niente. La mia idea è infatti che Twitter possa abbracciare in toto il mondo dell’audio e magari ritargliarsi uno spazio importante cavalcando il sentimento di decentralizzazione che è esploso con il mondo crypto.

Twitter e podcast: qual è il futuro?

La mossa di Elon Musk potrebbe essere proprio questa e quindi mettere al riparo podcaster controversi come Joe Rogan (il podcast di Joe Rogan, su Spotify, è stato bombardato dalla censura da parte dell’estabilishment, ndr) dalla censura. Questo presenterebbe sicuramente dei rischi, ma pensate anche all’opportunità per questo media! Secondo me non abbiamo ancora visto niente, e creatori di contenuti ma anche brand potranno sempre di più cavalcare quest’onda di tsunami per raggiungere i propri consumatori, avvolgendoli con delle storie accattivanti in spazi non ancora saturati». 

Noi staremo a vedere, e come sempre ci mettiamo in pole position per condividere con voi tutte le news sul magico, bellissimo, supersonico mondo dei podcast.  


Tutti pazzi per Ikaros Night: l’evento che omaggia gli Icaro della musica

Lettori e lettrici assidui e affezionati del blog de Gli Ascoltabili, tenetevi pronti perché vi vogliamo carichi a pallettoni. Conoscete già a memoria tutte le puntate di Ikaros, il podcast in 18 episodi che abbiamo prodotto con Operà Music per Spotify Original, vero? Se così non fosse, ecco un rapido recap.

Ikaros è uno dei podcast migliori in circolazione e racconta le storie dolorose di artisti tormentati, con un Host che, diciamolo, è lui stesso un “Ikaros” mancato: Marco Castoldi, in arte Morgan.

Sono 18 episodi, ma noi ovviamente speriamo che saranno molti di più (hey amici di Spotify, ci leggete? <3) ognuno dedicato a una leggenda musicale scomparsa prima del tempo, lasciandoci piangenti e disperati.

Parliamo, ad esempio, di Amy Winehouse, Dennis Wilson, Jeff Buckley, Ian Curtis, Judy Garland, Mia Martini, 2pac, Whitney Houston. Tanti i denominatori comuni: il talento, la giovinezza, la distruzione, il dolore.

Il podcast è uscito ogni giovedì a partire dal 21 ottobre 2021 ed è terminato il 17 febbraio 2022 con un episodio speciale dedicato a nientepopodemeno di Kurt Cobain. E come celebrare l’Ikaros più Ikaros della stagione?

Ce lo siamo domandati a lungo e alla fine siamo arrivati a una conclusione: c’è da festeggiare, ma c’è da farlo in grande, e soprattutto dal vivo. Un evento è quello che ci vuole, ed ecco che all’Apollo Club di Milano, proprio giovedì 17 febbraio, si è tenuta la notte degli Ikaros, o, meglio, l’“Ikaros Night”. C’è Morgan, certo, ma anche un co-conduttore top: Francesco Mandelli.

Perché Morgan è il conduttore perfetto di Ikaros?

Gli artisti di Ikaros sulla Terra ci sono rimasti poco. Ma, attraverso la loro musica, hanno lasciato segni, emozioni e grandi vuoti. Come cantano i Jethro Tull, too old to rock and roll, too young to die.”

Per raccontare come si deve la vita di artisti tormentati, c’è bisogno di un conduttore la cui vita sia tormentata, al punto da definire sé stesso un “Ikaros mancato”. Dice, infatti: «Perché non fare un Ikaros su di me? Il successo di questo podcast sta nell’empatia con le vite che vengono raccontate, spesso inedite o poco attinenti agli eventi morbosi e sensazionalistici, forse più alla portata del pubblico”. E ancora: «ci affascina quello che hanno scritto, ma quando erano belli e vivi. Mi piace, mi va vibrare e mi emoziona profondamente la loro arte. Sono stati tutti dei grandi creatori, distruttivi e soprattutto distrutti». Non c’è dubbio, Morgan è assolutamente l’Host perfetto.

Ikaros Night: una panoramica della serata con Morgan e Francesco Mandelli

Il palco è pronto: due chitarre, una tastiera, due microfoni e due poltrone rosse, pronte ad accogliere i due ospiti d’eccezione. Tutto intorno, moltissime persone, per lo più sedute: un po’ come se fosse un nostro Unplugged.

Francesco Mandelli, attore e regista, ha un compito difficile: accompagnare Morgan nel racconto delle storie dei protagonisti di Ikaros Night. E lo fa egregiamente.

Parole e musica: agli estratti del podcast, letti meravigliosamente da Morgan, si alternano canzoni e cover degli artisti, eseguite ora alla tastiera, ora alla chitarra. Uno show a tutto tondo.

Si parte con il grande, grandissimo Luigi Tenco, che tutti sanno essere l’artista idolatrato da Morgan, al punto che lo spettacolo inizia con “Le luci e il tempo”, il brano inedito che il cantautore ha scritto proprio in occasione dell’uscita dell’episodio “Ciao, Luigi”, e contenuto alla fine della puntata.

Dopo la lettura di un estratto dal podcast, Morgan alla tastiera ha proposto una sua versione di Mi sono innamorato di te, caposaldo della produzione tenchiana.

Mia Martini, Elvis, Judy Garland Kurt Cobain: i protagonisti di Ikaros Night

Si passa poi a Mia Martini, con la lettura del passaggio in cui, il 21 febbraio 1989, la bella Mia sale sul palco dell’Ariston per cantare “Almeno tu nell’universo”, canzone di straordinaria bellezza, classificata nona. Mia Martini, a causa dell’ostracismo – o, per dirla con un termine contemporaneo, del mobbing – mancava dai palchi da anni, ma ha saputo rialzarsi sempre, nonostante le batoste che riceveva. Morgan la omaggia, cantando insieme al pubblico proprio quella canzone.

C’è poi un bell’intervento, con Francesco Mandelli, dedicato ad Andrea Pezzi, volto di MTV Italia e ex conduttore di Tokusho (al quale partecipavano gli stessi Mandelli e Morgan), nonché un imprevisto ma divertente cammeo di Luigi Luciano, alias Herbert Ballerina.

Ancora, dopo un intervento dedicato a Elvis, il re, e l’esecuzione magistrale di You don’t have to say you love me, è il momento del dio Kurt Cobain: Morgan ne legge il biglietto di addio e si esibisce in una perfetta “The man who sold the world” di David Bowie.

C’è tempo per un accenno a Judy Garland, con l’esecuzione di “Somewhere over the rainbow”, ed è presto il momento dei saluti.

Ikaros Night: ci sarà una nuova stagione di Ikaros?

Un augurio? Che ci siano presto nuovi Ikaros raccontati da Morgan. Lui ha già le idee chiare: Rino Gaetano, Piero Ciampi, Jim Morrison, Sid Vicious, Stefania Rotolo, Ivan Graziani, per citarne alcuni. Non ci resta che sperare che la prossima stagione arrivi, e arrivi presto.


Quando torna la nuova stagione di Demoni Urbani?

Demoni Urbani è il podcast true crime più ascoltato in Italia. Nel 2021 è al quarto posto nella classifica generale dei podcast più ascoltati nel Paese. Questo perché al true crime si affianca una rielaborazione narrativa delle storie che genera affezione in chi ascolta. Dopo una pausa di due mesi Demoni Urbani è in arrivo con nuovi episodi.  

Demoni Urbani, la nuova stagione: le storie 

La nuova stagione di Demoni Urbani sarà disponibile il 7 di febbraio, in esclusiva su Spotify. Ideata e prodotta da Gli Ascoltabili, Demoni Urbani racconterà altre grandi storie crime. Gli episodi avranno un denominatore comune: i legami. Chi commette i delitti sarà infatti coinvolto da relazioni di sangue o di estrema vicinanza con i complici o con le vittime. La serie true crime in podcast più ascoltata di sempre apre le danze con la storia delle sorelle Papin, che nella Francia degli anni Trenta uccidono la padrona che le ha impiegate come serve.  

Un omicidio macabro, che vede soccombere anche la figlia della vittima, e che catalizza le attenzioni delle cronache dell’epoca ispirando perfino Sartre e Genet, che sulla scia della vicenda realizza la pièce Le serve.  

Spazio anche a casi di estrema contemporaneità: su tutti, la storia di Oscar Pistorius, il velocista che ha assassinato la compagna, Reeva Steenkamp, nel 2013. La storia del Blade Runner sudafricano, simbolo di chi può farcela pur partendo da situazioni di difficoltà (nel suo caso, le gambe entrambe amputate) si è trasformata in una parabola di sangue. Che ha catturato la fame dei mass media.  

Ma ci saranno anche altre storie intriganti e imperdibili, ambientate in ogni parte del mondo: perché il sangue è sangue ovunque.  

Francesco Migliaccio, la voce di Demoni Urbani 

Francesco Migliaccio è l’anima – e la voce inconfondibile – del podcast DemonI Urbani. Attore di teatro, cinema e tv, diretto sul palco da maestri come Luca Ronconi e Andrée Ruth Shammah, Migliaccio è attualmente sulle scene con La bottega del caffè di Goldoni nella versione con regia di Paolo Valerio.  

Il suo timbro, profondo, oscuro e al contempo suadente, è la cifra espressiva che fa di Demoni Urbani il podcast crime più ascoltato in Italia. Ogni settimana affidarsi alla voce di un interprete così raffinato e coinvolgente è un must, per i tanti appassionati di podcast e di Demoni Urbani.  

Non si tratta solo di saper leggere bene i copioni; Migliaccio li interpreta e aggiunge vitalità, terrore e complicità con chi ascolta. Tre sensazioni profondamente diverse, ma che sotto la guida dell’attore riescono a convivere in maniera efficace.  

Come si fa il podcast True Crime più ascoltato d’Italia

Prima di condividere i copioni scritti dagli autori con Migliaccio… i copioni della serie true crime più ascoltata del Paese devono essere preparati. Gli autori studiano i casi e stendono le sceneggiature, inserendo anche dettagli di post-produzione utili ai sound designer che cureranno questo aspetto.  

Completata la scrittura, si va in sala di incisione: Migliaccio, a microfono, recita.  

Dopo questa fase, spazio ai sound designer. Loro seguono la post-produzione, ricreando gli ambienti e trovando le musiche adatte alle storie.  

Una volta finalizzato questo processo, l’episodio è pronto per essere condiviso con gli ascoltatori e le ascoltatrici di Demoni Urbani. Buona esperienza – e non terrorizzatevi troppo…  

P.S. 

Questa volta nell’attesa della nuova stagione abbiamo pensato anche ad un’idea per ringraziare i milioni di ascoltatori e fan del podcast: dei wallpaper per Instagram sugli episodi più ascoltati di sempre! Basta collegarsi al profilo IG de Gli Ascoltabili per scaricarli. 


Culture Next di Spotify: perché il podcast piace sempre di più

I podcast sono il futuro, ma soprattutto il presente: sono moltissime le aziende che, finalmente, si stanno muovendo verso questa direzione, e propongono podcast accattivanti che accompagnano il fruitore nelle diverse fasi della giornata. 

