Weapons conquista tutti e sfida Hollywood: quanto è costato l’horror del momento

La crisi hollywoodiana può essere risolta con strumenti inaspettati e budget decisamente più ridotti di quelli dei kolossal: Weapons può diventare un esempio di come l’industria cinematografica possa essere al contempo creativa e sostenibile.

Sono anni che si parla della crisi del settore cinematografico e di come a questo periodo nero abbia contribuito la diffusione di piattaforme streaming come Netflix. Sicuramente il cambio di paradigma nella distribuzione dei contenuti e nei metodi di pagamento e fruizione ha avuto un impatto, ma le ragioni dietro a questa situazione sono anche altre e vanno rintracciate più indietro nel tempo.

Julia Garner nel film Weapons
Weapons conquista tutti e sfida Hollywood: quanto è costato l’horror del momento – YouTube @warnerbrositalia – gliascoltabili.it

L’industria cinematografica si poggia sulla spinta produttiva di Hollywood, non solo perché i film americani sono quelli in grado di generare maggiore profitto nelle sale, ma anche perché la quantità di investimenti sul settore è enorme e non comprende solo pellicole prodotte e sviluppate negli Stati Uniti d’America.

Avere maggiore budget a disposizione non si traduce solo nell’assunzione di attori di primo piano, ma anche nell’utilizzo di strumentazioni e tecniche di regia innovative e di migliore qualità. Inoltre i finanziamenti consentono di girare più a lungo e curare meglio le scene, nonché avere tempi di post produzione che consentono di rifinire il prodotto finale con maggiore cura.

Se tutto ciò di cui abbiamo parlato fosse stato utilizzato come supporto alla creatività e all’innovazione, oggi non avremmo un palinsesto cinematografico pieno zeppo di sequel, remake, rebooth o prodotti trasposti da libri, fumetti, videogiochi. La mancanza di copioni originali fa percepire maggiormente quel senso di more of the same che allontana il pubblico dalle sale.

Weapons è un esempio da seguire: il costo della pellicola del momento vi stupirà

Che il pubblico e la critica siano stanchi di vedere l’ennesimo film del Marvel Cinematic Universe oppure la centesima iterazione di un brand nato negli anni ’70 – ’80 è chiaro sia dall’accoglienza ricevuta dalle ultime produzioni di questo tipo da parte della critica, sia – e questo sicuramente offre maggiori grattacapi a chi investe – nei risultati al botteghino.

Bambino con viso pitturato all'interno di una classe scolastica completamente al buio
Weapons è un esempio da seguire: il costo della pellicola del momento vi stupirà – YouTube @warnerbrositalia – gliascoltabili.it

Il fatto che un film come Joker di Todd Philips sia stato il cine-comic più visto e gradito degli ultimi anni dimostra che il pubblico è alla ricerca di storie più intimiste, di narrazioni che si allontanano dalla classica pellicola iper cinetica in cui la trama è solo un corollario necessario da inserire tra una scena d’azione e la comparsa di quell’attore iconico legato all’universo cinematografico di riferimento.

Anche il fatto che agli Oscar ultimamente vincano film indipendenti dovrebbe far riflettere: negli ultimi 5-6 anni il solo Oppenheimer ha vinto l’oscar tra i film di cartello, poi ci sono state statuette per Parasite, Nomadland, CODA, Everything Everywhere All at Once e Anora, tutti film che fino a qualche anno fa avrebbero potuto ambire alla vittoria del Sundance o della Palma a Cannes, ma non alla cerimonia che storicamente è legata alle produzioni ad alto budget e dal maggiore incasso.

Weapons si inserisce in questo solco di produzioni “low-budget” che diventano di culto poiché offrono un’idea innovativa al posto di effetti speciali e trame raffazzonate. Il film è nato quando lo sceneggiatore ha deciso di elaborare il lutto di una persona cara attraverso la scrittura e si tratta quindi di un copione che non prende spunto o viene trasposto da nessun’altra opera.

Già questo lo differenzia dalla produzione tipica hollywoodiana, dove i finanziamenti solitamente partono per qualche brand o opera che ha già una fanbase di riferimento. Sorprende ancora di più che per la realizzazione sia stato stanziato un budget di 38-40 milioni di dollari, cifre che solitamente servono a coprire il cachet degli attori principali.

Un film “all’antica”, in cui centrale è l’idea dell’autore e dove si punta principalmente a creare un’esperienza significativa e unica nel suo genere, dove jump-scare e CGI non sono necessarie per creare finta tenzione. Il successo di Weapons è la dimostrazione che premiando la qualità e l’originalità, si può ottenere successo e riportare gente al cinema senza spendere cifre folli per la produzione della pellicola.

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