Google basa su Chrome gran parte del suo successo e della sua diffusione, ciò nonostante potrebbe essere presto costretta a vendere il suo motore di ricerca e c’è già chi si è fatto avanti per acquisirlo.
Nessuno mai poteva immaginare che in un futuro Google potesse decidere di vendere quella che di fatto è la sua “Gallina dalle uova d’oro”. In un contesto economico in cui si punta a massimizzare costantemente i profitti, vendere il software o il reparto che consente di maggiorarli è pura follia, soprattutto se non ci sono ragioni di alcun tipo per pensare che il trend favorevole possa crollare.

Eppure lo scenario di una Google che vende il proprio motore di ricerca è più concreto di quanto si possa pensare. Di recente, infatti, il governo degli Stati Uniti ha sollevato forti perplessità sul ruolo che Chrome ha nel settore della ricerca web. Il browser sviluppato dall’azienda californiana è da tempo il punto di riferimento per tantissimi utenti e oggi conta la bellezza di 3,4 miliardi di utilizzatori in tutto il mondo.
In pratica circa metà della popolazione mondiale utilizza Chrome, una percentuale che si alza se si pensa che vanno esclusi bambini piccoli, anziani e persone che non possono permettersi dispositivi per navigare sul web. In considerazione di tutti questi fattori, di fatto Google possiede un quasi totale monopolio delle ricerche web e per tale motivo potrebbe vedersi costretta a cedere Chrome per consentire la libera concorrenza.
Perplexity punta Chrome e lo scenario della vendita si fa più concreto
Il discorso sul monopolio in questo momento non è stato approfondito e non c’è stata ancora una sentenza vincolante che obblighi Google a vendere. Chiaramente l’azienda californiana non ha alcun interesse a privarsi del suo motore di ricerca e con ogni probabilità, se non sarà obbligata, rifiuterà qualsiasi genere di offerta.

Intanto però Perplexity, azienda che gestisce un motore di ricerca AI, si è fatta avanti grazie al supporto di diversi investitori. Nelle scorse ore è stata avanzata una proposta da 34,5 miliardi dollari per l’acquisizione del motore di ricerca, una cifra addirittura superiore al valore dell’azienda offerente sul mercato azionario.
Per il momento Google mantiene il silenzio stampa e con ogni probabilità valuterà bene le possibilità di spuntarla ed evitare l’obbligo di cessione. Qualora infatti arrivi una sentenza in tale direzione, la cifra pagata per l’acquisto di Chrome potrebbe essere inferiore rispetto a quella offerta in questo momento.