D’altronde, che il podcast stia sempre più uscendo dalla nicchia in cui si trova relegato, lo abbiamo già detto qui, per esempio, e poi ancora qui e qui. Abbiamo anche visto come gli altri media abbiano ignorato il fenomeno e ora debbano inseguire una rivoluzione di cui non sono stati partecipi. 

Per fortuna, Gli Ascoltabili è stato tra i pionieri del podcasting in italiano e oggi è leader nel genere true crime, sia tra i podcast gratuiti, sia tra i podcast a pagamento su Audible.

Oggi ce lo conferma anche Spotify, nel suo ultimo report di Culture Next, che vi facciamo scaricare qui

L’analisi di Spotify combina dati qualitativi, quantitativi e interni, intervistando diversi membri della Gen Z (15-25 anni) e i Millennial (26-40 anni) da tutto il mondo. Questo  in collaborazione con Archrival, un’agenzia che si occupa di cultura giovanile. 

Obiettivo del report: capire come due generazioni adiacenti ma già distanti come la Generazione Z e i Millennial affrontano una sfida comune, ovvero quella di ricostruire, dal periodo post pandemia, la cultura dalle fondamenta.

Millennial e Gen Z: perché ascoltano i podcast?

Rispetto all’anno scorso, su Spotify si è visto un incremento di podcast del 108%, con circa 1,8 milioni di titoli: com’è naturale, a essere aumentati sono anche i creatori e i produttori di contenuti, le aziende branded podcast, ma anche gli appassionati che vogliono provare a mettersi in gioco e produrre i propri podcast.

Molti i temi che risvegliano la loro attenzione, chiari i motivi che li spingono a scegliere questo tipo di ascolto: se per i Millennial ascoltare podcast significa cercare conforto nel passato recente, per la Gen Z si tratta, piuttosto, di un modo per evadere da una vita saturata dal digitale.

Millennials e Gen Z: cosa vogliono ascoltare?

Le abitudini di Millennial e Gen Z sono strettamente correlate, com’è normale, al periodo storico che stiamo vivendo. Un periodo, a dir poco stressante.

Secondo i dati raccolti, il 72% dei Millennial e il 63% dei membri della Gen Z concordano sull’importanza dei contenuti audio per ridurre i livelli di stress. Via libera, dunque, non solo a podcast incentrati sulla meditazione, sul self-care o sulla mindfulness. Gli ascoltatori cercano nell’audio un mix di contenuti da abbinare al proprio stato d’animo, playlist musicali che accompagnino le loro sessioni di meditazione, e suoni binaurali che possano alleviare la sensazione d’ansia generazionale. 

L’era post-lockdown ha inoltre causato un bisogno concreto da parte di entrambe le generazioni di fuggire, almeno metaforicamente, dalle quattro mura di casa. Ecco che gli appassionati di musica ascoltano contenuti audio per uscire dalla sensazione di prigionia, utilizzando musica, playlist e podcast per estraniarsi, fosse anche per poco, dal contesto.

I podcast, in particolare, vengono in aiuto a una generazione che ha quasi perso la fiducia nelle istituzioni sociali, nella politica e nella religione. i giornali, la tv, i giornalisti storici sono spesso portatori di notizie traviate, parziali e personali. 

I podcast e i contenuti audio sono percepiti come molto più affidabili, e i podcaster danno una sensazione di autenticità, accessibilità e affidabilità, anche in mezzo a uno scetticismo diffuso. Difficilmente i podcaster seguono copioni preimpostati; più spesso, rivelano il loro sé “reale”, vulnerabile e schietto, con cui gli ascoltatori hanno maggiori probabilità di sentirsi intimamente connessi.

Come devono comportarsi le aziende a riguardo?

Abbiamo appurato come Millennial e Gen Z includano nella loro routine i contenuti audio: per questo i brand possono e devono cogliere l’opportunità e cominciare a interagire attivamente con il proprio pubblico di riferimento, seguendo il flusso ricettivo degli ascoltatori.

Via libera, quindi, a playlist personalizzate “a rotazione”, che aiutino il brand a farsi conoscere, ma che permettono anche agli ascoltatori di essere più ricettivi, cosa facilitata quando i messaggi corrispondono al loro stato d’animo.

In secondo luogo, le aziende devono essere in grado di accogliere nuovi target di ascoltatori, non più differenziati per età anagrafica o genere, quanto per gli interessi.

A titolo informativo, i gamer, che per anni sono stati ragazzi giovani, hanno visto un grande incremento di donne (nel 2019 erano ben il 44%) e sono tra le categorie “nuove” che ascoltano maggiormente contenuti audio: playlist durante le sessioni di gioco, e podcast per imparare e scoprire cose nuove tra una sessione e l’altra. Non per niente, tra il primo trimestre del 2020 e il primo trimestre del 2021, il tempo trascorso in streaming tramite le console di gaming è aumentato del 35%.

Last, but not least, è importante stendere partnership con coloro che creano contenuti interessanti. Non bisogna dimenticare che con l’influenza dei social media le collaborazioni tra musicisti, podcaster, pubblico e brand sono aumentate al punto da cambiare nuovamente il paradigma “produttore/ascoltatore. Le community di fan non vanno trascurate, quanto ascoltate e, accontentate. 

Cosa devono fare i brand, quindi? Devono stare al passo, offrire opportunità uniche per coinvolgere gli ascoltatori, promuovere la connessione con loro attraverso il racconto di sé: ovviamente, utilizzando il podcast, e magari appoggiandosi a piattaforme di podcast gestite da gente che ne sa… come Gli Ascoltabili, naturalmente. 


Podcast narrativi: tra realtà e finzione, i migliori titoli de Gli Ascoltabili

I podcast non ci stancano mai, e passeremmo le ore attaccate ai nostri dispositivi per ascoltare le nostre puntate preferite dei nostri podcast preferiti (d’altro canto noi de Gli Ascoltabili pubblichiamo i migliori podcast in questo universo mica per niente), e siamo assetati storie. Storie vere, storie verissime, fiction, non fiction: storie crime, storie storiche, storie d’attualità. I podcast disponibili sono infiniti, così come i generi, gli argomenti, gli host, le sensazioni.

In ogni caso, da sempre la lotta tra gli amanti della fiction e i cultori della non-fiction si sono scontrati alacremente, manco fossimo alle Termopili. Da un lato, i fan sfegatati del reality sfoggiano i loro podcast veri anzi verissimi: saggi, interviste, testimonianze, documentari; dall’altra, gli amanti del fantastico, che dai podcast vogliono una via di fuga dalla stessa realtà: e allora via di storie, storie e ancora altre storie.

Ma noi non saremmo gli autori dei vostri podcast preferiti, se non cercassimo di accontentare i nostri amatissimi ascoltatori. In che modo, vi domanderete? Elementare, Watson! Proponendovi alcuni podcast narrativi che mescolino sapientemente fiction e non fiction, realtà e immaginazione, fatti concreti ed elaborazioni verosimili.

Insomma, in due parole: podcast narrativi, baby!

Folco Files: casi di insana sanità

Attenzione attenzione, c’è un nuovo investigatore in città. Oddio, non è proprio un investigatore, e non siamo proprio in città… Potete trovarlo fuori dal pronto soccorso, oppure tra i corridoi degli ospedali italiani, con un caffè in mano e il suo taccuino nell’altra. È Folco Scuderi, professione Risk Manager. Per capirci, è l’uomo che i direttori sanitari chiamano quando, a causa di un episodio di malasanità, vengono denunciati da un paziente, o da un familiare: suo è il compito di decidere se un caso meriti un risarcimento oppure no.  Per farlo, Folco si immerge profondamente nelle storie delle persone che ha intorno, tra pazienti incazzati, direttori sanitari spaventati, professionisti sanitari allo stremo.

Ogni caso è diverso, ogni persona ha la sua versione dei fatti: Folco studia, s’impiccia, domanda. La verità non è sempre sotto al naso di tutti, e quando c’è di mezzo la salute, ogni minimo dettaglio può fare la differenza. In ballo non ci sono soltanto risarcimenti, ma la vita, la consapevolezza e la fiducia delle persone, in un sistema che non sempre fa ciò che promette. 

Folco Files racconta in ogni puntata un caso di malasanità, partendo da storie realmente accadute, un po’ Dottor House, un po’ X-Files. 

Le storie raccontate sono ispirate a fatti realmente accaduti: abbiamo coinvolto un vero Risk Manager – Flaviano Antenucci, che vogliamo ringraziare pubblicamente – che ha seguito il team autoriale durante le varie fasi della produzione del podcast. La voce è del magnifico Maurizio Trombini

Tra fiction e non-fiction: La mia Storia

La mia storia è il podcast narrativo incentrato su donne e uomini comuni al cospetto di grandi avvenimenti storici. 

Nata nel 2018 da un’idea di Giacomo Zito, la serie è la quintessenza del modo di intendere e fare podcast del nostro gruppo creativo. Alla base, come sempre, c’è il potere della narrazione: in ogni episodio facciamo la conoscenza di un personaggio – fittizio ma verosimile – che si trova alle prese con una vicenda personale. Sullo sfondo nel frattempo si consuma un evento di portata ben più grande, destinato a passare alla storia.

Che si tratti di un fatto criminoso, di un evento sportivo o – come in uno dei nuovi episodi – di un chiacchieratissimo royal wedding, la cronaca si impone nelle vite dei protagonisti influenzando spesso le loro scelte o cambiando la loro prospettiva sulla realtà.

Tra verità, finzione, verosimile, questo podcast gratuito propone dunque un’antologia di racconti in cui ordinario e straordinario si mescolano, per offrire un punto di vista inedito e invitare a guardarci sempre attorno: perché in ogni istante può compiersi la storia

Ad arricchire la narrazione, un ricco sound design che tra effetti sonori e musiche suggestive non manca di includere frammenti di notiziari reali, aiutando l’ascoltatore a immergersi nei fatti conosciuti di un passato più o meno recente che ci riguarda tutti. Ascoltate qui tutte le puntate!

Demoni Urbani: la quinta stagione in esclusiva su Spotify

Demoni Urbani, la serie crime ormai diventata cult, che ripercorre i più atroci delitti compiuti nelle città italiane e non, è tornata, più frizzante e sanguinolenta che mai. È la nostra regina dei podcast narrativi.

La perturbante voce di Francesco Migliaccio ci accompagna nuovamente verso storie criminali conosciute e meno conosciute, alla scoperta del “lato oscuro” Una narrazione vibrante che, tra indagini sul comportamento umano e descrizioni da medico legale, trasporta l’ascoltatore indietro nel tempo, facendolo sentire parte integrante di luoghi e culture spesso dimenticati. 

Sì, perché per molti versi la grande protagonista silenziosa di Demoni Urbani è lei: la città, con il suo carico di storia e tradizioni, con i suoi abitanti che vedono, mormorano, sentenziano, da dietro una tenda appena scostata o radunati attorno al tavolino di un bar… detentori di una memoria collettiva che, di volta in volta, ci consegna un tassello preziosissimo della nostra cultura.

Nell’ultima stagione ci siamo allargati oltre confine, cercando e investigando storie di crimini violenti avvenuti in diverse parti del globo – a partire da Harakiri 3.0, la prima puntata della quinta serie, ambientata in Giappone, e che potete ascoltare qui.

