Come tutte le pensioni, anche quella di reversibilità è soggetta a rivalutazioni che dipendono dal tasso di inflazione previsto e non solo perché molti dipende dal reddito.
La pensione di reversibilità è l’assegno che spessa ai familiari superstiti di lavoratori assicurati o pensionati defunti. L’importo che si riceve dipende dalla pensione o presunta tale che il defunto riceveva o avrebbe ricevuto ma non può mai superare l’importo calcolato. Come tutte le pensioni, anche quella di reversibilità è soggetta a rivalutazione annuale che dipende da più fattori; un elemento a cui prestare attenzione considerati i diversi beneficiari che ne hanno diritto.

La pensione di reversibilità è riconosciuta soltanto se il defunto aveva accumulato 15 anni di contributi o 5 di contributi di cui 3 nell’ultimo quinquennio prima della morte. È destinata ai superstiti con l’obiettivo di garantire il sostentamento della famiglia in maniera ragionevole rispetto all’effettivo contributo fornito dal lavoratore.
La dicitura spetta ai superstiti può lasciare spazio a diverse interpretazioni, per questo la normativa fissa chi sono i soggetti effettivamente beneficiari e le aliquote spettanti. Vediamoli nel dettaglio:
- il coniuge senza figli ha diritto al 60% della pensione;
- nel caso di coniuge con un figlio la quota sale all’80% suddivisa in 60% al coniuge e 20% al figlio.
- Quando invece il defunto lascia coniuge e due o più figli la pensione di reversibilità arriva al 100%.
- Nell’ipotesi in cui i superstiti siano solo i figli la soglia id pensione percepita dipende da numero di figli: del 70% se è solo uno, 80% se sono due e del 100% se sono tre o più.
Attenzione però perché anche genitori, fratelli e sorelle hanno diritti ad una quota della pensione di reversibilità che solitamente si attesta al 15% e che viene erogata solo nel caso manchi coniuge o figli e questi non siano arrivati alla soglia del 100%.
Pensione di reversibilità 2025, calcolo e rivalutazione
Come tutte le pensioni, anche quella di reversibilità è soggetta a rivalutazione annuale che dipende dall’inflazione. Per il 2025 il tasso di inflazione è stato calcolato a +0,08% il che significa che una pensione di 1.000 euro, ad esempio, avrà un aumento mensile di 8 euro salvo aggiustamenti nel corso dell’anno. Dal tasso di rivalutazione dipende anche la cifra effettiva che ogni singolo beneficiario riceve.

Altro fattore importante nella definizione dell’assegno pensionistico di reversibilità è dato dal reddito dei superstiti. Cioè più aumenta il reddito del soggetto che riceve la pensione più diminuisce la percentuale a cui si ha diritto -ad esempio considerando altre pensioni o fonti reddituali presenti.
Secondo le nuove soglie disposte i limiti reddituali per la reversibilità sono:
- diritto al 100% della pensione per redditi inferiore ai 23.579,22 euro;
- per redditi tra i 23.579,22 euro e i 31.438,96 euro la pensione è decurtata del 25%;
- tra i 31.438,96 e i 39.298,70 euro la decurtazione è del 40%;
- infine per redditi superiori ai 39.298,70 euro la pensione è tagliata del 50%.
I limiti di cumulabilità, così come specificato dall’INPS, non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con minori, studenti o inabili.