Giorgio Armani lascia un patrimonio da 12 miliardi dollari, ma non ha nessun erede: a chi va la sua eredità?
A distanza di circa un giorno da Emilio Fede, anche Giorgio Armani ci lascia: se ne va un nome importantissimo per la storia recente dell’Italia, un uomo che con il suo talento e le sue capacità ha contribuito, in maniera determinante, all’evoluzione del settore della moda nel nostro paese e nel mondo. Re incontrastato della moda in Italia, Giorgio Armani ha dato vita a uno dei brand che più rappresentano il Made in Italy a livello globale.

“Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore. Il signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni” si legge nel comunicato condiviso dall’azienda, stretta nel dolore per la perdita del suo fondatore.
Armani lascia in eredità un’azienda magnifica, e con il suo operato un segno rivoluzionario (fu proprio lui a coniare il termine “stilista”) nel mondo della moda. Oltre alla grande eredità spirituale e artistica, Armani lascia anche un patrimonio veramente immenso.
L’ultimo saluto a Giorgio Armani, lascia una grande eredità artistica ma anche miliardaria
Dato il successo globale della Giorgio Armani, il patrimonio dello stilista e imprenditore è piuttosto importante. Già diversi anni fa, come riportato tempo fa da il Quotidiano, Armani aveva organizzato la sua successione; nessun gruppo straniero, ma qualcuno che porti avanti la sua eredità con gli stessi principi e lo stesso impegno.

Armani non ha figli, ma tre nipoti: Silvana e Roberta (figlie di Sergio, il fratello) e Andrea Camerana, figlio di sua sorella Rosanna (fino ad oggi alle redini dell’azienda, insieme allo stesso Armani e al compagno dello stilista, Pantaleo Dell’Orco. Tutti i nipoti sono comunque in consiglio e dovrebbero ereditare delle azioni del gruppo.
Tra gli altri dettagli trapelati, sempre come riportato dal Quotidiano Nazionale, il piano (visionato dall’agenzia Reuters) prevede la distribuzione del 50% degli utili netti agli azionisti, con degli obblighi ben precisi che vietano la quotazione in borsa per i primi cinque anni e regole ferree per qualunque attività implichi fusione e acquisizione.
Il gruppo dovrà continuare a creare valore, mantenere i livelli occupazionali e perseguire i valori aziendali, ricercando uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato, con attenzione ai dettagli e alla vestibilità. La linea di Giorgio Armani è chiara: anche se lui non c’è più la sua eredità (spirituale e materiale) continuerà ad essere portata avanti.