La quinta stagione di Demoni Urbani, in esclusiva su Spotify è online.

Lady Killer: un format originale, tra cronaca e fiction

Lady Killer è uno dei podcast narrativi nato dalla partnership tra Gli Ascoltabili e Audible – esattamente come i nostri podcast Agatha Christie Scomparsa e Il Mostro – ed è una serie true crime dedicata alle principali serial killer donne della storia.

Dall’inglese Mary Ann Cotton, alla “saponificatrice di Correggio”, passando per nomi meno noti quali Enriqueta Martì o Margarita Sanchez, fino a vere e proprie “celebrità” come Aileen Wuornos… sedici storie in grado di far accapponare la pelle anche agli habitué del genere. Autentiche sanguinarie o presunte tali, le “lady assassine” sono tutte accomunate da un vissuto fuori dal comune, che ha contribuito a plasmarne la psiche e/o determinarne le azioni. Un passato fatto di abusi, ingiustizie e violenza.

Ogni episodio di Lady Killer parte da un punto nodale della vita della protagonista, per poi allargarsi al racconto della sua storia, alle uccisioni, espresse con abbondanza di dettagli, in un dispiegarsi cronologico di tutti gli elementi che hanno formato il profilo della donna, fino all’epilogo. Un perfetto mix tra realtà e finzione. Ascolta Lady Killer qui!


E alla fine arrivano i podcast Amazon Music in Italia

Udite Udite, cari amatori di podcast e podcaster incalliti… chi si è aggiunto alla già abbondante lista di produttori e distributori di podcast? Dopo Google, Netflix, Apple e chi più ne ha più ne metta, il super colosso Amazon, già creatore dell’incredibile piattaforma Audible (a proposito, sapete che abbiamo prodotto anche noi alcune serie per Audible, come Agatha Christie scomparsa, Lady Killer e Il Mostro?), decide di aprire ai podcast un nuovo canale dei suoi: Amazon Music.

A partire dal 14 aprile, infatti, Amazon Music accoglie tanti nuovi podcast, alcuni già conosciuti dal pubblico, altri freschi freschi e prodotti in esclusiva per Amazon Music. Di che si tratta, come ascoltarli, dove ascoltarli? È presto detto.

Podcast e Amazon Music: parola d’ordine, fidelizzare

In un’intervista recentissima Craig Strachan, Head of Podcasts Europe di Amazon Music, spiega come è nata la necessità – per non dire il bisogno – di aggiungere i podcast all’abbondante offerta del colosso americano.

«I podcast esistono da un po’ di tempo, ma nel corso dell’ultimo anno hanno trovato un’ulteriore spinta a causa dei lockdown: la gente li ascolta di più e ci sono anche più persone che li creano[…]. Dopo aver lanciato i podcast negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Giappone, Messico e Brasile, «L’Italia era uno dei mercati successivi: pensiamo che sia una buona opportunità, e del resto sono i nostri stessi utenti a chiedercelo».

Chi lavora nell’ambiente, chi produce contenuti editoriali di diversa natura lo sa bene: i podcast sono un ottimo terreno per piantare progetti interessanti anche perché sono ancora molte le persone che non conoscono questo mondo e che, potenzialmente, possono diventare grandi fan. L’idea è quindi quella di scoprire questi potenziali fruitori, e fidelizzarli.

In questo sta la più evidente differenza tra altre realtà che producono podcast, a partire da Apple: se Apple, infatti, ha proposto app separate per musica e podcast, Amazon sceglie un’altra strada: un unico luogo dove poter ascoltare la propria musica preferita e insieme scoprire nuovi podcast – nello stesso modo, per intenderci, di Spotify

«Vogliamo rimuovere la “frizione” dello spostamento da un’app all’altra per l’ascolto di podcast. Se la parte musicale si basa sulla personalizzazione, la proposta dei podcast viene curata editorialmente, che secondo noi è il modo migliore per diffonderli».

Amazon Music: quali podcast ascoltare

Quali podcast possiamo trovare su Amazon Music? È presto detto. Innanzitutto, potete trovare alcuni dei podcast di successo più apprezzati dagli italiani, come La zanzara o Morgana, ma Amazon non si è certo fermato qui. Come molte altre piattaforme prima di loro, anche Amazon Music ha deciso di puntare sulla produzione di contenuti audio originali. 

Due esempi significativi si possono riscontrare nei due podcast il Dr. Death e Bunga Bunga. Il primo è la versione italiana dell’omonima serie condotta da Laura Beil, molto popolare negli Stati Uniti, basato su casi di negligenza medica (Noi abbiamo trattato il tema nel bellissimissimo podcast Folco Files, il nostro Risk Manager in corsia, che nel corso della serie ha avuto a che fare con tanti casi di malasanità – il tutto raccontato dalla voce del meraviglioso Maurizio Trombini), il secondo è un podcast di Whitney Cummings, comica statunitense che racconta in forma ironica la vita di Silvio Berlusconi.

Su Amazon Music si possono trovare contenuti di informazione e di intrattenimento come il podcast curato da Il sole 24 ore, Start; Mitologia: le meravigliose storie del mondo antico show, di Alessandro Gelain, filosogo e attore che ci racconta le storie dei miti greci e romani; ma anche podcast come Morgana, Muschio Selvaggio, Gli Slegati, Da Costa a Costa e molti, moltissimi altri. Siamo solo all’inizio: ogni giorno saranno introdotti tanti nuovi podcast e tante puntate ed episodi nuovi. Aspettare per credere. 

Amazon Music e podcast: come usufruirne e quanto costa

Ascoltare i podcast di Amazon Music è semplicissimo. Possiamo usufruire di Amazon Music senza costi aggiuntivi, semplicemente con il proprio account Amazon. Ognuno può ascoltare le proprie puntate preferite tramite l’app di Amazon Music, oppure il sito web. I contenuti disponibili sono moltissimi, sono divisi per categoria e si possono scoprire nuovi contenuti di qualità attraverso suggerimenti ad hoc. 

Come per la musica, l’ascolto di podcast tramite Amazon Music si avvale di funzioni come lo skip di 15 o 30 secondi, il raddoppio della velocità, la programmazione dello spegnimento automatico. Oltre che con l’app e il sito web, i podcast di e su Amazon Music si possono ascoltare sui dispositivi Amazon Echo e tramite il client web, accessibile all’indirizzo music.amazon.it/podcasts.

Anche Roberto Piola, Head of Amazon Music Italia, dichiara: «I clienti italiani possono ora godere dei loro contenuti preferiti in vari formati. La nostra missione è arricchire la loro esperienza di intrattenimento e con il lancio dei podcast è esattamente ciò che stiamo facendo […] Inoltre, per Amazon Music, questa nuova offerta, insieme al live streaming disponibile direttamente all’interno dell’applicazione, rafforza il nostro ruolo centrale per i creatori di contenuti».

Intanto, noi continuiamo a goderci l’ascolto dei migliori podcast italiani su tutte le principali piattaforme di streaming audio: naturalmente, sempre con un “orecchio di riguardo” per i mitici podcast de Gli Ascoltabili! Da Demoni Urbani a Tutte le famiglie felici, da Folco Files a Il podcast del disagio, da La mia storia a Gli adolescenti si fanno male… dal 2018, Gli Ascoltabili produce podcast gratuiti per tutti i gusti e le occasioni.


Facebook si apre al mondo dei podcast – ed era ora!

Assidui lettori de Gli Ascoltabili d’Italia, di tutto il mondo e dell’universo intero, unitevi, vorremmo fare un annuncio. Lo abbiamo già più volte ribadito, nel corso del tempo – o meglio, dei nostri articoli, come ad esempio questo, questo o questo – ma è il caso di ribadirlo. In tempi non sospetti ci abbiamo visto lunghissimo con la scommessa dei podcast, ma un sacco di bella gente ci ha seguito a ruota, investendo come se non ci fosse un domani nella produzione di podcast di qualità, podcast originali, podcast bellissimi, in Italia e all’estero. I nostri sono pure gratuiti, tiè.

Oprah, Harry e Meghan, Bruce Springsteen e Obama, Spotify (a proposito, lo sai che Demoni Urbani ora è in esclusiva su Spotify? no? Sappilo), Amazon, Netflix, Apple… insomma, alla nutrita lista di amanti dei podcast, si aggiunge anche il solo, unico, incommensurabile Mark. Mark Zuckerberg.

Il fondatore di Facebook, il quinto uomo più ricco del mondo, ha appena annunciato di puntare sull’audio per rivoluzionare il social network più famoso del mondo. Scopriamone i dettagli. 

Facebook e la rivoluzione audio: i dettagli

La pandemia che stiamo vivendo ha posto tutta una serie di cambi di paradigma relativi al nostro modo di intendere la comunicazione e i mezzi con cui attuarla. Stare a casa, il coprifuoco, l’impossibilità di uscire dalla propria regione o dal proprio comune hanno inciso fortemente nelle scelte di tutti i giorni, anche dal punto di vista comunicativo: se è vero che gli ottimisti vedono opportunità in ogni pericolo, Zuckerberg si può definire il re degli ottimisti. E ha cavalcato l’onda.

A metà del 2020, mentre il mondo si affacciava all’epidemia da SARS-CoV-2 e moltissime persone vivevano in lockdown, Facebook ha creato le Rooms, ovvero delle stanze virtuali nelle quali gruppi di amici, parenti e familiari potevano incontrarsi e fare videochiamate in compagnia. L’innovazione, rispetto allo standard di Facebook, è che nelle stanze ci si poteva accedere anche senza essere iscritti al social: era sufficiente per il moderatore della videochiamata girare un link di accesso alle persone desiderate. 

In questi giorni, Zuckerberg ha annunciato il lancio di una vasta gamma di prodotti audio, che andranno ad affiancare testi, foto e video, arricchendo ancor più le sue piattaforme.

Gli strumenti pensati in questa ottica sono, per il momento, tre: stanze audio, soundbites e podcast.

Stanze audio, per cominciare

Le stanze audio non sono altro che le stanze Messenger private dell’opzione video: in questo modo, chiunque potrà accedere alle stanze, indipendentemente dal fatto di avere i capelli puliti, per intenderci. Battute vere a parte, le stanze audio permettono una maggiore inclusività, sono comode e funzioneranno esattamente come le stanze classiche: il moderatore potrà scegliere un argomento di cui parlare, aggiungere gli amici al gruppo, passare il link a chiunque voglia aggiungersi e iniziare la conversazione.

Lo sappiamo, leggi sempre i nostri articoli, perciò di sicuro a questo punto avrai pensato: ma questo è ciò che fa Clubhouse! Bravo! Meriti una stellina per essere al passo con i nostri articoli – per tutti gli altri ecco il link in cui parliamo abbondantemente di Clubhouse. In effetti, il collegamento all’app protagonista della rivoluzione ascoltabile alla quale vi abbiamo già abituati e alla quale la nostra piattaforma di podcast sta dando un notevole contributo, è abbastanza evidente: uso della voce, contenuti effimeri, attenzione alla privacy. Non temete, però, Clubhouse e le Facebook Rooms non sono la stessa cosa: alle Facebook Rooms puoi entrare senza l’obbligo dell’invito. 

