Tradito dall’amore della tua vita: ora puoi rivolgerti al giudice e chiedere un risarcimento

Il tradimento non è ammissibile in un contratto matrimoniale. Quando, oltre alla separazione, si può chiedere al giudice il risarcimento per danni morali.

Il matrimonio, in senso romantico, è l’ufficializzazione dell’unione di due persone che si amano. In senso pratico invece non è altro che un contratto. Come ogni documento siglato da due parti in “collaborazione” esso prevede degli obblighi, la cui violazione consente alla legge di entrare in gioco. Tra i punti chiave vi è la fedeltà: i coniugi non possono avere relazioni extramatrimoniali, neppure di natura meramente sessuale. Altrimenti la parte lesa può rivolgersi al giudice.

Moglie con la testa tra le mani e marito che si toglie la fede
Tradito dall’amore della tua vita: ora puoi rivolgerti al giudice e chiedere un risarcimento – gliascoltabili.it

Il tradimento è sufficiente per chiedere il divorzio. Come per ogni caso giudiziario però, tale principio va analizzato considerando il contesto. Per intenderci: se la relazione tra i due coniugi era già compromessa – nessun rapporto intimo e pochi dialoghi sporadici –, l’infedeltà di uno dei due diventa quasi irrilevante. Il discorso è simile qualora la moglie o il marito abbiano accettato le ripetute scappatelle del coniuge per un lungo periodo.

Tradito dal coniuge: quando si può chiedere il risarcimento

La legge si fa più interessante in questi due casi: la parte lesa ha scoperto dei ripetuti tradimenti e ha interrotto immediatamente i rapporti con il partner oppure la parte lesa ha subito danni morali causati dalle scappatelle del traditore. Se ad esempio il coniuge ferito finisce dallo psicologo in preda alla depressione – dinamica, questa, molto comune –, non solo può svincolarsi dal diritto di mantenimento dell’altro e tenersi tutta la sua eredità coniugale, ma può anche richiedere un risarcimento.

Marito e moglie firmano i documenti di divorzio
Tradito dal coniuge: quando si può chiedere il risarcimento – gliascoltabili.it

Si tratta dell’addebito di separazione, una cifra che il giudice assegna laddove ci sia un palese nesso di casualità tra il tradimento e il divorzio coniugale. Per ottenerlo è necessario possedere delle prove del misfatto. Foto, video, chat compromettenti e testimoni. Tutti elementi che generalmente vengono raccolti da un’agenzia di investigazione. Quest’ultima, per procedere, deve ottenere l’autorizzazione dal Prefetto e agire solo ed esclusivamente in luoghi pubblici.

Più chiaramente: non potete chiedere all’investigatore privato di installare cimici e telecamere nascoste nell’abitazione, tantomeno dirgli di pedinare vostra moglie o vostro marito in luoghi di privata dimora. Se però l’agente riesce a fotografare il traditore mentre bacia l’amante in un parcheggio di un supermercato, siamo in linea con quanto stabilito dalla legge. Ultima precisazione: l’investigazione non è considerata reato solo se il controllo avviene in modo sporadico. Altrimenti rischiate una denuncia per stalking e violazione della privacy.

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