Soundbites e podcast

Il secondo strumento, anche se probabilmente sarà il primo ad arrivare sul mercato, dovrebbe essere Soundbites: sarà la versione audio di Reels, lo strumento che consente di scambiare brevi video e messaggi vocali.

Avevamo già visto qualche settimana fa Twitter inserire all’interno del suo feed la possibilità di inviare messaggi vocali, che restano però fissi, esattamente come i post classici, a meno che l’utente non decida di eliminarli: insomma, Clubhouse è stato ampiamente copiato – e come biasimare tutti? Quando un format funziona, funziona – Lo sappiamo bene, noi, che vantiamo di numerosi tentativi di imitazione

Last, but not least, signore e signori, i podcast. Mark, vecchia volpe, finalmente, diciamo noi! Quanto ci voleva per capire che i podcast sono lo strumento ideale per comunicare contenuti efficaci e bellissimi? E non dire che non te l’avevamo detto.

Facebook e la rivoluzione dell’audio: come andrà a finire?

Ancora non c’è niente di certo, se non il fatto che, come riportato su Il corriere della sera, “Zuckerberg, parlando dei nuovi strumenti audio del suo gruppo, ha detto che l’intenzione è quella di guardare all’utente più come creatore (di contenuti che possono anche produrre un reddito) che come consumatore. La società, del resto, ha già introdotto piattaforme come Start che dovrebbero aiutare i creatori a monetizzare il valore del loro lavoro”.

Quante cose possono succedere! Non sappiamo se il futuro ci riserva una collaborazione – o una contrapposizione – tra Facebook e Clubhouse, né quanto, come e quando Mark proporrà his own podcasts, ma e noi amanti dei podcast, noi che le storie le concepiamo prima con le proprie orecchie, poi con gli altri sensi, non vediamo l’ora di saperne di più.

Intanto, mentre aspettiamo notizie certe, spingiamo un po’ i nostri podcast super divertenti e bellissimi, come Hardcorviale e Il podcast del disagio, ma anche quelli interessanti e bellissimi, come Tutte le famiglie felici e La mia storia, o ancora quelli zeppi di suspense e bellissimi, come Folco Files e Demoni Urbani.

Qualsiasi sia la vostra serie preferita, noi de Gli Ascoltabili siamo qui a farvi compagnia, nell’attesa che Mark Zuckerberg proponga dei podcast straordinari con i quali allietare i nostri momenti liberi, sempre, ovunque.

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Obama, Springsteen e gli altri. I podcast VIP americani del 2021

“Renegades: Born in the USA”

L’anno della rivincita dell’audio, la “febbre del podcast” colpisce anche i vip: Barack Obama e Bruce Springsteen sono l’esempio recente più illustre. Ma non il solo. I podcast vip americani del 2021 sono tutti da scoprire. A partire proprio dall’ex capo di stato e dal rocker con la R maiuscola.

“I’m the President, he’s the Boss”. Con queste parole nel 2016 Barack Obama consegnava a Bruce Springsteen la Presidential Medal of Freedom. 

Poi un paio di sere, alla Casa Bianca, i due amici cenavano insieme e si raccontavano a vicenda, scambiandosi pareri sul futuro degli USA. E l’ex first lady Michelle faceva notare al marito come Bruce fosse un esempio di resilienza da prendere a modello.

Cinque anni dopo: Obama non è più presidente, Springsteen ha inciso due nuovi album, il mondo è messo in ginocchio da un male sconosciuto. 

È allora che i due decidono di riprendere le loro chiacchierate e fare un podcast insieme.

L’ex presidente USA ha da sempre un buon rapporto col mondo dell’entertainment: forte del sostegno di Hollywood, durante il suo mandato ha spesso giocato coi trend della tv e dei social.

Nel 2018, inoltre, ha fondato assieme alla moglie Michelle la casa di produzione Higher Ground, siglando un accordo pluriennale con Netflix per la produzione di film e show televisivi. L’obiettivo: promuovere la diversità e l’inclusione nel mondo dell’intrattenimento.

In seguito, Higher Ground ha stretto una partnership con Spotify, per la produzione di podcast originali. Il primo titolo è stato un successo: The Michelle Obama Podcast.

Ecco dunque che, dopo Michelle, anche Barack fa il suo esordio nello studio di registrazione. Il titolo del podcast condotto insieme a Bruce Springsteen è Renegades: Born in the USA. Otto episodi in cui “the Chief and the Boss” conversano tra loro sugli argomenti più svariati.

La strana coppia, o forse no

“All’apparenza, io e Bruce non abbiamo molto in comune. Lui è un bianco di una cittadina nel New Jersey, io un nero di razza mista, nato alle Hawaii. Lui è un’icona del rock n roll, io… non sono così cool. (…) Quello che abbiamo scoperto in queste conversazioni è che entrambi crediamo ancora nell’ideale americano, non come atto nostalgico, ma come bussola per il duro lavoro che ci attende.”

Così Barack Obama introduce il podcast. Le conversazioni tra i due “giganti” avvengono nello studio di registrazione di Springsteen, in New Jersey. 

Riconoscono di essere accomunati dalla convinzione di avere una voce che valga la pena di essere ascoltata. È così che, a partire dalle proprie esperienze, trattano temi tra il serio e il faceto, dal razzismo alla famiglia, dal mondo del lavoro alla musica. Alla ricerca delle radici dell’America e allo stesso tempo (idealmente) di una via che indichi la rotta da seguire. Una commistione dichiarata tra intrattenimento e “servizio pubblico”, dunque. In pieno American style.

Altri podcast VIP americani del 2021

Sono sempre di più le celebrità che si fanno sedurre dalla produzione di podcast. Quest’anno, oltre a Obama e Springsteen, si segnalano il Principe Harry e Meghan Markle.

Senza scomodare ex presidenti ed ex reali inglesi, negli Stati Uniti ci sono altri vip che si sono dati al podcasting proprio negli ultimi mesi.

Partiamo con un’altra “strana coppia”, quella formata da Bill Gates e Rashida Jones. Lui guru dell’informatica, lei attrice e attivista, il loro podcast indipendente Bill Gates and Rashida Jones ask big questions riguarda esattamente ciò che dice il titolo: in ogni episodio, i due cercano di rispondere a una delle principali domande che affliggono l’uomo di oggi. Ad esempio “è troppo tardi per contrastare il cambiamento climatico?”, “si possono evitare le ineguaglianze?”, “come sarà il mondo dopo il Covid-19?” e molto altro. Ad aiutarli, ospiti quali il Dottor Fauci, il sindaco di Compton Aja Brown, la scrittrice Elizabeth Kolbert.

Di genere più leggero è invece The History of Sketch Comedy, podcast di Audible condotto da Keegan-Michael Key (metà del duo Key & Peele, insieme a Jordan Peele). Come dice il titolo, la serie in 10 episodi racconta l’evoluzione della sketch comedy, addirittura partendo dal 1500. Naturalmente, insieme alla storia, l’esperto Key fornisce un’analisi delle gag e dei performer più famosi che negli anni hanno dato forma al genere.

Nel 2021 un’altra superfamosa si è data al podcasting. Si tratta di Paris Hilton che, cavalcando l’onda di un documentario YouTube che ha fatto molto parlare, ci propone oggi una serie audio che porta il suo nome. This is Parisin ogni episodio vede l’ereditiera riflettere su temi di costume e società, da sola o col supporto di ospiti. La durata degli episodi varia, dai 10 ai 20 ai 55 minuti, senza un criterio specifico. L’idea è dare spazio (almeno in apparenza) a spontaneità, divertimento e imprevedibilità.

Prossimamente nei vostri auricolari a stelle e strisce

Tra i podcast vip americani del 2021, non mancano titoli annunciati di recente, ma ancora in attesa di vedere la luce.

È il caso della serie documentaristica One Click, prodotta da Cadence13. L’attrice Elle Fanning e la giornalista Jessica Wapner. A partire da un articolo scritto dalla Wapner per Daily Beast, questo podcast originale proporrà un’indagine su un farmaco dietetico mortale e sui pericoli del dark web. Attraverso la narrazione dell’attrice, One Click si propone di esplorare i problemi di salute mentale legati alla body image.

Un duo è protagonista anche di un podcast del tutto diverso, There be Monsters di IHeart Radio: si tratta degli attori John Boyega e Darren Criss. In questo podcast narrativo di genere fantascientifico, John Locke (Boyega) è un uomo misterioso che si infiltra in una start-up della Silicon Valley specializzata in body hacking, guidata dal CEO Max Fuller (Criss).

Last but not least, l’ultima star in ordine di tempo ad anticipare l’uscita di un suo podcast è stata niente meno che Kim Kardashian. Appena archiviato l’iconico reality familiare “Al passo con le Kardashian” e il matrimonio con Kanye West, Kim in risposta a un tweet di una fan ha fatto intendere che prossimamente potrebbe uscire una serie podcast condotta da lei. La produzione? Spotify.

Kim Kardashian chi? Restando in terra italiana, anche Gli Ascoltabili conta tra i suoi podcast gratuiti un’esclusiva Spotify: si tratta della serie cult Demoni Urbani, disponibile per l’ascolto qui!


La quinta stagione di Demoni Urbani è online, in esclusiva su Spotify

È online la quinta stagione di Demoni Urbani, in esclusiva su Spotify. Finalmente, direte voi. Vi abbiamo fatto passare, lo sappiamo, le pene dell’inferno.Vi abbiamo fatto attendere, giorno dopo giorno, con la trepidazione che neanche i bambini la Vigilia di Natale. E la domanda è stata una e una soltanto: quando esce la nuova stagione di Demoni Urbani?
Sappiamo cos’avete fatto in questo periodo. Siete tornati sulle vostre piattaforme podcast preferite, siete corsi sulla nostra pagina de Gli Ascoltabili e siete andati alla ricerca delle vostre puntate preferite. Le avete ascoltate tante volte, al punto che ora non sapete più quali sono, davvero, le vostre puntate preferite. Sono tutte bellissime, dopotutto.

Poi è arrivata la fine del 2020, è stato un anno difficile per tutti, e noi non ce la siamo sentita di non fare la nostra parte. Siamo usciti con un episodio, Natale a Covina, che no, non è esattamente un cinepanettone trash. E poi, l’attesa. Ci siamo messi al lavoro subito, ve lo giuriamo, per far creare la quinta stagione, la più scoppiettante di sempre. La stagione con più novità, in assoluto. No, Francesco Migliaccio resta sempre, pronto a narrare fatti atroci, immersi nel sangue… 

Se vi ricordate, tempo fa vi abbiamo deliziato con due puntate extra, e con la speciale uscita di Halloween, con la puntata You’ll Never Walk Alone… e già vi avevamo fatto un piccolo spoiler. Quest’anno abbiamo pensato di fare le cose in grande. Siete curiosi? Beh, lasciateci spiegare…

Sapete che l’Italia è uno dei paesi con il minor tasso di omicidi nell’UE? 

Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e, ogni tanto, un serial killer. Finora, a Demoni Urbani, vi abbiamo raccontato di alcune delle vicende più crude e famose che abbiano colpito il nostro paese (dal delitto di Novi Ligure al mostro di Firenze (sul quale, lo ricordiamo, abbiamo prodotto una serie pazzesca per Amazon Audible, Il Mostro), dall’omicidio di Maurizio Gucci alla storia di Olindo e Rosa), ma non solo. Non ci volevamo accontentare di raccontare le vicende che sono passate sotto ai riflettori per molto tempo, no: ci interessava inerpicarci nelle storie che, spesso ingiustamente, hanno fatto meno scalpore. Volevamo ricordare vittime di sistemi sbagliati, vittime dimenticate, o taciute: dagli Ziti di Catania a Simonetta Ferrero, alla vicenda orrida da credere di Girolimoni

Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2018, sono stati commessi 345 omicidi (357 nel 2017), 212 hanno interessato gli uomini (234 nel 2017) e 133 le donne (123 nel 2017). Gli uomini sono più numerosi, ma in calo, mentre aumenta la quota di donne assassinate. Sempre i dati ci dicono che meglio di noi c’è solo il Lussemburgo: 0,3 omicidi ogni 100mila abitanti, contro il nostro 0,6. In cima alla classifica ci sono Lettonia (5,6), Lituania (4,0) e Malta (2,0). Insomma, c’è chi fa peggio. Molto, molto peggio. 

Demoni Urbani si sposta: cosa succede in giro per il mondo?

Paese che vai, storie di crimini violenti che trovi, diceva un vecchio detto (no? Ci stiamo confondendo? beh, può essere).

Uno dei paesi col più alto tasso di omicidi è, da sempre, la Russia. Ragionando in termini relativi, la Russia ha un tasso di omicidi pari al 9,2% della popolazione ogni 100.000 abitanti. Numeri che fanno impallidire gli Stati Uniti, che oscillano tra il 5 e il 6%. Anche in corruzione e concussione, però, la patria di Putin si posiziona bene: secondo la classifica annuale stilata da Transparency International, la Russia si trova al 138esimo posto.

La zona più violenta del mondo, come mostra un articolo del Wall Street Journal, è l’America Latina. Honduras, Venezuela, Belize, El Salvador, Guatemala, Jamaica, in particolare, sono le prime sei città al mondo con il più alto tasso di omicidi. La nazione che manifesta maggiormente la violenza sulle donne, invece, è l’India

Tra gli stati meno violenti, Islanda, Nuova Zelanda, Canada, Singapore, Giappone. Su questo però, c’è da fare attenzione: anche se, dati Ocse alla mano, il 71% dei giapponesi intervistati ha dichiarato di sentirsi al sicuro, e la criminalità è fortemente contenuta, Il paese del Sol Levante è uno dei paesi col più alto tasso di suicidi al mondo

Perché vi diciamo tutto questo? Perché Demoni Urbani apre le porte all’estero

Rullo di tamburi, suonino le trombe: la nuova stagione di Demoni Urbani parte in quinta, e avrà tutta una serie di novità che siamo ansiosi di farvi ascoltare.

No, fermi, non andate a pensare subito al peggio: il format non cambierà la sua natura intrinseca, la volontà di raccontare una storia d’orrore direttamente dalla città che la contiene… né ovviamente cambierà voce e volto: ci sarà sempre Francesco Migliaccio a farvi compagnia.
Ci siamo solo… diciamo… allargati un po’.

Le puntate di questa nuovissima stagione del vostro podcast preferito saranno ambientate in giro per il mondo. Proprio così: abbiamo cercato il marcio fuori dai nostri confini, trovato storie incredibili, riesumato vicende che vi lasceranno senza parole, come hanno lasciato senza parole la redazione. Ci sposteremo su e giù per il globo, racconteremo vicende ambientate in località sconosciute, ma anche nelle grandi metropoli. Non chiedeteci di più, anche se, a essere sinceri, qualche indizio già ve l’abbiamo dato. 

Beh, come dire… il male non ha patria, il male mette radici ovunque. Non preoccupatevi, però, non abbiamo lasciato il nostro Bel Paese… C’è posto anche per casa nostra, nella quinta stagione di Demoni Urbani.

Harakiri 3.0: non perdere la prima puntata della quinta stagione di Demoni Urbani

È il 2017 e il Giappone è uno dei paesi col più alto tasso di suicidi al mondo, una tendenza diffusa sempre più anche tra i giovani e i giovanissimi. A Zama, città a sud-ovest di Tokyo, un uomo di 27 anni di nome Takahiro Shiraishi apre un paio di profili Twitter coi quali si mette in contatto con ragazze che vogliono suicidarsi, invitandole a farlo a casa sua, con il suo aiuto. La storia di un uomo insospettabile che ha sconvolto una nazione, facendosi conoscere al mondo come il “Twitter killer”.

Ascolta la prima puntata della quinta stagione di Demoni Urbani, in esclusiva su Spotify, qui!


Podcast 2021: i trend in Italia

Il consumo di podcast in Italia, nel 2021, non può non tenere conto della situazione COVID-19

Ormai lo abbiamo appurato: il pubblico dei podcast italiani cresce esponenzialmente, di anno in anno. Se nel 2019 ha superato i 12 milioni di ascoltatori – dato quasi impensabile fino a pochi anni fa, quando si credeva che in Italia il mercato podcast non sarebbe riuscito mai a penetrare -, il 2020 è stato irrimediabilmente segnato dalla pandemia da COVID-19. 

Non esiste ambito in cui la pandemia non abbia sortito effetti. Per quanto riguarda il nostro Paese, i cambiamenti hanno riguardato ogni ambito della concezione dell’ascolto. Sono cambiati i modi di fruizione dei podcast, così come il sesso e l’età dell’ascoltatore “ideale”. È cambiata la location dell’ascolto; è cambiata anche la motivazione che ha spinto gli ascoltatori ad affezionarsi a un format piuttosto che a un altro. Trovate un sacco di dati interessanti in un articolo che abbiamo scritto e che vi postiamo qui. 

Un’altra parola chiave del 2020 – e che, ci auguriamo, non debba più tornare con la stessa forza nel 2021, è “lockdown”. Chiuderci in casa ha creato crisi su ogni fronte, compreso l’ascolto. Alzino la mano tutti coloro che ascoltavano podcast nel tragitto da casa al lavoro, magari a piedi, in macchina o sui pezzi pubblici, per fare un esempio.

Il 2021 non potrà quindi che continuare – almeno per la prima parte dell’anno – la scia di cambiamento iniziata nel 2020. Ma, nossignore, i trend previsti per l’anno che è appena iniziato non si fermano qui. 

La rivoluzione dell’audio continua: nel 2021 Spotify acquista Megaphone

Per Spotify il 2021 è un anno di scelte e di scommesse

Sono anni che Spotify muove passi, o meglio, falcate, in direzione del business dei podcast. Pensiamo solo al fatto che l’anno scorso ha acquistato, sborsando milioni di dollari per l’acquisto di Anchor, applicazione per la creazione di podcast, e Gimlet, una società di produzione, all’epoca tra l’altro in grave perdita economica. 

Il 2020 si è concluso firmando un accordo da 235 milioni di dollari per l’acquisto di Megaphone

Megaphone, per chi non lo sapesse, è una piattaforma di pubblicità e podcast tra le più innovative a livello globale. La punta di diamante di questa piattaforma sta proprio nell’unire, nello stesso spazio, publishers e advertisers, in un clima di scambio reciproco di ispirazione creativa. 

L’obiettivo è quello di aiutare inserzionisti e publisher a utilizzare appieno il potenziale del podcast, Le aziende potranno utilizzare Megaphone Targeted Marketplace , che permetterà a sua volta di mettere la tecnologia Streaming Ad Insertion a disposizione dei podcast publisher di terze parti.

Il podcast, in questo modo, rinsalda la sua posizione di media del futuro, nuova frontiera che si configura come mezzo privilegiato per esplorare i trend della comunicazione: il 2021 potrebbe diventare, perché no, il mezzo di acquisizione di contenuti favorito dagli utenti, grazie anche all’accesso multi device da numerose piattaforme.

Cosa vogliono gli ascoltatori del 2021?

Rispetto all’anno passato, nel 2020, su Spotify si è visto un incremento di podcast del 108%, con circa 1,8 milioni di titoli: com’è naturale, a essere aumentati sono anche i creatori e i produttori di contenuti, le aziende branded podcast, ma anche gli appassionati che vogliono provare a mettersi in gioco e produrre their own podcast.

Già nello scorso anno, comunque, gli ascoltatori si sono fatti sentire: come? Scegliendo cosa ascoltare e cosa no. Qui e qui potete trovare due degli ultimi studi di ricerca, targati rispettivamente Ipsos e Nielsen.

– Più attenzione all’etica e alla sostenibilità

Nel 2021 Greta Thunberg è diventata maggiorenne. E insieme a lei, finalmente, cresce a dismisura l’interesse per la salvaguardia del nostro Pianeta. 

I modi in cui lo stiamo rovinando sono un’infinità. Ciò che ci aspettiamo è, dunque, un rinnovato interesse a scoprire in quanti modi, e con quali azioni, anche le più apparentemente innocue, rischiamo di creare danni irreparabili, ma anche a tutte quelle piccole cose che possiamo fare per diventare più sostenibili. 

– Nuovi player investiranno in advertise

Collegandoci ancora alla scelta di Spotify, possiamo dare per scontato che il 2021 sarà l’anno del podcast come strumento pubblicitario. Molti saranno i podcast branded, e molti gli investimenti in questa direzione. Fare ADV con i podcast permette maggior coinvolgimento dell’utente, che, ascoltando, ricorderà meglio i contenuti recepiti. E, perché no, di condividerli con chi ha vicino.

– Maggiore attenzione alla generazione alpha

Ne abbiamo parlato in un articolo poco tempo fa, e ora torniamo sui nostri corretti passi. Il 2021 dovrà essere particolarmente attento ai bisogni della nuovissima generazione alpha, ovvero di quei bambini nati dopo il 2010: quei bambini, insomma, che hanno imparato a utilizzare i tablet prima di imparare a scrivere. Sono loro i consumatori di oggi e di domani: impossibile non tenerne conto,

– Rinnovato interesse per la salute

Apparirà scontato, o forse no: l’emergenza Covid-19 sta causando negli animi di tutti una costante sensazione di incertezza, e un bisogno, forse rinnovato, di affidarsi agli esperti in materia. Per questo, il podcast diventerà lo strumento ideale per permettere agli esperti e alle voci più autorevoli di esprimere con chiarezza e immediatezza tutte quelle che possono essere le preoccupazioni delle persone.

L’utilizzo della voce, poi, si farà doppiamente utile, in quanto permetterà all’ascoltatore di sentirsi maggiormente rassicurato. 

  • Personalizzazione, baby

Non bisogna dimenticarsi che, per i brand, è importantissimo avere bene in mente il proprio pubblico di riferimento, per poterne cogliere le necessità e i bisogni.

Per questo, il 2021 si caratterizzerà da podcast personalizzati, intimi, che puntino a creare un contatto diretto tra i produttori e la propria audience.


Il podcasting in numeri: il caso dell’Italia

Dal nido al cielo: il podcast sta per diventare il medium del futuro?

Il 2020 – ormai lo abbiamo capito – passerà alla storia come l’anno del boom: quello in cui il podcast avrà raggiunto il successo di massa e sarà arrivato praticamente a tutti. La causa principale, certamente, è da individuare nel lockdown seguito alla pandemia da Covid-19. Le grandi crisi come questa – la storia ce lo insegna – hanno la caratteristica di accelerare processi in corso (sia positivi che negativi). In questo caso, ha anticipato il momento della rivoluzione ascoltabile.

D’altronde, che il podcast stia sempre più uscendo dalla nicchia in cui si trova relegato, lo abbiamo già detto in varie occasioni: qui, per esempio, e poi ancora qui e qui. Abbiamo anche visto come gli altri media abbiano ignorato il fenomeno e ora debbano inseguire una rivoluzione di cui non sono stati partecipi. Per fortuna,GliAscoltabili è stato tra i pionieri del podcasting in italiano e oggi è leader nel genere true crime, sia tra i podcast gratuiti che tra quelli a pagamento su Audible.

Ma andiamo con ordine, e poi cerchiamo di capire perché l’audio sta diventando il medium del futuro.

I numeri sull’ascolto dei podcast in Italia ci rivelano un mondo in continuo fermento

Il pubblico dei podcast italiani cresce continuamente da anni, ormai. Nel 2019 ha superato i 12 milioni di ascoltatori. In un primo momento, l’Italia sembrava essere impenetrabile dal fenomeno podcasting. Poi, però, nel 2018 è arrivata a occupare il sesto posto in Europa per percentuale di ascoltatori. Infatti, a partire dalla metà degli anni ’10, gli amanti dei contenuti audio sono costantemente cresciuti. Va segnalato, tuttavia, che, nonostante la crescita imponente, ancora oggi il podcast rimane tutto sommato un prodotto di nicchia tra i vari media.

Secondo i dati del 2020, i podcast sono ascoltati principalmente nel nord-ovest del Paese da persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Gli ascoltatori maschi, poi, sono leggermente di più delle ascoltatrici.

Escludendo i programmi musicali, le notizie sono la seconda categoria di podcast più popolare, seguita dagli spettacoli di intrattenimento. Gli ascoltatori di sesso femminile riportano un interesse significativo per i podcast su salute e lifestyle (32%), mentre il business ha attirato circa un quarto dei giovani ascoltatori.

Inoltre, la stragrande maggioranza degli utenti si rivolge esclusivamente a contenuti gratuiti: l’85% degli ascoltatori del 2019. Mentre solo il 4% ascolta esclusivamente podcast a pagamento.

Dimmi su quale piattaforma lo ascolti, il podcast, e ti dirò chi sei

Se fossimo Clint Eastwood in un film di Segio Leone, potremmo dire che «il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica, e chi scava». Ma qui non siamo nel Far West – anche se, forse, quella al media sonoro sarà la caccia all’oro dell’immediato futuro – quindi ci limitiamo a dividere gli ascoltatori di podcast in due grandi categorie. Anzi, in tre, ma cominciamo dalle prime due, che riguardano i contenuti gratuiti. Quelli che ascoltano i podcast su Spotify e quelli che li ascoltano su Apple Podcast.

Ecco, in Italia, quelli che li ascoltano su Spotify rappresentano la stragrande maggioranza, più di tutti gli altri messi insieme. Il 62% tra tutti gli utenti. Se poi andiamo a guardare tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni, addirittura la percentuale sale al 73%.

La terza categoria a cui si accennava riguarda chi ascolta i podcast su Audible e quindi chi usufruisce di contenuti a pagamento. In italia, la piattaforma di Amazon si trova al secondo posto, con il 25% degli ascolti. Seguita da Apple Podcast che si trova solo in terza posizione. Infine, soltanto il 10% degli utenti utilizza Soundcloud per ascoltare i podcast.

Da smartphone o da pc

Ormai, a far da padrone nell’ascolto dei podcast è lo smartphone. Gli accessi a Spotify tramite smartphone hanno superato PC e tablet. Solo a maggio 2019, circa 2,1 milioni di utenti hanno utilizzato Spotify sui propri telefoni cellulari ogni giorno, mentre l’audience media giornaliera su PC è stata di 41,2 mila utenti unici. Nel 2018, oltre due milioni di persone che hanno utilizzato Spotify sui propri dispositivi mobili avevano un’età compresa tra i 18 e i 24 anni, mentre i 25-34enni ammontavano a 1,7 milioni. Gli utenti con più di 35 anni hanno raggiunto i quattro milioni nello stesso periodo.

I contenuti podcast più ascoltati in italia riguardano soprattutto notizie, attualità, storia. Nella top 10 di ottobre dei podcast più ascoltati, 5 programmi riguardano le notizie, 2 la società e la cultura, 1 la storia, 1 la mitologia e 1 la musica. Il podcast ad argomento storico, in realtà riguarda delle conferenze del noto divulgatore Alessandro Barbero trasformate in contenuto audio.

Se guardiamo alle posizioni comprese tra la 11 e la 20, la situazione diventa più variegata: abbiamo ancora 3 show dedicati alle notizie, 1 al business, 1 alla musica, 1 alla scuola (si tratta di contenuti educativi per studenti), 1 alla scienza, 1 alla tecnologia, 1 ancora alla storia e ancora condotto da Alessandro Barbero. Tra quelli di news, in 11esima posizione compare il Global News Podcast della BBC in lingua inglese.

Se ci concentriamo sui dati Audible, la più importante piattaforma di contenuti audio a pagamento, le tipologie di podcast sono un po’ differenti. A giugno 2020, quindi poco dopo il lockdown, podcast più ascoltati di sempre risultavano essere:

  1. Listen and Learn, di John Peter Sloan (educazione)
  2. La Piena, di Matteo Caccia (true-crime)
  3. Grandi menti a confronto, di Piergiorgio Odifreddi (divulgazione scientifica)

Mentre i podcast più ascoltati durante il lockdown risultavano essere:

  1. Buio, di Pablo Trincia e Luca Micheli (true-crime)
  2. Auris, di Sebastian Fitzek, letto da Adriano Giannini (crime)
  3. Le parole giuste, di Paolo Borzacchiello (crescita personale)

Tra i podcast che Audible segnala come tra i più ascoltati negli ultimi mesi, figurano ancora quelli di Alessandro Barbero, di Piergiorgio Odifreddi e Alberto Angela: tutti a tre a tema divulgativo e con al centro la storia o la storia della scienza.

Molto atteso su Audible, e al momento molto popolare, è anche il podcast di Roberto Saviano, Le mani sul mondo, legato ai temi tipici dello scrittore e giornalista campano.

Possiamo vedere come il genere true-crime abbia tendenzialmente un successo notevole. Tra i pionieri, in Italia, c’è sicuramente la serie Demoni urbani, sviluppata da GliAscoltabili, che ha superato il milione di download e si mantiene, ormai da anni, costantemente nella classifica dei podcast più ascoltati. Sempre GliAscoltabili, poi, propone da poco su Audible (quindi su una piattaforma a pagamento) la serie Lady killer, ancora true crime, anche questa di enorme successo; a conferma di come il genere stia segnando, insieme all’informazione, il mondo del podcasting.

L’indentikit dell’ascoltatore di podcast italiano

Se volessimo utilizzare i dati appena utilizzati più qualcun altro in nostro possesso, potremmo tracciare un identikit molto preciso degliascoltatori di podcast. Nella maggior parte dei casi, si tratta di maschi, bianchi, benestanti, giovani e istruiti. Fruiscono degli spettacoli soprattutto a casa o in macchina e principalmente attraverso lo smartphone. In genere non aumentano la velocità di riproduzione, quindi danno attenzione anche agli aspetti musicale e di sound design. In quanto a piattaforme, l’ascoltatore medio italiano predilige Spotify. In genere, poi, gli utenti ascoltano i vari episodi tenendo una “regolarità mensile” e non “settimanale”. Sono attivi su almeno un social. Hanno Netflix o Amazon Prime Video. Guardano poco la tv (e dunque la pubblicità su questo mezzo). Leggono, però, libri, riviste e quotidiani (specie in digitale) e sono più propensi ad acquistare un altoparlante intelligente come Amazon Alexa o Google Home. Sono interessati soprattutto all’attualità e all’informazione, ma apprezzano molto anche la divulgazione culturale. Non disdegnano la narrazione purché sia legata a fatti reali e soprattutto al crimine (l’incredibile successo del genere true-crime è esemplare). Predilige i contenuti gratuiti ma spesso è abbonato a Audible e, dunque, conosce anche il mondo degli audiolibri. Non si limita all’ascolto dei podcast ma cerca espansioni e approfondimenti altrove sugli stessi temi a cui è interessato.


Le tecnologie per l’ascolto dei podcast e della radio: come cambiano le abitudini

È nato prima l’uovo o lo streaming audio? Il dilemma del podcast che non poteva vivere senza lo smartphone

Le tecnologie per ascoltare musica, podcast, radio sono importanti quanto gli stessi musica, podcast, radio. Non solo perché gli strumenti influenzano in maniera decisiva le nostre abitudini di ascolto, ma anche perché influenzano la qualità stessa dell’ascolto. Secondo voi, le nostre modalità di consumo audio sarebbero le stesse senza le AirPods o il bluetooth in macchina? Oppure senza lo streaming di Spotify, Apple Music, Tidal, Idagio? E, ancora, non potrebbero esistere i podcast di oggi senza internet sullo smartphone. E così i video-podcast senza YouTube. E che dire del modo in cui scopriamo nuova musica? La pagina Esplora di Spotify non è certo solo una suppellettile…

Anche gli angeli ascoltano Beethoven, ma vogliono la stereofonia

Ma non è solo un discorso legato all’attualità. Anche se volessimo fare una storia della musica, non potremmo prescindere dalle tecnologie di diffusione audio. E non pensate solo all’invenzione del giradischi (e quindi dei dischi) o all’invenzione della radio: tecnologie che hanno stravolto sia il consumo della musica che quello della stessa composizione. Pensate anche all’evoluzione della qualità audio. Credete che sarebbe lo stesso ascoltare, che so, la Nona di Beethoven diretta da Karajan o Dark Side of the Moon dei Pink Floyd senza l’invenzione della stereofonia? Vi immaginate il coro e il tema dell’Inno alla gioia o il rumore delle monete e il basso di Money su un altoparlante monofonico?

L’uomo non è solo corpo è anima: è anche cultura e tecnologia

La storia dell’uomo non è solo fatta di grandi caratteristiche universali (la capacità di percepire i suoni come musica, e quindi di crearne; oppure di sentirsi parte di un tutto infinito e indefinibile); no, la storia dell’uomo è fatta anche di cambiamenti cognitivi dovuti alla cultura e alla tecnologia. Va bene, è vero: sembra un ovvietà. Ma quante volte sentiamo parlare dei bei tempi andati come se noi e le nostre vite fossimo indipendenti da questi cambiamenti? Come se, presi e catapultati, che so, negli anni ’60, saremmo sempre gli stessi noi? Purtroppo non è così. Solo una macchina del tempo può prenderci e portarci nel passato così come siamo.

Covid-19 e consumi audio: un mondo in evoluzione

Prendiamo un esempio concreto e recente: la pandemia da Covid-19. Sono bastati alcuni mesi di lockdown per stravolgere alcune abitudini e accelerare alcuni processi già in corso. Pensate all’ascolto della radio. In quel periodo, molte persone, per ovvie ragioni, hanno smesso di utilizzare l’automobile. Qual è stata una delle principali conseguenze di ciò (a parte la riduzione delle emissioni di CO2, ça va sans dire)? Esatto: le stesse persone hanno ridotto notevolmente l’ascolto della radio. In più hanno cominciato ad ascoltarla in streaming su cellulari, pc e smart tv. Per inciso, proprio quest’anno, si è deciso di passare definitivamente alla Radio Digitale DAB.

Pensiamo anche ai podcast. La pandemia ha fatto crescere in maniera esponenziale ascoltatori e ascolti, facendo passare questi oggetti sonori da prodotti di nicchia a prodotti di massa. Anche oggi che non siamo più in quarantena (almeno per ora), il numero degli ascoltatori di podcast è notevolmente più alto e sono mutati anche i luoghi e le abitudini di ascolto. Per esempio, la macchina è sempre più un posto dove si ascoltano podcast, oltre che la radio; in particolare podcast di notizie e approfondimento, ma anche narrativi. Non solo: anche i format e le aziende come la nostra che se ne occupano stanno aumentando. Certo, noi siamo stati dei pionieri. Ma questa è un’altra storia.

Smartphone, smartphone delle mie brame, chi è il più hi-fi del reame?

Insomma, lo abbiamo capito: lo strumento principe dell’ascolto è ormai lo smartphone. Ad affiancarlo ci sono computer, smart speaker e assistenti vocali, smart tv. Non vi sembra che manchi qualcuno? Esatto, manca l’impianto hi-fi, o la radio o come diavolo vogliamo chiamarlo. Qualcuno potrebbe pensare che questo abbia comportato un abbassamento della qualità di ascolto. No, non è così. O, almeno, non lo è più. Lo streaming audio negli ultimi tempi offre sempre più soluzioni per l’ascolto in alta qualità del suono (anche più del compact-disc). Uno dei pionieri è stato Idagio, la nota app per gli amanti della musica classica (sempre molto esigenti in materia di qualità del suono) che permette un ascolto in qualità FLAC. Per chi ama altri generi, invece, sono arrivati poi Tidal e Amazon Music HD.

Anche per quanto riguarda i podcast, la qualità ormai non si trova solo nelle registrazioni dei programmi radio da ascoltare in differita. Anche i podcast che nascono già come podcast ormai sono in alta qualità. È finito il tempo delle registrazioni casalinghe sceneggiate da amatori improvvisati e curate da speaker da un tanto al kilo. Ormai tantissimi podcast, anche in Italia, sono prodotti da aziende come Cast Edutainment (titolare della nostra piattaforma GliAscoltabili) che fanno della qualità il loro marchio e che si servono di professionisti di alto livello.

Tremate tremate, i vinili son tornati

La rivoluzione ascoltabile di cui parlavamo qualche tempo fa, quindi, non è soltanto figlia di qualche geniale pioniere che ha introdotto nuovi oggetti da ascoltare. È anche, e forse di più, il frutto del cambiamento tecnologico. Certo, oggi assistiamo sempre più ad alcuni atteggiamenti dall’apparenza luddista. Pensate ai collezionisti di vinili e ai nostalgici del cd. Affermano di avere bisogno dell’oggetto per poter davvero gustare il suono e scegliere adeguatamente la musica. Ma, in genere, si tratta di persone che affiancano queste abitudini a quella dello streaming. Più spesso, di persone che danno molta importanza all’aspetto storico della musica. Che quindi vogliono conoscerla per come è stata e come si è diffusa (in fondo l’album musicale esiste perché esiste il disco). È anche comprensibile, poi, sotto certi aspetti un eventuale attaccamento alla tradizione: aprire un’app di musica e podcast e trovarvi dentro decine e decine di milioni di brani e “oggetti audio” tra cui scegliere spesso lascia spaesati. Ma, anche qui, si tratta solo di adeguare i nostri strumenti cognitivi. Il futuro sembra sempre più andare nella direzione in cui nel nostro smartphone troviamo tutto quello che ci serve e tutto in alta qualità. Bisogna solo cambiare prospettiva.


I video podcast: un paradosso o una realtà?

Cosa sono i videopodcast?

Che gli ascoltatori abituali di podcast siano in costante aumento, non solo negli USA ma anche in Europa e in Italia, ce lo dimostrano molti dati. Proprio nell’epoca in cui si pensava che il video avrebbe trionfato, i fruitori di contenuti puramente audio crescono costantemente. Perché, allora, soprattutto negli Stati Uniti, diversi tra i più popolari podcast vengono pubblicati su YouTube corredati da contenuti video? Non solo: sulle piattaforme podcast – Apple, in particolare – i videopodcast si fanno più numerosi: CNN 10, per esempio, che, quotidianamente, riassume in dieci minuti le notizie più importanti del giorno; oppure il seguitissimo TED, che non si limita, come si potrebbe credere, a trasformare in podcast le sue già note conferenze, ma crea dei contenuti nuovi appositamente concepiti. Resta YouTube, però, il luogo in cui questo formato si trova in abbondanza. Perché? Qual è, allora, la differenza tra un podcast e un comunissimo video in streaming?

I videopodcast, quel qualcosa in più.

Andiamo con ordine. Un video podcast, come si può intuire, non fa altro che aggiungere, all’elemento audio, l’elemento video. Provate a guardare, per esempio, il nostro @Home – Tecniche di sopravvivenza, il video podcast nato per superare bene la quarantena. L’elemento video, si diceva, può essere di vario tipo e diversa complessità: semplici immagini o filmati di accompagnamento, motion graphics, oppure – come più spesso accade – i volti di chi parla, anche ripresi in studio di registrazione e variamente montati. Già, i volti; tra poco torneremo sull’importanza di questo elemento. Intanto, come si può aver intuito, in un video podcast resta comunque l’audio l’elemento più importante. Per quanto la complessità video possa variare, alla fine un video podcast può essere anche solamente ascoltabile (esatto: come i nostri podcast). Il contrario, invece, non è possibile.

YouTube. Ovvero Dove ti ascolto i podcast

Sia come sia, si pensi che, secondo un studio di Futuri Media/University of Florida citato da The Verge, YouTube è attualmente il podcast player dominante sul mercato: il 43% degli ascoltatori di podcast mensili afferma di aver utilizzato, nell’ultimo anno, la nota piattaforma video per ascoltare podcast; più di Apple (34%) e Spotify (23%). Certo, si potrebbe obiettare, i contenuti su YouTube possono anche essere formati, di fatto, di solo audio (qualche foto e due scritte in sovrimpressione non fanno un video podcast). Tuttavia, se si fa una ricerca, si può empiricamente notare come i podcast di maggior rilievo abbiano in genere un vero elemento video. In alcuni casi, addirittura, podcast di successo già esistenti hanno deciso di offrire, tramite YouTube, i loro programmi in un nuovo formato video podcast, differenziando i contenuti per spingere gli ascoltatori che vogliono approfondire l’ascolto verso il tradizionale formato. Come ad esempio hanno fatto Joe Rogan con il suo  Joe Rogan Experience e H3.

Il podcast H3, in particolare, utilizza uno dei take più popolari nel formato “YouTube podcast”. Vi sono, infatti, tre canali: H3H3 Productions (6 milioni di iscritti), H3 Podcast (2 milioni) e H3 Podcast Highlights (1,3 milioni). Il canale principale viene utilizzato per commenti più lunghi, le collaborazioni speciali e gli sketch comici. Gli ultimi due, invece, sono dedicati esclusivamente al podcast. Il principale canale Podcast H3 ha oltre 208 milioni di visualizzazioni totali, ma il canale secondario dedicato alle clip di ogni episodio ne ha oltre 388 milioni. La creazione di un canale separato per le clip consente ai podcaster di sfruttare l’algoritmo di raccomandazione di YouTube, che mostra i contenuti su argomenti specifici a cui uno spettatore è già interessato.

Perché un videopodcast?

Ora resta la domanda principale: perché? Inutile girarci intorno: YouTube dà accesso a una platea di due miliardi di utenti registrati (sì, avete letto bene). Spotify ha “solo” 230 milioni di utenti mensili. Inoltre, grazie alla funzione che genera in automatico i sottotitoli, la piattaforma può far arrivare il proprio contenuto in tutto il mondo. Insomma, non c’è storia. Ma YouTube è pensata per il video, non per il podcast. E sono pensate per il video anche tutte le funzioni di marketing e monetizzazione che la stessa piattaforma offre. Si interfaccia bene, poi, con i social network; anche questi pensati per il video più che per i podcast. Se è vero, infatti, che sui social è possibile condividere anche delle clip audio, è altrettanto vero che le clip video sono di maggiore e più immediata presa sugli utenti, grazie soprattutto alle modalità di anteprima, fruizione e condivisione che gli stessi social offrono.

Scienza e podcast

Approfondiamo un altro aspetto. Poco sopra abbiamo fornito un dato curioso: in genere, nei video podcast, l’elemento video è formato dai volti degli speaker o degli ospiti. In più – si diceva –, il video si può anche ignorare e mantenere la fruizione classica di solo audio senza perdere fondamentali elementi di significato o narrazione. Perché, allora, investire tempo e denaro per creare contenuti video? Qui la risposta ci viene dalle scienze cognitive. «Because half of the human brain is devoted directly or indirectly to vision». Queste le parole del professor Mriganka Sur del MIT’s Department of Brain and Cognitive Sciences. Noi esseri umani siamo tendenzialmente animali “visuali”. Recuperiamo più facilmente informazioni tramite le immagini, apprendiamo più facilmente, ricordiamo meglio. Insomma, un podcast corredato di volti riesce ad arrivare a un pubblico più ampio e a risultare più memorabile, e genera maggiore desiderio di serialità e ripetizione. Molto più di quanto possa fare il solo audio. Una caratteristica sorprendente della memoria umana, infatti, è che le immagini sono ricordate meglio delle parole. I test di riconoscimento evidenziano come le persone riescano a ricordare più di due mila immagini con almeno il 90% di accuratezza, per un periodo di diversi giorni, anche con tempi di presentazione molto brevi durante l’apprendimento. Questa eccellente memoria per le immagini supera la nostra capacità di ricordare le parole. Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che le immagini vengano associate automaticamente e con più facilità ad altre conoscenze sul mondo. Il che si traduce in una codifica più elaborata di quanto si verifichi con le parole.

Guardiamoci in faccia su… youtube!

Ma non solo: la nostra attenzione è particolarmente sensibile ai volti, alla loro ricerca e indagine, alla loro memorizzazione. Tale attitudine diventa più importante man mano che si invecchia, a causa della ricchezza di informazioni che si possono ottenere dai volti. Secondo alcuni psicologi, le caratteristiche facciali ci forniscono addirittura più dati della stessa lingua parlata. Noi umani siamo “progettati” per far gravitare la nostra attenzione sui volti di altri umani. Usiamo le espressioni facciali di altre persone per sviluppare il contesto emotivo. La tua battuta è stata una freddura? I tuoi manicaretti hanno deliziato o no gli ospiti? Devi osservare i volti delle persone per scoprirlo. Gli umani hanno circuiti neurali specifici dedicati al riconoscimento facciale. Vivono nel lobo temporale mediale e si scatenano ogni volta che vediamo una faccia. Questi circuiti fanno sì che un volto balzi subito in primo piano nella nostra attenzione, anche quando è in competizione con altri stimoli. Quindi il nostro cervello reagisce in modo diverso ai volti. Dà a questi la priorità rispetto ad altri stimoli visivi. 

E poi? E poi niente

Il video, insomma, offre al pubblico un motivo in più per scegliere un podcast anziché seguire il flusso di altri stimoli a cui sono quotidianamente soggetti. Un podcast video propone un diverso tipo di attrattiva che l’audio da solo non può offrire.

A questo punto, però, è bene tirare le fila. Abbiamo visto come, di fatto, in un video podcast l’elemento video – almeno per il momento – non va a intaccare l’elemento audio. I podcast restano quello che sono: degli ascoltabili. Il video, tuttavia, permette di arrivare a platee molto più ampie, di utilizzare più facilmente gli algoritmi di promozione e diffusione dei social, di rendere più memorabili i propri contenuti. Insomma, non ci troviamo di fronte a una rivoluzione. I creatori di podcast sanno che YouTube è uno strumento prezioso per lo sviluppo e la crescita di podcast, ma YouTube non ha innescato alcun cambiamento nei prodotti che possa arrivare a trasformarli. Piuttosto, la crescita comune che stanno avendo i podcast  di qualità deriva dalle iniziative dei loro autori e dalla qualità dei loro contenuti; oltre che dall’intuizione di come utilizzare YouTube a loro vantaggio.


I podcast e l’estate: quali ascoltare?

In montagna o al mare, le produzioni de gliascoltabili.it soddisfano ogni aspettativa 

Circa un anno fa, quando abbiamo lanciato la nostra piattaforma di podcast, la redazione de gliascoltabili.it si è seduta attorno a un tavolo. Ci siamo detti: dobbiamo lavorare per far sì che la nostra audience possa capire in primo luogo… cos’è un podcast. 

Non una domanda qualsiasi: se parlare di podcast all’estero (leggi: negli States) non sorprende nessuno, in Italia un anno fa erano in molti a chiedersi: «cosa significa podcast? Dove ascoltarli? Ah, quindi funzionano come la radio?», et similia. 

Oggi la situazione, nel nostro Paese, si è evoluta in maniera interessante: lo strumento podcast ha contagiato diverse realtà, interpretando una nuova esigenza di comunicazione sempre più diffusa – ne ha scritto di recente anche il Corriere della Sera qui, e vi invitiamo a scorrere il pezzo perché troverete una bella sorpresa che ci riguarda. 

Dicevamo: un anno fa ci siamo seduti attorno a un tavolo. Abbiamo pensato: faremo capire a tutti come si fa un podcast. Cosa è un podcast. E insieme abbiamo individuato la prima direzione possibile: la diversificazione dei contenuti e dei generi. 

Sì, anche il podcast ha i suoi generi: la comedy, l’infotainment, il crime.

E tanti altri, pronti a soddisfare tutte le necessità della vostra estate all’insegna dei migliori podcast in circolazione.

I podcast dell’estate de gliascoltabili.it 

È stata proprio la varietà dei generi, applicata ai podcast da noi prodotti, a consentire ai nostri ascoltatori di accedere a un ventaglio ampio di offerte. Contenuti da ascoltare in libertà, durante il commuting, ovvero il tempo che impieghiamo da casa a lavoro, o nel tempo libero. 

Solo che tra stress, pensieri e attività varie, spesso anche ascoltare un podcast si configura come troppo impegnativo – per noi non è così, ma questo è un altro discorso… 

D’estate, però, non ci sono scuse. Il sudoku, i cruciverba e l’olio abbronzante con il podcast si armonizzano bene. Cosa c’è di meglio, sotto al sole o coperti dalla protezione di un ombrellone, che appassionarsi a tantissime storie da ascoltare

In questo invito all’ascolto dei podcast dell’estate, la produzione de gliascoltabili.it vi viene incontro sorprendendovi da ogni prospettiva. Anche giocando di contrasto: da un lato la brezza del mare o l’aria frizzante della montagna, dall’altro le atmosfere cupe, le storie laceranti di Demoni Urbani, la serie crime della piattaforma, ai vertici delle classifiche dei podcast più ascoltati dell’estate 2019.

Un bel modo per lasciarsi avvolgere dalla voce dell’host, l’attore Francesco Migliaccio, dalla tensione e dal lato torbido della mente umana a confronto con l’odore della morte. 

Affrontando la vita a tinte meno fosche, ascoltare un podcast vi potrà avvicinare a episodi di incontri, di relazioni spirituali e professionali che hanno trasformato l’esistenza di due personaggi. Parliamo di Destini Incrociati, una delle produzioni di punta de gliascoltabili.it

Condotto e ideato da Giacomo Zito, è tra gli esempi italiani più interessanti di non-fiction, Destini Incrociati racconta i legami tra coppie creative del design, dell’arte, della musica, dell’entertainment e della politica: Michele De Lucchi ed Ettore Sottsass, Marina Abramovich e Ulay, Freddie Mercury e Montserrat Caballé, Tina Fey e Childish Gambino, Gianīs Varoufakīs e Alexis Tsipras. 

Con La mia storia, invece, la faccenda si fa più densa, intima e articolata: si tratta di un’ambiziosa serie antologica in podcast che intreccia vicende realmente accadute a ricostruzioni di pura fiction. 

Sarete testimoni dell’inadeguatezza di un maschio alfa alle prese con il primo Gay Pride italiano, della riscoperta di un’America nascosta da parte di un’intellettuale liberal durante le presidenziali 2016, della frustrazione di un giovane pescatore siciliano che si ritrova sul set de “La terra trema” di Luchino Visconti e vorrebbe diventare una stella del cinema. 

Sempre restando nell’ambito di storie e personaggi riconosciuti, Vinyl Nights, condotto da Roger Mantovani, è un esempio importante per capire cos’è un podcast dedicato alla musica e chi la crea. Nel caso di Vinyl, si tratta dei retroscena che hanno ispirato la realizzazione di quegli album che hanno rivoluzionato la storia della musica: da Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles a Highway 61 Revisited di Bob Dylan. 

Spazio a racconti intensi anche con Gli adolescenti si fanno male, una delle prime serie podcast italiane a unire narrazione e informazione scientifica, condotta da Furio Ravera, psichiatra e psicoterapeuta, che ripercorre i casi di giovani pazienti con problemi di tossicodipendenza, carenze emotive, alcol. Frammenti di vita raccontati dalle voci di giovani attori provenienti dalle migliori accademie teatrali italiane. 

Water & The Hero, invece, è il format dedicato all’acqua e ai suoi eroi, condotto da Riccardo Felici e realizzato grazie al supporto di Kingii, il più piccolo dispositivo di galleggiamento al mondo. 

Per ogni puntata, l’epopea “quotidiana” di personaggi che, in campi differenti, hanno trovato nell’acqua quell’elemento in più che dà un senso alle loro giornate: tra le guest star che si avvicendano al microfono ci sono atleti, biologi e c’è anche Luca Colombo, il pilota milanese che a bordo della sua moto ha conquistato il primato mondiale di velocità sull’acqua dolce con 104 Km/h

Estate in podcast: approfondimento è bello!

Sì, nelle serie de gliascoltabili.it ci sono le storie, l’elemento umano, la forza della narrazione. Tuttavia ci interessa allo stesso modo creare podcast di qualità, che possano attirare l’attenzione dei nostri ascoltatori.
Perché non approfittare dei ritmi morbidi dell’estate per appassionarsi a tematiche attuali, declinate in chiave podcast

Oggi, ad esempio, si sente parlare moltissimo di cambiamenti climatici, di emergenza ambientale, di responsabilità sociale d’impresa: noi abbiamo raccolto questi e altri temi in una serie che si chiama Sostenibilità for Beginners, affidata a Giacomo Marino Gallina, studente di Sviluppo Sostenibile all’Università degli studi di Milano, e a Giuseppe Paternò Raddusa, uno degli autori della piattaforma. 

Se invece volete fare un ripassino sulle tendenze cinematografiche della passata stagione e su qualche grande classico del passato, vi aspetta I magnifici sette: un rotocalco di informazione cinematografica condotto da Simone Spoladori e Giuseppe Paternò Raddusa, che ha visto avvicendarsi ospiti del calibro dei registi Sebastian Lelio (premio Oscar nel  2017 per Una donna fantastica), Claudio Giovannesi, Roberto Minervini, dei critici Maurizio Porro e Gianni Canova, degli attori Gianmarco Tognazzi, Pina Turco e Antonella Lualdi

Agosto, moglie mia non ti conosco… in podcast sì, però! 

Noi della redazione riteniamo che, per creare affezione in un pubblico di ascoltatori di podcast, si debba lavorare in maniera interessante sul concetto di comedy, declinandolo con originalità. 

Abbiamo quindi deciso di lanciare Scemi da un matrimonio, la serie che racconta per ogni puntata i disastri di donne e uomini alle prese con le grandi contraddizioni dei sentimenti: gelosie, paranoie, invidie. Sullo sfondo, la (presunta?) crisi della coppia moderna, raccontata da alcune delle più belle voci italiane: Adele Pellegatta, Tommaso Amadio, Roberta Federici, Alberto Mancioppi, Stefania Pepe e molti altri. 

Quelli della 405, invece, vi dirà tutto quello che vorrete sapere sul sesso. Come? Filtrandolo con gli occhi audaci e liberi di un gruppo di spregiudicati millennials, ragazzi e ragazze con esistenze, provenienze geografiche e orientamenti sessuali differenti, che condividono lo stesso appartamento. Le loro pareti sì che possono parlare: per ogni episodio si confrontano in maniera accesa  e dissacrante su un tema diverso,  l’autoerotismo, la famigerata “prima volta”, le app di dating per incontri al buio… 

E se la comedy è il vostro pallino, tra i podcast italiani più divertenti c’è HardCorviale, la serie ideata da Fabio Di Ranno e Valeria Giasi (conosciuti per aver scritto diversi episodi de I Cesaroni). Una produzione che abbiamo deciso di accogliere su gliascoltabili.it, perché dopo averne ascoltato i primi due episodi ne siamo rimasti incantati. 

La tragicomica epopea di Nando, settantenne che scopre il mondo del porno su Internet dopo anni passati a noleggiare film in videoteca, non potrà lasciarvi indifferenti, in quest’estate 2019 dedicata ai podcast. 

Come scaricare i podcast de gliascoltabili.it

Bene, ecco una panoramica delle produzioni de gliascoltabili.it, tra i podcast più ascoltati dell’estate; adesso tocca a voi capire come scaricare e dove ascoltare le nostre serie. Gratuitamente, s’intende.  

Potete visitare il sito della piattaforma, gliascoltabili.it, ascoltarli in streaming da browser desktop e mobile o scaricarli dalle maggiori piattaforme audio: Spotify, iTunes, SoundCloud e Spreaker. Buon ascolto. E buona estate…